Fino al 45 per cento dei pazienti oncologici sperimenta distress psicologico di grado moderato o severo, che influisce negativamente sulla qualità della vita
Lo stress è la risposta dell’organismo alle necessità e agli eventi della vita di tutti i giorni. Gli esperti distinguono due tipi di stress: uno stress positivo (anche detto, in gergo, eustress), che aiuta a raggiungere gli obiettivi che ci si prefissa e a fare fronte alle avversità, e uno stress negativo (o distress), che non è utile ma genera disagio a livello psicofisico. Il 30-45 per cento dei pazienti oncologici sperimenta distress psicologico di grado moderato o severo, che influisce negativamente sulla qualità della vita. Gli studi condotti in persone che sono sopravvissute a una diagnosi di cancro suggeriscono che le donne siano maggiormente colpite dal distress rispetto agli uomini. I risultati di una ricerca svolta in Italia hanno mostrato che il grado di distress dipende anche dal momento in cui viene valutato, anche in relazione al fatto che uomini e donne reagiscono in modo diverso a una diagnosi di cancro.
Lo studio, condotto da un gruppo di ricercatori dell’Ente ospedaliero ospedali Galliera di Genova, ha coinvolto 305 persone con una precedente diagnosi di cancro, di cui 199 donne e 106 uomini. Ai pazienti è stato chiesto di incontrare uno psicoterapeuta prima delle visite mediche e durante ogni seduta è stato valutato il loro livello di distress. I ricercatori hanno così scoperto che, in occasione della prima seduta, il livello di distress era più alto nelle donne e nei giovani rispetto a quanto avveniva negli uomini e negli anziani, e che le donne con tumore del seno avevano un livello di distress più alto rispetto alle donne con altri tipi di tumore. La valutazione psicologica fatta in occasione delle visite mediche successive ha però mostrato che il livello di distress era stabile nelle donne e andava invece aumentando negli uomini, in particolare negli uomini anziani che avevano problemi di salute via via crescenti.
Gli autori dello studio ritengono che il livello di distress iniziale più basso negli uomini possa essere spiegato almeno in parte dagli stereotipi di genere, da cui dipenderebbe una maggiore difficoltà ad ammettere di sentirsi vulnerabili e a cercare aiuto medico. Tradizionalmente al sesso maschile è sempre stato chiesto di non lasciarsi vincere dalle emozioni, e questo incide sulla capacità di riconoscerle e di esprimerle. La diversa reazione influisce sulla capacità di coping, ovvero di affrontare un problema o di conviverci. Negli uomini, che a volte fanno più fatica ad adattarsi, il distress può crescere nel tempo.
“Mentre le donne tendono a fare affidamento sul sostegno psicologico basato su aspetti emozionali, gli uomini si focalizzano maggiormente su strategie di risoluzione di problemi” scrivono gli autori dell’articolo pubblicato sulla rivista Journal of Cancer Survivors. “La conseguenza è che le donne traggono maggiori benefici dalle strategie di assistenza solitamente offerte, tra cui il sostegno psicologico e la psicoterapia.” Negli uomini occorre agire in modo preventivo per individuare e affrontare il disagio psicologico: i pazienti vanno incoraggiati da subito a parlare della diagnosi e del percorso terapeutico, per imparare a esprimere i propri sentimenti e le proprie difficoltà. In questo modo diventa possibile personalizzare l’assistenza psicologica ottenendo risultati migliori.