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Il segreto contro l’invecchiamento? Ridurre l’assunzione calorica

Nella restrizione calorica controllata una nuova possibilità per prevenzione e cura della Tubercolosi e di altre infezioni

cibo può prevenire l'invecchiamento e le malattie

Secondo uno studio pubblicato Nature Aging, riducendo del 25% l’assunzione calorica sarebbe possibile rallentare di una percentuale del 2-3% il ritmo di invecchiamento

Secondo un nuovo studio controllato randomizzato pubblicato sulla rivista Nature Aging, riducendo del 25% l’assunzione calorica sarebbe possibile rallentare di una percentuale del 2-3% il ritmo con cui si invecchia. Un apparente piccolo vantaggio che può avere risvolti decisamente rilevanti sulla salute.

Questa ricerca, la prima nel suo genere sugli esseri umani, si aggiunge alle evidenze degli studi sugli animali che indicano che è possibile modificare il tasso di invecchiamento.

Il Comprehensive Assessment of Long-term Effects of Reducing Intake of Energy (CALERIE) era uno studio di fase II, multicentrico, randomizzato controllato condotto in tre centri statunitensi. L’invecchiamento biologico è stato misurato in base al DNA metilato (DNAm) nel sangue, utilizzando algoritmi pubblicati che hanno lo scopo di catturare l’accumulo dei cambiamenti molecolari alla base della progressiva perdita di integrità del sistema che si verifica con l’avanzare dell’età cronologica.

Rispetto a 75 adulti giovani e di mezza età che si alimentavano in modo normale, 145 soggetti assegnati in modo casuale a seguire un regime alimentare con restrizione calorica hanno rallentato il loro ritmo di invecchiamento dal 2% al 3% in 2 anni riducendo del 25% rispetto ai loro valori basali le calorie introdotte con la dieta (senza privare le persone dei nutrienti essenziali).

Un piccolo rallentamento che può portare a grandi vantaggi
«In uno studio precedente un simile rallentamento del ritmo dell’invecchiamento è stato associato a un rischio inferiore dal 10% al 15% di decesso nell’arco di 10-15 anni» ha affermato l’autore senior dello studio Daniel Belsky, ricercatore presso il Butler Columbia Aging Center della Columbia University Mailman School of Public Health, New York City. «Quindi, anche se un invecchiamento più lento del 2-3% non sembra poi così determinante, lo è invece una riduzione del 10-15% del rischio di morte».

Anche se il ritmo dell’invecchiamento è rallentato, i ricercatori non hanno rilevato cambiamenti significativi su due misure di invecchiamento biologico nello studio, suggerendo la necessità di ulteriori approfondimenti.

«Sono risultati intriganti che possono avere un impatto significativo sulla salute della popolazione, anche se sono necessari studi più ampi per dare loro seguito» ha commentato Vandana Sheth, nutrizionista dietista registrata e proprietaria di una società di consulenza nutrizionale a Los Angeles.

«Gli studi futuri, in particolare quelli che considerano interventi meno intensivi o a breve termine, come il digiuno intermittente, dovrebbero prevedere campioni più ampi per garantire un’adeguata potenza statistica» hanno concluso gli autori. «Inoltre, gli sforzi per prevedere i potenziali benefici derivanti da interventi progettati per ritardare l’invecchiamento possono essere più utili per i responsabili politici se si basano su presupposti di effetti di intervento modesti».

Non tutti sono convinti
«È suggestivo pensare che la restrizione calorica possa modificare l’invecchiamento biologico anche negli esseri umani in modo simile a quanto è stato rilevato negli animali da laboratorio» ha dichiarato Matt Kaeberlein, direttore dell’Healthy Aging and Longevity Research Institute dell’Università di Washington a Seattle, preoccupato che ridurre le calorie di un quarto potrebbe non essere una strategia sostenibile a lungo termine.

«È importante tenere presente che queste misurazioni riportano solo una parte dell’invecchiamento biologico e probabilmente non sono una misurazione complessiva accurata dell’età biologica o del tasso di invecchiamento» ha aggiunto. «A livello di popolazione è poco probabile che una riduzione del 25% dell’apporto calorico abbia grandi effetti sull’invecchiamento biologico, a meno che non venga attuata per molti anni, il che probabilmente non è attuabile dalla maggior parte delle persone».

Referenze

Waziry R et al. Effect of long-term caloric restriction on DNA methylation measures of biological aging in healthy adults from the CALERIE trial. Nat Aging (2023).

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