Idorsia, nell’ambito dei suoi progetti di ricerca, si occupa dello studio e dello sviluppo di opzioni terapeutiche per l’insonnia
Idorsia nell’ambito dei suoi progetti di ricerca si occupa dello studio e dello sviluppo di opzioni terapeutiche per l’insonnia, patologia con un impatto negativo sulla qualità di vita sociale e lavorativa delle persone colpite.
Parla Francesco Scopesi, GM dell’azienda.
Come è focalizzato l’impegno dell’Azienda per cambiare la percezione dell’insonnia?
Oggi l’insonnia viene considerata un mero sintomo spesso in comorbidità con patologie psichiatriche e neurologiche ritenute più serie. Abbiamo capito che la prima cosa da fare è proprio cambiare questa percezione ed elevare l’insonnia cronica alla dignità di vera e propria “malattia”, non solo di sintomo. L’insonnia ha un impatto molto significativo sulla qualità di vita del paziente sia dal punto di vista del riposo notturno sia dal punto di vista della funzionalità diurna, in quanto il buon funzionamento dell’organismo durante il giorno sotto molteplici aspetti – ad esempio la vigilanza, l’attenzione, le relazioni interpersonali, la regolazione delle emozioni – viene impattato negativamente da un sonno disturbato o non fisiologico. Di fronte a questa situazione, come Idorsia Italia, abbiamo intrapreso o sostenuto una serie di iniziative educazionali per migliorare la formazione del medico e la sua consapevolezza dell’impatto che l’insonnia cronica ha sulla vita del paziente. Per poter affrontare l’insonnia cronica è importante fare una corretta diagnosi, studiarla in modo specifico, personalizzando l’approccio terapeutico in base al profilo del paziente. Per questo, abbiamo sponsorizzato diverse iniziative realizzate dalle Società scientifiche, in primis con AIMS – la Società Italiana di Medicina del Sonno. Quando parliamo di formazione ci sforziamo di utilizzare tutti i canali disponibili integrando le modalità residenziali più classiche con la formazione a distanza e l’uso delle piattaforme digitali. Sappiamo che ad oggi l’insonnia è seguita da un gruppo molto ristretto di clinici, principalmente operanti nell’ambito dei Centri di Medicina del Sonno, noi vogliamo favorire l’allargamento della cultura del sonno in Italia. Sappiamo che al paziente non viene chiesto “come dormi”? che è invece una domanda fondamentale. L’insonnia è ancora molto sottovalutata, tutto questo deve cambiare.
Cosa significa in questo senso, l’arrivo in Italia di una opportunità terapeutica come daridorexant, che rappresenta una grande innovazione in quanto primo di una classe di farmaci specifici per l’insonnia?
Riteniamo che l’arrivo di daridorexant possa rappresentare una innovazione importante nel modo di affrontare l’insonnia cronica, offrendo nuovi strumenti all’armamentario del clinico che affronta questa malattia. Si tratta di un farmaco indicato specificatamente per l’insonnia cronica e con dati fino a 12 mesi. Grazie alla capacità di combinare l’efficacia sui parametri notturni del sonno, sia sulla funzionalità diurna sia nelle misurazioni oggettive che nelle percezioni soggettive del paziente, daridorexant può rappresentare un’arma in più per combattere l’insonnia. Ricordiamo che insonnia non è solo dormire poco o dormire male ma è anche non “funzionare” bene di giorno. Il fatto che un farmaco possa garantire un buon sonno e migliorare il funzionamento diurno dell’organismo è davvero un passo avanti importante nell’approccio terapeutico a questa patologia. Nel momento in cui il medico conosce l’insonnia, sa diagnosticare il tipo di insonnia e può offrire la cura migliore, restituendo la qualità di vita che il paziente aveva perso da tempo. La soddisfazione più grande per un’Azienda farmaceutica è aiutare il medico ad aiutare il paziente; indirettamente quindi aiutiamo il paziente a stare meglio e a trovare una via d’uscita da una condizione cronica e invalidante.