Carcinoma epatocellulare: il trattamento adiuvante con atezolizumab più bevacizumab riduce il rischio di recidiva secondo nuovi dati
Roche ha annunciato che uno studio di fase 3 su pazienti con carcinoma epatocellulare (HCC) in stadio iniziale ad alto rischio di recidiva sottoposti a terapia adiuvante con l’inibitore di PD-L1 atezolizumab in combinazione con bevacizumab dopo la chirurgia ha centrato l’endpoint primario, rappresentato dalla sopravvivenza libera da recidiva (RFS). L’azienda ha dichiarato che i dati dello studio, chiamato IMbrave050 saranno discussi con varie agenzie regolatorie, tra cui la Food and drug administration e l’Agenzia Europea per i Medicinali.
Levi Garraway, responsabile dello sviluppo globale dei prodotti di Roche, ha dichiarato: «IMbrave050 è il primo studio di fase 3 a dimostrare che una combinazione di immunoterapie riduce il rischio di recidiva in persone affette da questo tipo di HCC».
IMbrave050 è uno studio randomizzato che ha coinvolto 662 pazienti assegnati al fase 3con atezolizumab e bevacizumab per un massimo di 12 mesi, oppure la sorveglianza attiva senza nessun intervento.
Secondo quanto riferito dall’azienda, un’analisi ad interim pre-specificata ha dimostrato che la terapia adiuvante con atezolizumab più bevacizumab ha migliorato in modo significativo la RFS nella popolazione Intention-To-Treat di pazienti affetti da HCC a maggior rischio di recidiva dopo resezione o ablazione con intento curativo, rispetto alla sorveglianza attiva.
I dati sulla sopravvivenza globale (OS), invece, non erano ancora maturi al momento dell’analisi.
La sicurezza del regime atezolizumab e bevacizumab, si legge nella nota di Roche, è «coerente con il profilo di sicurezza noto di ciascuno dei due agenti e con la malattia sottostante».
Ulteriori risultati dello studio dovrebbero essere presentati in occasione di uno dei prossimi congressi del settore.
Atezolizumab è un attualmente approvato in combinazione con bevacizumab per il trattamento del carcinoma epatocellulare non resecabile, dove è ormai considerato lo standard di cura. L’approvazione di questa indicazione si è basata sui dati dello studio IMbrave150, in cui il trattamento con la combinazione di atezolizumab e bevacizumab ha dimostrato di migliorare in modo significativo l’OS rispetto allo standard di cura.