L’esperta: “Le donne trans ad alto rischio di cancro al seno e malattie del cuore”. La storia di Mariangela che ha dovuto interrompere gli ormoni
Mariangela (nome di fantasia) è nata maschio, oggi è donna e insegna in un liceo in centro Italia. Le hanno diagnosticato un cancro al seno avanzato. Ha scelto il cambio di genere a 25 anni e la diagnosi di cancro al seno (per il quale aveva una predisposizione genetica, BRCA) significherà per lei dover interrompere le cure ormonali che da 40 anni la fanno vivere come donna.
La storia è riportata sulla rivista AIRC ‘Il fondamentale’ e racconta le difficoltà e anche i pregiudizi che spesso il mondo sanitario può avere nei confronti delle persone transgender, che con estrema ritrosia seguono gli screening quando proprio per la terapia ormonale dovrebbero invece seguirli con ancor più zelo.
“Ho fatto finta di niente e quando mi sono accorta che qualcosa non andava la malattia era già avanzata”, racconta piena di paura Mariangela. Marie D’Assigny, del Dipartimento di endocrinologia dell’ospedale Poitiers in Francia dice senza mezzi termini: “Le donne trans in particolare dovrebbero essere considerate ad alto rischio di sviluppare un cancro del seno e per malattie cardiovascolari”. Vivere in un corpo che non corrisponde all’identità ‘percepita’ è possibile solo con gli ormoni: antiandrogeni per la terapia femminilizzante e a base di testosterone per quella maschilizzante.
LO STUDIO
Uno studio retrospettivo pubblicato sulla rivista Lancet Diabetes and Endrocrinology ha fatto luce, con un’indagine, durata 50 anni (dal 1972 al 2018) su 4.500 persone, sulle cause di morte delle persone transgender in terapia ormonale.
La mortalità delle persone trans che fanno terapia ormonale risulta doppia rispetto a coloro che non la assumono: 10,8% per le donne trans e 2,7% per gli uomini trans. Le cause, secondo gli esperti, sono nelle malattie cardiovascolari, il cancro ai polmoni per fumo (stile di vita quindi), hiv, suicidio e il cancro al seno non va trascurato per le donne trans, sebbene i casi siano inferiori a quelli delle donne cisgender, il cancro alla prostata.
Una differenza che potrebbe risiedere anche in una ritrosia allo screening, come la storia di Mariangela tristemente conferma. Il testosterone assunto inoltre, nella terapia maschilizzante, assottiglia l’endometrio ed espone al rischio aumentato di cancro dell’utero.
Un altro studio dell’University Medical Centre di Amsterdam su 2.260 donne transgender ha riscontrato, dopo 18 anni di trattamento ormonale, 18 casi di cancro al seno di cui 14 invasivi: un’incidenza 46 volte superiore a quella degli uomini cisgender. Il rischio nelle donne trans aumenta dopo un periodo breve di terapia ormonale. L’invito delle autorità sanitarie, a partire dalle linee sullo Standard di cura, pubblicate dall’ISS, è di seguire gli screening periodici.