Miastenia grave: Sanofi blocca studio di fase III su tolebrutinib


Sanofi sta interrompendo lo studio di Fase III su tolebrutinib, un inibitore BTK in fase di sperimentazione per la miastenia gravis

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Sanofi sta interrompendo lo studio di Fase III su tolebrutinib, un inibitore BTK in fase di sperimentazione per la miastenia gravis (MG). Lo ha annunciato l‘azienda francese nella relazione finanziaria relativa all’intero anno 2022. Secondo la biofarma d’Oltralpe, la decisione di abbandonare il programma per la MG è stata determinata dal “panorama competitivo emergente” in questo spazio terapeutico.

Sanofi aveva ottenuto l’accesso a tolebrutinib nel 2017, quando ne aveva acquisito i diritti per un massimo di 765 milioni di dollari per ottenere la licenza da Principia Biopharma. All’epoca, il tolebrutinib veniva sviluppato principalmente come farmaco per la sclerosi multipla (SM). Sanofi ha poi acquistato l’intera Principia per 3,68 miliardi di dollari nell’agosto 2020.

Tolebrutinib è un inibitore orale a piccola molecola dell’enzima BTK, un componente cruciale nel percorso di sviluppo delle cellule B che producono anticorpi. La disattivazione della funzione di questa proteina può potenzialmente ridurre l’eccessiva attivazione delle cellule B, che sono note per il loro ruolo nelle patologie autoimmuni come la MG e la SM.

Questo meccanismo d’azione ha dato a tolebrutinib promettenti risultati nelle fasi iniziali. Nel 2018, i primi risultati di uno studio di Fase I hanno dimostrato che il candidato era sicuro e ben tollerato e poteva attraversare la barriera emato-encefalica e raggiungere concentrazioni terapeutiche nel liquido cerebrospinale.

Alla luce di questi risultati, Sanofi aveva intravisto il potenziale di tolebrutinib come trattamento per la SM e altre patologie del sistema nervoso centrale. Lanciato alla fine del 2021, URSA è stato uno studio randomizzato, in doppio cieco e controllato con placebo di tolebrutinib in oltre 150 pazienti con MG generalizzata da moderata a grave trattati con le cure standard.

Nel giugno 2022, l’Fda ha posto il tolebrutinib in parziale disuso clinico, sia nella SM che nella MG, a seguito di casi di lesioni epatiche indotte dal farmaco. Pur avendo abbandonato lo studio sulla MG, Sanofi continuerà a valutare ibrutinib nella SM recidivante, primariamente progressiva e secondariamente progressiva.

La decisione di Sanofi di abbandonare il programma di tolebrutinib per la MG è stata determinata principalmente da uno spazio terapeutico oramai affollato da una solida concorrenza.

Nell’ottobre 2017, la Fda ha ampliato l’indicazione di Soliris (eculizumab), farmaco di successo di Alexion, includendo la MG generalizzata negli adulti positivi agli anticorpi anti-acetilcolina. L’anno scorso, la filiale di AstraZeneca ha rafforzato la sua leadership nel settore della MG con l’approvazione di Ultomiris (ravulizumab-cwvz).

Ad Alexion/AstraZeneca si è aggiunta l’olandese Argenx con Vyvgart (efgartigimod alfa-fcab), che ha ottenuto l’approvazione della FDA per la MG generalizzata nel dicembre 2021.  Nell’agosto del 2022 il farmaco è stato approvato anche in Europa.

C’è poi anche Ucb che ha due trattamenti in sviluppo per la miastenia grave generalizzata (MG) – zilucoplan e rozanolixizumab – i quali continuano a mostrare benefici nei pazienti affetti da MG, secondo i risultati di studi di Fase 3 recentemente riportati. Il dossoer di rozanolixizumab viene attualmente valutato da Fda ed Ema e una decisione è attesa per il 2Q del 2023.
Entrambi somministrati sotto forma di iniezioni sottocutanee, zilucoplan agisce bloccando una proteina del sistema immunitario chiamata C5, implicata nella genesi della MG, mentre rozanolixizumab agisce riducendo il tempo che gli anticorpi che causano la MG trascorrono in circolo nel sangue.