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La violenza lascia segni del DNA: i bambini abusati invecchiano prima

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Il più ampio studio mai realizzato appena pubblicato sul British Journal of Psichiatry, ha analizzato la correlazione fra le violenze subite durante l’infanzia e l’adolescenza e la riduzione dei telomeri, la parte del DNA che decide quanto dobbiamo vivere

I minori abusati diventeranno adulti che non soltanto vivono peggio ma invecchiano prima. La violenza su bimbi e adolescenti va oltre gli già insopportabili lividi, escoriazioni e paure e si imprime sul corpo, fino a condizionare l’espressione del Dna e la salute futura delle vittime di abusi. La conferma che i maltrattamenti subiti fanno invecchiare prima arriva da uno studio, pubblicato di recente sul “British Journal of Psichiatry”, che riporta i risultati di una analisi retrospettiva, la più ampia mai realizzata, condotta dall’Università di Glasgow e dall’Università di Hong Kong, su un campione di ben 141.748 individui, di età compresa fra i 37 e i 73 anni, registrati in una biobanca nel Regno Unito. I ricercatori hanno chiesto ai partecipanti di rispondere se avevano subito abusi da bambini, la tipologia e la frequenza degli episodi, per poi sottoporli a un test sulla lunghezza dei telomeri, nuclei proteici posti come “tappi” protettivi all’estremità dei cromosomi. Tali porzioni del Dna si restringono con il passare dell’età e anche a causa di stress estremi e per questo sono considerati indicatori di invecchiamento biologico. I risultati dello studio hanno dimostrato che gli adulti esposti da bambini a tre episodi o più tipi di maltrattamento (fisico, sessuale ed emotivo), mostravano una più ridotta lunghezza dei telomeri, rispetto a chi non aveva subito nessuna violenza o un solo episodio, evidenziando inoltre una riduzione maggiore per i casi che avevano sofferto la combinazione di abusi fisici e sessuali.

“Oggi si parla delle conseguenze degli abusi sui minori non solo in termini di danni psichici e di un maggior rischio di perpetrare da adulti gli stessi abusi subiti da bimbi, ma anche di vere e proprie alterazioni organiche che arrivano fino a condizionare le espressioni del Dna”, sottolinea Pietro Ferrara, coordinatore del corso, referente nazionale della Società Italiana di Pediatria (SIP) per abusi e maltrattamenti e professore di Pediatria presso l’Università Campus Bio-Medico di Roma. “Come dimostra lo studio inglese – commenta Ferrara -, i minori abusati diventeranno adulti che non solo vivono peggio ma invecchiano prima perché lo stress e le modificazioni biochimiche, scatenate dalle violenze subite, determinano una erosione dei telomeri, cioè di quella parte del Dna che decide quanto dobbiamo vivere, influenzando le condizioni di salute da adulti. Alcuni recenti studi – aggiunge l’esperto – ci dicono persino che lo stress continuo e ripetuto delle bambine vittime di più abusi sessuali può determinare in età adulta una maggiore incidenza di tumori, con un rischio due volte più alto”. 

A metterlo in luce è una ricerca pubblicata di recente su “BioMed Central Cancer”, condotta dalla Public Health Agency of Canada, su un campione di 21.915 individui (9.783 uomini e 12.132 donne), ai quali i ricercatori hanno chiesto se gli era stato diagnosticato un cancro. Dai risultati, è emerso che le donne che avevano riferito una diagnosi di tumore erano il 9,6%, mentre gli uomini erano il 6% e che tali percentuali salivano al 18,4% nelle donne vittime di frequenti episodi di abuso fisico, mentre aumentavano lievemente al 6,4% per gli uomini con la stessa storia alle spalle di maltrattamenti[1].

Gli abusi sui minori e le conseguenze che ne derivano nel breve e nel lungo termine rappresentano un rilevante problema di salute pubblica, perché segnano profondamente i bambini e i ragazzi che ne sono vittime e, se non gestiti correttamente, possono determinare lo sviluppo di problemi che andranno a minare in molti modi la vita da adulti. Per questo Menarini rilancia “Facing Abuse 2.0. Emersione e comunicazione negli abusi infantili e adolescenziali”, il progetto di corsi formativi, realizzato con il patrocinio della Società Italiana di Pediatria (SIP) e della Federazione Italiana Medici Pediatri (FIMP), rivolto ai pediatri, per aiutarli a intercettare i segnali di maltrattamento e a riconoscere le conseguenze che ne possono derivare da adulti. 

“In questo quadro la nostra iniziativa – dichiara Ferrara – assume un’importanza significativa, orientata alla tutela della salute pubblica, perché attraverso la diffusione e la formazione delle conoscenze sui temi dell’abuso e del maltrattamento, intendiamo raggiungere l’ambizioso obiettivo di prevenire sia la reiterazione delle violenze che delle malattie che maggiormente possono colpire le vittime una volta divenute adulte”.   

Dopo l’incontro inaugurale di oggi a Milano, presso l’UNAHOTELS Century, l’iniziativa proseguirà fino a metà dicembre in altre 9 città: Roma, Ascoli, Foggia, Milano, Napoli, Palermo, Pisa, Torino e Trieste.

I NUMERI DEGLI ABUSI SUI MINORI IN ITALIA

In base all’ultimo Rapporto sui minorenni vittime di abusi della Direzione Centrale della Polizia Criminale, che ha analizzato i dati del 2021 e del primo semestre del 2022, confrontandoli con il 2020, sono aumentati del 54% i casi di abusi sui minori nelle scuole. In crescita è anche la violenza sessuale che aumenta del 19%. Nel 2022, i reati contro i bambini nel complesso sono diminuiti del 10%, da 19.431 a 17.475. Nel 2021 il numero totale degli abusi sui minori era aumentato del 5% rispetto al 2020, anno delle restrizioni dovute alla pandemia. Raddoppiati anche fra il 2020 e il 2021 i casi di sex tortion, cioè i ricatti a sfondo sessuale per estorcere denaro sul web contro i minorenni. Anche l’adescamento on line è aumentato del 33% nel 2021 rispetto all’anno precedente. La fascia d’età più colpita è quella degli under 14 e il numero delle vittime è in maggioranza di sesso femminile. Fra gli autori di reato, prevalgono gli uomini di età compresa fra i 35 e i 64 anni.  

[1] https://bmccancer.biomedcentral.com/articles/10.1186/s12885-019-6481-8/tables/2
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