45 anni fa la morte di Aldo Moro tra misteri e mezze verità: durante i 55 giorni di prigionia, fu sottoposto a lunghi interrogatori da parte del brigatista Mario Moretti
Quarantacinque anni. Di domande, di non risposte, di mezze verità, di ipotesi fantasiose o verosimili. Ma per conoscere l’intera verità, evidentemente è ancora ‘presto’. Il 9 maggio del 1978 è una data tragica ma allo stesso tempo un pezzo di storia d’Italia.
Franco Tritto, Francesco all’anagrafe, è stato un giurista e accademico italiano, assistente di Aldo Moro. È lui a ricevere la telefonata delle Brigate Rosse che annunciava la morte dell’allora presidente della Dc. Il dialogo tra i due, registrato, mette di fronte due stati d’animo inevitabilmente, diametralmente opposti: la freddezza e la decisione del brigatista Valerio Morucci, la calma apparente mista ad emozione di Tritto.
IL RAPIMENTO
Moro era stato rapito il 16 marzo 1978. Il colloquio mette i brividi da subito. “Sono delle Brigate Rosse, ha capito? Non posso stare molto al telefono”, le parole di Morucci. Che senza giri di parole dice a Tritto di andare a comunicare alla famiglia, “di persona”, dove trovare “il corpo di Aldo Moro”, dice ad un commosso Tritto. “Adempiamo ultime volontà del presidente comunicando famiglia dove trovare il suo corpo”, dice ancora Morucci.
LA PRIGIONIA
Durante i 55 giorni di prigionia, Moro viene sottoposto a lunghi interrogatori da parte del brigatista Mario Moretti e per ogni argomento Moro scriveva di proprio pugno un ‘verbale’ sui fogli quadrettati riempiendo diversi blocchi. Questi documenti, scritti personalmente da Moro e poi dattiloscritti dalle BR durante la prigionia costituirono il cosiddetto Memoriale Moro.
IL RITROVAMENTO DEL CORPO
Gli interrogatori vennero registrati su un normale registratore, ma le bobine contenenti le domande di Moretti e le risposte di Moro non furono mai ritrovate. Dopo di allora le immagini della folla che accorre a Via Caetani, a Roma, il corpo di Aldo Moro nella Renault 4 rossa: un passaggio indelebile nella storia d’Italia. Moro, che aveva 61 anni, fu sepolto nel comune di Torrita Tiberina, piccolo paese della provincia romana dove lo statista amava soggiornare. Aveva 61 anni.
Nel mondo della politica Aldo Moro è stato tutto: accademico e giurista, segretario politico e presidente del consiglio nazionale della Democrazia Cristiana. Tra i fondatori della Democrazia Cristiana e suo rappresentante alla Costituente, ne divenne segretario (1959) e presidente (1976). Fu più volte ministro; cinque volte Presidente del Consiglio dei ministri, guidò governi di centro-sinistra (1963/68), promuovendo nel periodo 1974/76, quella che era la cosiddetta strategia dell’attenzione verso il Partito Comunista.
MATTARELLA DEPONE UNA CORONA DI FIORI IN VIA CAETANI
MELONI: “IL POPOLO ITALIANO SEPPE REAGIRE MOSTRANDO UNITÀ E COESIONE”
“Il 9 maggio di 45 anni fa, cinquantacinque giorni dopo il suo sequestro e la strage di via Fani, le Brigate Rosse uccisero Aldo Moro. Il terrorismo toccò il suo punto più alto di aggressione allo Stato, colpendo al cuore le Istituzioni democratiche e scrivendo una delle pagine più cupe della storia della nostra Repubblica. Il barbaro assassinio di Moro ferì profondamente la Nazione e ne lacerò il tessuto sociale, ma il popolo italiano seppe reagire mostrando unità e coesione. Quell’unità e quella coesione senza le quali lo Stato non avrebbe avuto la forza necessaria per combattere e sconfiggere il terrorismo e l’eversione”. Lo dice la premier Giorgia Meloni come riferisce la Dire (www.dire.it).