Settimana corta lavorativa: Intesa Sanpaolo arriva all’accordo con i sindacati. Novità in arrivo anche sulla sperimentazione dello smart working
Dopo aver introdotto in maniera unilaterale la settimana corta da gennaio, per Intesa Sanpaolo arriva anche l’accordo con i sindacati del settore bancario. L’intesa, assicura il colosso del credito, “migliora ulteriormente” le misure su settimana corta, lavoro agile e flessibilità dell’orario introdotto con la riorganizzazione varata alla fine dello scorso anno e sulla quale non si era trovato una convergenza con i sindacati di categoria.
L’accordo prevede la sperimentazione dello smart working in oltre 280 filiali della banca dei territori e della divisione Private, l’aumento dell’indennità di buono pasto a 4,50 euro al giorno per le giornate di lavoro da casa. Novità anche sulla settimana corta (da gennaio si può scegliere di lavorare nove ore al giorno per quattro giorni alla settimana): saranno 40 le filiali di grandi dimensioni di Intesa Sanpaolo dove può essere applicata la settimana corta su base volontaria, a parità di retribuzione secondo le esigenze tecnico-operative dell’azienda. Dall’1 novembre, inoltre, il personale di oltre 250 filiali di piccole dimensioni potrà richiedere e fruire volontariamente della settimana corta, nel giorno di chiusura della filiale (ricompreso tra martedì, mercoledì e giovedì).
Non solo, è confermata anche la possibilità di gestire in maniera elastica l’orario di lavoro: si potrà ‘timbrare il cartellino’ tra le 7 e le 10 del mattino con conseguente spostamento dell’orario di fine lavoro, sia nel caso di smart working sia nel lavoro in presenza, anche lavorando in ‘settimana corta’. Dall’1 gennaio hanno aderito al nuovo lavoro flessibile 40.000 persone, circa il 70% del personale che poteva accedere a questi strumenti prima dell’accordo con i sindacati (strutture di governance e filiali), mentre in 17.000 hanno scelto la settimana corta, il 60% del personale full time delle strutture di governance e di 12 grandi filiali.