Nuovo allarme UNICEF sui migranti: nel primo trimestre supportati nel nostro paese 4.000 minorenni e giovani, 2.500 solo a Lampedusa
Dall’inizio dell’anno a oggi oltre 42 mila rifugiati/e e migranti sono arrivati in Italia via mare, un aumento rispetto le 11 mila presenze registrate nello stesso periodo lo scorso anno[1]. Oltre 4.300 di loro sono bambine, bambini e adolescenti arrivati soli, senza figure adulte di riferimento. Un numero che ha contribuito a raggiungere, a fine marzo, 19.600 presenze di minori stranieri/e non accompagnati/e nel sistema di accoglienza.
Solo quest’anno, nel primo trimestre dell’anno, l’UNICEF ha raggiunto in Italia oltre 4.000 minorenni migranti e rifugiati nelle principali aree di arrivo, transito e tra gli ospiti del sistema di accoglienza; di questi, circa 2.500 sono stati raggiunti con interventi a Lampedusa, insieme al partner Save the Children. 2.300 circa tra loro sono minorenni stranieri non accompagnati. Nell’isola, in particolare il team è presente con operatori e operatrici tra cui esperti di protezione, educatori e mediatori culturali e ha fornito assistenza in questi mesi ad oltre 350 sbarchi coordinati dalla Guardia di Costiera e dalla Guardia di finanza, supportando poi in hotspot il compiuto accesso alle informazioni, la corretta identificazione di minorenni, la tutela del diritto all’unità familiare e la gestione dei casi di particolare vulnerabilità, segnalando alle autorità e rinviando ai servizi specializzati.
Per garantire protezione ai soggetti più vulnerabili in attesa del trasferimento l’UNICEF, insieme a Save the Children, UNHCR e i relativi partners, ha inoltre supportato la realizzazione di un safe space – uno spazio protetto – all’interno dell’hotspot per garantire un ambiente sicuro e riparato per donne e bambini, ideato per attività diurne di supporto, informazione e presa in carico.
In questi giorni, sebbene il numero serrato di trasferimenti promossi dalle autorità competenti abbia ridotto la pressione in hotspot, destano preoccupazione i tempi di trasferimento dei minorenni, e in alcuni casi la destinazione in altre strutture di prima accoglienza. La mancata individuazione di soluzioni a misura per bambine/i e adolescenti comporta infatti un rischio di allontanamento dei minorenni dal sistema formale di accoglienza.
“L’UNICEF ha già incontrato nelle scorse settimane il Commissario straordinario per l’emergenza Valerio Valenti per condividere la preoccupazione per le criticità registrate nell’hotspot – afferma Sarah Martelli, Coordinatrice a.i. della Risposta UNICEF in Italia – Il Governo in questi giorni sta accelerando gli spostamenti e aumentando i posti in accoglienza per ridurre la pressione in hotspot. All’interno della struttura incontriamo sempre persone molto provate dai lunghi viaggi e, purtroppo, dai naufragi in diversi casi. Ricordiamo l’importanza di un supporto integrato e tempestivo sin dalle prime fasi. L’UNICEF esprime soddisfazione per la recente attivazione dell’ambulatorio pediatrico sull’isola e per il rafforzamento della risposta sanitaria con la figura di una ginecologa, indispensabile per la presa in carico di persone sopravvissute o a rischio di violenza di genere. Confermiamo in questa fase il supporto tecnico per garantire la protezione di bambine/i, adolescenti, donne e famiglie. Auspichiamo inoltre si trovino soluzioni adeguate e a misura per i minori anche attraverso la promozione di forme di accoglienza alternative alle grandi strutture – quali l’affido familiare – e attraverso strutture piccole e radicate nel territorio che favoriscano i percorsi di reinserimento scolastico e di inclusione sociale”.
Con il progetto PROTECT, finanziato dalla Commissione europea, da gennaio 2023 l’UNICEF, unitamente ai partner, tra cui Save the Children, ha raggiunto circa 4.000 minorenni e giovani accolti nel sistema d’accoglienza in Italia con gli interventi di protezione dell’infanzia e sviluppo delle competenze: oltre 3.200 minorenni hanno beneficiato dei servizi di supporto (informative, gestione dei casi, supporto psicosociale), oltre 1.400 persone sopravvissute a violenza di genere o a rischio sono state prese in carico e hanno beneficiato di supporto specifico. Circa 200 operatori sul campo sono stati formati sui meccanismi di protezione dell’infanzia e di mitigazione, prevenzione e risposta alla violenza di genere. Oltre 800 bambine/i e adolescenti sono stati coinvolti in attività d’istruzione formale e informale supportate dall’UNICEF. Sono stati inoltre oltre 20 mila i minorenni raggiunti online con informative specifiche attraverso la piattaforma digitale U-Report on the Move dell’UNICEF.