Le mostre in corso fino ad agosto (Shanghai) e settembre (Pechino) faranno conoscere al pubblico cinese i dipinti delle collezioni delle Gallerie degli Uffizi
Doppia presenza degli Uffizi in Cina: le Gallerie portano contemporaneamente nel grande paese asiatico non una ma ben due mostre. Una nella capitale economica, Shanghai, l’altra in quella politica, Pechino, con il sostegno dell’Ambasciata d’Italia a Pechino.
“Botticelli e il Rinascimento”, in corso fino al 27 agosto al Bund One Art Museum, comprende una selezione di dipinti dei maestri fiorentini del Quattrocento; è la seconda nella serie di dieci mostre del museo fiorentino in programma nei prossimi quattro anni nella città più popolata della Cina.
“Capolavori dell’autoritratto dalla collezione delle Gallerie degli Uffizi”, è il titolo della mostra al National Museum of China di Pechino fino al 10 settembre. Si tratta di dipinti dal Rinascimento ad oggi, con opere di Raffaello, Rubens, Rembrandt, ma anche di Ingres, Morandi, Chagall, Yayoi Kusama e Cai Guo-Qiang. La raccolta di autoritratti del celebre museo fiorentino è la più antica, ricca e numerosa al mondo con le sue oltre duemila opere. Spaziando dal sedicesimo al ventunesimo secolo, le opere a Pechino presentano l’evoluzione di stile e di mentalità degli artisti, facendo comprendere al pubblico il genere dell’autoritratto nella storia della pittura.
La mostra di Shanghai si snoda in quattro capitoli: “Firenze e il Rinascimento: città famose e famiglie potenti”, “Palazzi e decorazioni nel Rinascimento”, “Il Rinascimento e l’antica civiltà” e “Botticelli e gli artisti fiorentini nel Rinascimento”. Oltre ad alcuni dipinti di Botticelli (tra le quali “Pallade e il Centauro”, simbolica della cultura al tempo di Lorenzo il Magnifico) ve ne sono esposti altri dei suoi contemporanei, Tra questi, il “Ritratto di giovane” di Filippo Lippi, la “Maria Maddalena” del Perugino, la “Venere” di Lorenzo di Credi, e “l’Adorazione dei Magi” di Cosimo Rosselli. Molte opere provengono dai depositi degli Uffizi e non sono normalmente visibili al pubblico.
Nella mostra di Pechino i dipinti dagli Uffizi sono in totale 50. Il volto blu di Chagall, la figura severa di Giorgio Morandi, che si dipinge asciutto come una delle sue nature morte, presenze ironiche come Nicola van Houbraken che in un geniale trompe-l’oeil sembra squarciare la tela e uscire dal quadro, o l’Autocaffè di Balla e l’autoritratto di Guttuso. La mostra permette agli artisti di raccontarsi e descrivere attraverso il proprio sguardo l’epoca in cui hanno vissuto.
Avviata nel Seicento dal cardinale Leopoldo de’ Medici, e mai interrotta nel corso dei secoli, tuttora in aumento grazie ad acquisizioni mirate di opere di artisti non più in vita e a donazioni accuratamente selezionate di artisti contemporanei, la raccolta di autoritratti degli Uffizi non ha rivali nel panorama museale di tutto il mondo. L’autoritratto è l’unico modo per gli artisti viventi di entrare nella prestigiosa collezione del celebre museo vasariano: recentemente vi sono state accolti anche lavori di street art e del fumetto.
Le due mostre nascono da una collaborazione tra i due musei cinesi e le Gallerie degli Uffizi, con il sostegno dell’Ambasciata d’Italia a Pechino, del Consolato Generale d’Italia a Shanghai e degli Istituti Italiani di Cultura di Pechino e Shanghai.
Il direttore delle Gallerie degli Uffizi Eike Schmidt: “Le due mostre sono frutto della vera sinergia tra le squadre curatoriali dei due musei cinesi e le Gallerie degli Uffizi, e si incentrano su due temi importantissimi della nostra cultura. Da un lato dipinti di Botticelli e dei comprimari del Rinascimento a Firenze, dall’altro il fenomeno dell’autoritratto con un’antologia di opere dalle collezioni degli Uffizi, la più importante e antica al mondo”.