Giustizia meno ‘lumaca’, nel 2022 processi più brevi secondo il monitoraggio del ministero della Giustizia per gli obiettivi del Pnrr: -11,8% la durata nel civile, -10% nel penale
Da un monitoraggio del ministero della Giustizia emerge che la durata dei processi in Italia nel 2022 è calata rispetto a tre anni prima: -11,8% nel civile e nel penale -10% rispetto ai dati del 2019. L’andamento è in linea con gli obiettivi del Pnrr secondo le raccomandazioni europee per ottenere i fondi comunitari del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Nella Relazione semestrale di Via Arenula sul monitoraggio statistico degli indicatori Pnrr per l’anno 2022 viene confermato il trend di riduzione già osservato nel I semestre dello scorso anno.
IN CALO LA DURATA NEL CIVILE (-11,8%) E NEL PENALE (-10%)
L’analisi è stata svolta dal Dipartimento per la transizione digitale della giustizia, l’analisi statistica e le politiche di coesione Direzione Generale di Statistica e Analisi Organizzativa. Rispetto ai valori del 2019, la durata dei processi – misurata sulla base dell’indicatore disposition time – risulta pari a: – 11,8% nel settore civile; – 10% in quello penale. Le analisi condotte “evidenziano che tali andamenti sono coerenti” con gli impegni assunti con la Commissione europea che prevedono, come obiettivi finali, una riduzione della durata dei processi del 40% nel civile e del 25% nel penale, entro giugno 2026.
PIÙ DIFFICILE SMALTIRE L’ARRETRATO
Più contenuto è il trend di smaltimento dell’arretrato civile, specie in primo grado, dove a fine 2022 le variazioni si sono attestate sui valori seguenti: -9,3% in Tribunale; -28,3% in Corte di Appello. Per questi indicatori gli obiettivi fissati dalla Commissione europea sono di una riduzione del 90% rispetto al dato del 2019 sia in Tribunale sia in Corte di Appello. I dati di monitoraggio sono forniti alla Commissione europea due volte all’anno. Il prossimo aggiornamento, relativo al I semestre 2023, verrà pubblicato ad ottobre.