La Romania è una possibile soluzione per l’orsa JJ4


Oipa ha informato il Ministero dell’Ambiente sulla possibilità di poter trasferire l’orsa JJ4, nel caso non possa essere liberata in natura, in un rifugio in Romania

orsa jj4

L’Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa) ha informato il Ministero dell’Ambiente sulla possibilità di poter trasferire l’orsa JJ4, nel caso non possa essere liberata in natura, in un rifugio in Romania. Si tratta del Liberarty Bear Sanctuary Zărneşti gestito dall’associazione Millions of Friends, lega membro di Oipa International.

«In questi giorni abbiamo avuto dal Santuario le indicazioni sulla procedura d’adottare per l’eventuale trasferimento», spiega la responsabile delle Relazioni internazionali dell’OipaValentina Bagnato. «Si tratta di una procedura minuziosa e attenta alla salute e al benessere dell’animale di cui abbiamo informato il Ministero, una procedura che garantisce la sicurezza nel trasporto, il controllo sanitario e la gestione dell’animale. Naturalmente per la nostra associazione sarebbe preferibile la reimmissione in natura, ma se non sarà possibile questa è una delle soluzioni da valutare. Potremo anche avviare una raccolta fondi per sostenere almeno in parte le spese per l’operazione».

Intanto l’Ufficio legale dell’Oipa ha depositato alla Procura della Repubblica di Trento la denuncia querela contro ignoti per uccisione di animale annunciata dopo il ritrovamento del corpo dell’orso M62 tra il Lago di Molveno e San Lorenzo Dorsino. La morte di un giovane esemplare di orso, la cui specie in questo periodo non gode di un apprezzamento unanime a causa dei recenti tragici fatti di cronaca, potrebbe configurare l’ipotesi di reato di uccisione di animale ai sensi dell’art. 544 bis del Codice penale. D’altra parte, è di mercoledì 10 maggio una dichiarazione preoccupante del consigliere trentino Ivano Job che, durante la discussione sulle risoluzioni collegate alla comunicazione sulla gestione degli orsi del presidente della Giunta Maurizio Fugatti, ha affermato che se «non ci sarà una risposta di buon senso, ponendo prima le persone e poi gli animali, i trentini non subiranno ancora».

L’Oipa auspica che il Trentino, da paradiso naturale, non si trasformi in un inferno per la fauna selvatica.