Interstiziopatia polmonare associata ad artrite reumatoide: secondo nuove analisi, tofacitinib riduce il rischio di malattia polmonare
Il trattamento con tofacitinib in pazienti con artrite reumatoide è stato in grado di ridurre il rischio di interstiziopatia polmonare associata a malattia reumatologica (ILD-AR) in misura superiore rispetto ad alcuni farmaci biologici ed altri DMARDts. Queste le conclusioni di uno studio di recente pubblicazione sulla rivista Jama Network Open.
Obiettivi e disegno dello studio
L’interstiziopatia poimonare (ILD) è una comorbilità clinicamente significativa che affligge quasi il 10% dei pazienti affetti da AR – ricordano i ricercatori nell’introduzione allo studio. L’obiettivo che si pongono i clinici che hanno in cura questi pazienti è quello di determinare la terapia migliore per controllare la malattia articolare del paziente, minimizzando allo stesso tempo il rischio potenziale di effetti tossici polmonari in questi pazienti con una funzione polmonare già compromessa.
L’assenza di dati sul rischio d’impiego dei DMARDb e DMARDts comunemente utilizzati per trattare l’AR sullo sviluppo di ILD ha portato i ricercatori ad implementare questo nuovo studio retrospettivo, nel corso del quale ci si è proposti l’obiettivo di stimare l’incidenza di ILD nei pazienti con RA trattati con diversi DMARDb e DMARDts e di confrontare il rischio di sviluppare ILD tra i pazienti trattati con diversi DMARDb (tra i quali adalimumab, il farmaco anti-TNF più comunemente prescritto per l’AR nel set di dati utilizzato) e DMARDts.
A tal scopo, i ricercatori hanno attinto ai dati relativi alle richieste di rimborso per erogazione farmaci provenienti da un database Usa (Optum Clinformatics Data Mart) nel periodo compreso da dicembre 2003 a dicembre 2019, includendo quelli relativi a 28.559 pazienti con AR.
L’ età media di questi pazienti era pari a 55,6 anni e il 78% erano donne. Di questi pazienti, 13.326 erano stati trattati con adalimumab, 5.676 con abatacept, 5.444 con rituximab, 2.548 con tocilizumab e 1.565 con tofacitinib.
Sono stati esclusi dallo studio quei pazienti con AR che avevano una diagnosi preesistente di ILD.
Risultati principali
Durante il follow-up si sono verificati 276 casi di ILD: 119 nella coorte di pazienti trattati con adalimumab, 60 nella coorte di quelli trattati con abatacept, 62 nella coorte sottoposta a trattamento con rituximab, 30 nella coorte di pazienti trattati con tocilizumab e 5 in quella di pazienti trattati con tofacitinib.
In altri termini, il tasso di incidenza grezzo per 1.000 anni-persona di ILD più basso è stato osservato con il Jak inibitore tofacitinib (1,47; IC95%: 0,54-3,27).
I tassi di incidenza grezzi per gli altri farmaci valutati sono stati, invece, i seguenti:
– Adalimumab: 3,43 (IC95%: 2,85-4,09)
– Abatacept: 4,46 (IC95%: 3,44-5,70)
– Tocilizumab: 5,05 (IC95%: 3,47-7,12)
– Rituximab: 6,15 (IC95%: 4,76-7,84)
Dopo molteplici aggiustamenti dei dati per la presenza di fattori confondenti, i pazienti trattati con tofacitinib hanno presentato un rischio più basso di ILD rispetto ai pazienti trattati con adalimumab (HR aggiustato: 0,31, IC95%: 0,12-0,78, P=0,009).
Infine, dai risultati di un’analisi di sensitività relativa ad una coorte di nuovi utilizzatori dei farmaci sopra indicati, è emerso che i pazienti trattati con tofacitinib (n=1559) mostravano un rischio di ILD ridotto del 68% rispetto ai 4,677 trattati con adalimumab (aHR;0,32; IC95%; 0,13-0,82, P<0,001).
Considerazioni finali
Nel commentare i risultati, i ricercatori hanno sottolineato come pochi studi, prima del loro, avessero esaminato il rischio di incidenza di ILD tra i pazienti con AR sottoposti a trattamento con diversi DMARDb e DMARDts, evidenziando come tofacitinib sia risultato essere l’unico trattamento associato a un rischio ridotto di ILD rispetto agli altri trattamenti esaminati.
“Ciò – continuano i ricercatori – è in linea con alcuni dati già esistenti in letteratura che suggeriscono come tofacitinib possa essere efficace per il trattamento della ILD associata alla dermatomiosite e con precedenti osservazioni indicative di un beneficio derivante dall’impiego di questo Jak inibitore nella ILD-AR, in ragione delle sue proprietà antifibrotiche e antinfiammatorie”.
Tra i limiti metodologici intrinseci dello studio, ammessi dagli stessi autori, si segnalano il disegno retrospettivo del lavoro e l’assenza di dati relativi ad alcune variabili, quali la presenza di autoanticorpi, alleli di rischio genetico e condizione di fumatore, che possono essere associati sia con l’AR che con l’ILD.
Bibliografia
Baker MC, et al “Incidence of interstitial lung disease in patients with rheumatoid arthritis treated with biologic and targeted synthetic disease-modifying antirheumatic drugs” JAMA Netw Open 2023; DOI: 10.1001/jamanetworkopen.2023.3640.
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