Site icon Corriere Nazionale

Artrite psoriasica: risankizumab migliora la qualità di vita

artrite psoriasica deucravacitinib

Artrite psoriasica: studio ha documentato la superiore efficacia di risankizumab sulla qualità della vita legata allo stato di salute, la fatigue, il dolore e la produttività al lavoro

Dopo la pubblicazione su Rheumatology dei dati ad interim dello studio KEEPsAKE 2 che hanno dimostrato l’efficacia e la buona tollerabilità del trattamento con risankizumab fino ad un anno nei pazienti con artrite psoriasica (PsA) e risposta insoddisfacente al trattamento con farmaci biologici o DMARDcs, sono stati pubblicati sulla stessa rivista i risultati di un’analisi post-hoc dello studio KEEPsAKE 1, che hanno documentato la superiore efficacia del farmaco sulla qualità della vita legata allo stato di salute (HRQoL), la fatigue, il dolore e la produttività al lavoro in pazienti con PsA attiva con risposta insoddisfacente adi DMARDcs.

Il mese scorso, l’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa) ha approvato la rimborsabilità in Italia di risankizumab 150 mg (somministrato mediante iniezione sottocutanea) da solo o in associazione con metotrexato (MTX), per il trattamento dell’artrite psoriasica attiva in adulti che hanno manifestato una risposta inadeguata o un’intolleranza a uno o più farmaci antireumatici modificanti la malattia (DMARDs). Questa è la seconda indicazione rimborsata in Italia per risankizumab.

Informazioni su risankizumab
Risankizumab è un anticorpo monoclonale IgG1 umanizzato che si lega selettivamente alla subunità p19 dell’IL-23. Questa citochina è notoriamente coinvolta nella patogenesi nelle diverse manifestazioni della malattia psoriasica (sinovite periferica, entesite, dattilite e spondilite), in modo diretto o indiretto. Negli Usa, il farmaco è già approvato per il trattamento della psoriasi a placche da moderata a grave negli adulti candidati alla terapia sistemica o alla fototerapia, nonché per il trattamento dell’artrite psoriasica attiva negli adulti. Anche nell’Unione Europea, risankizumab è indicato da tempo per il trattamento della psoriasi a placche da moderata a grave negli adulti candidati alla terapia sistemica.

Lo studio KEEPsAKE 1 e gli obiettivi dell’analisi post-hoc
KEEPsAKE 1 è uno studio di fase 3, randomizzato, in doppio cieco, controllato con placebo, a gruppi paralleli, globale e multicentrico. Lo studio ha confrontato risankizumab con placebo in pazienti con PsA attiva con risposta inadeguata o intolleranza ad almeno un DMARDcs. I 964 pazienti dello studio erano stati randomizzati in cieco, secondo uno schema 1:1, al trattamento con risankizumab 150 mg o placebo tramite iniezione sottocutanea alle settimane 0, 4 e 16.

L’obiettivo di questa analisi post-hoc del trial è stato quello di valutare l’impatto di risankizumab rispetto al placebo sulla qualità di vita correlata alla salute (HRQoL) e su altri risultati riferiti dai pazienti (PROs) tra i pazienti con PsA attiva e risposta inadeguata o intolleranza ai DMARD sintetici convenzionali.

Nello specifico, i PRO valutati in questa analisi sono stati i seguenti:
– Punteggio SF-36 v.2 sulla qualità della vita e lo stato di salute
– Punteggio FACIT-F per la fatigue
– Punteggio EQ-5D-5L , un altro punteggio che misura la qualità della vita
– Punteggio VAS relativo al dolore percepito dal paziente
– Punteggio di attività di malattia derivante da valutazione globale dello stato di salute fatta dal paziente (PtGA)
– Questionario sulla produttività al lavoro e le alterazioni indotte dalla PsA sulla sfera lavorativa (WPAI-PsA)

I ricercatori hanno messo a confronto le variazioni quadratiche media (LS) dal basale a 24 settimane di questi PRO occorse a seguito del trattamento con risankizumab o con placebo.

