‘Caro soffritto’, con cipolle e sedano alle stelle: prezzi a +150% e +135%. Aumenta il costo degli alimenti ‘poveri’ in cucina, pesa il rincaro degli imballaggi
Prezzi alle stelle per un risotto, un ragù o un brasato. Ma a far lievitare il costo questa volta è la base ‘povera’ degli ingredienti nel piatto. Aumentano vertiginosamente i prezzi del soffritto: oltre il +135% il sedano, +150% le cipolle nostrane. É quanto emerge dalle elaborazioni di BMTI (Borsa Merci Telematica Italiana) sui dati all’ingrosso rilevati nel mercato all’ingrosso di Roma, appartenente alla Rete ITALMERCATI. Prezzi record insomma per prodotti come carote, cipolle e sedano.
LE CAUSE DEGLI AUMENTI
Differenti le cause. Per quanto riguarda le cipolle dorate, il caldo della scorsa estate ha rovinato il prodotto nostrano. Nei mercati è, infatti, terminata la disponibilità di prodotto nazionale a favore del prodotto estero, portando così il prezzo in aumento del +150% rispetto allo scorso anno.
Un picco insolito si registra anche per i prezzi del sedano da costa verde e delle carote, la cui disponibilità è molto limitata a causa di un rallentamento della produzione determinato dalla temperatura ancora non elevata, soprattutto la notte. Rispettivamente, rispetto ad un anno fa, si rileva un incremento del +135,29% e del +118,18%.
I COSTI DEGLI IMBALLAGGI
Inoltre, per tutti e tre questi prodotti, bisogna considerare l’aumento dei costi dei materiali di imballaggio, in particolare la plastica, l’incremento dei costi delle fibre plastiche delle serre sotto cui vengono riparati i prodotti e dei fertilizzanti. Questi tre prodotti, da sempre considerati ‘poveri’, si stanno adeguando ad incrementi di altri prodotti ‘poveri’, come le patate, i finocchi e le verze i cui prezzi, negli ultimi anni, sono triplicati.