Risultati principali
I dati a 24 settimane hanno mostrato che il trattamento con risanlizumab è stato in grado di indurre miglioramenti significativi rispetto al placebo relativamente ad alcuni PRO sopra indicati.

In particolare, la variazione media del punteggio FACIT-Fatigue dal basale alla settimana 24 nei pazienti trattati con risankizumab è risultata superiore alla variazione media di questo punteggio osservata neipazienti trattati con placebo, con una differenza di 2,6 tra i gruppi (IC95%: 1,5, 3,7; P nominale < 0,001).

E’ stata documentata anche l’esistenza di differenze tra i gruppi risankizumab e placebo relativamente ai punteggi dell’indice EQ-5D-5L e delle VAS.  Nello specifico, per l’indice EQ-5D-5L e i punteggi VAS sono state osservate rispettivamente una differenza di 0,07 punti (IC95%:0,05, 0,09; P nominale < 0,001) e una differenza di 5,8 punti (IC95%: 3,1-8,4; P nominale < 0,001).

I pazienti trattati con risankizumab hanno riportato un miglioramento di entità maggiore del dolore rispetto a quelli trattati con placebo, con una differenza tra i gruppi pari a -10,7 (IC95%: -13,7, -7,8; P nominale < 0,001).
E’ stata rilevata una differenza tra i gruppi in studio anche relativamente all’attività di malattia, con una differenza di -11,1 punti (IC95%: -14,1, -8,1; P nominale < 0,001) totalizzata relativamente al punteggio PtGA.

Il trattamento con risankizumab ha determinato anche miglioramenti delle componenti fisica e mentale del punteggio SF-36 e di tutti gli otto domini rispetto al placebo.

Da ultimo, I pazienti trattati con risankizumab hanno riportato miglioramenti di entità maggiore del punteggio WPAI-PsA rispetto ai pazienti del gruppo placebo, con conseguenti differenze tra i gruppi, che hanno raggiunto la significatività statistica (P < 0,001 nominale). Sono state rilevate differenze di -7,7 punti (IC95%: -10,7, -4,7; P nominale < 0,001), -10,1 punti (IC95%: -14,3, -5,9; P nominale < 0,001) e di -8,1 punti (IC95%: -13,1, -3,1; P nominale < 0,01), rispettivamente, per i punteggi di compromissione dell’attività lavorativa, produttività sul posto di lavoro e alterazione complessiva indotta dalla PsA sulla sfera lavorativa.
Non sono stata osservate differenze significativa tragruppi, invece, per quanto riguarda l’assenteismo (P = 0,60).

Riassumendo
Nel commentare i risultati, i ricercatori hanno ammesso tra i limiti metodologici dell’analisi l’impossibilità di generalizzare i risultati al di là della popolazione di pazienti del trial. Inoltre, non sono stati utilizzati questionari specifici per la malattia, poiché i PRO misurati all’epoca dello studio erano quelli standard nella conduzione degli studi sulla PsA al momento della sua pianificazione.

Un punto di forza del trial, invece, deriva dall’impiego di  PRO per diversi per intercettare il percepito dei pazienti con PsA.

Nel complesso, l’analisi dei pazienti dello studio KEEPsAKE 1 ha dimostrato che il trattamento con risankizumab ha portato a miglioramenti della HRQoL, della fatigue, del dolore e della produttività lavorativa nei pazienti con PsA attiva con risposta insoddisfacente ai DMARDcs rispetto al trattamento con placebo. Questi risultati supportano l’uso di risankizumab, dimostrando una riduzione dell’impatto della PsA sulla HRQoL dei pazienti, oltre ai benefici sintomatici.

Bibliografia
Kristensen LE et al. Risankizumab improved health-related quality of life, fatigue, pain and work productivity in psoriatic arthritis: results of KEEPsAKE 1. Rheumatology (Oxford). 2023 Feb 1;62(2):629-637. doi: 10.1093/rheumatology/keac342. PMID: 35801915; PMCID: PMC9891435.
Leggi

Exit mobile version