La bottega orafa Paolo Penko ricrea la cintura di Eleonora di Toledo


La cintura di Eleonora di Toledo riprende vita. A crearla la bottega orafa Paolo Penko di Firenze: la realizzazione in occasione delle celebrazioni per i 500 anni dalla nascita

la cintura di eleonora di toledo

Una riproduzione attenta e curata della cintura che la duchessa di Firenze, Eleonora di Toledo, amava indossare e che mostra nel suo celebre ritratto, dipinto dal Bronzino ed esposto nella Galleria degli Uffizi. A realizzarla è stata la bottega orafa Paolo Penko di Firenze, per celebrare i 500 anni dalla sua nascita. Per l’occasione, sabato 10 giugno, l’opera sarà visibile negli spazi di Penko Bottega Orafa in via delle Oche 20r a Firenze.

«Questo prezioso gioiello – spiega il maestro orafo Paolo Penko – va ad arricchire la collezione privata dell’Oreria medicea. Collezione di cui fanno già parte la Corona Granducale di Cosimo I e il suo Gran Collare del Toson d’oro, lo Scettro Mediceo, e Il Fiorentino, noto anche come il Gran Diamante di Toscana, nella montatura con cui lo indossava Maria Maddalena d’Austria. La realizzazione della Cintura ha richiesto due anni in cui, come per le altre opere citate, il nostro lavoro creativo è stato sostenuto da un attento studio storico, tecnico e iconografico».

I dettagli dell’opera

Realizzata in argento dorato, la cintura misura 177 cm. Come nel dipinto, si alternano due tipologie di maglie, per un totale di 115 elementi, raccordano 11 castoni e il prezioso bussolotto. Tutti i castoni sono ornati da una coppia di tralci che avvolgono le pietre, naturali e di sintesi, e si intrecciano in prossimità della catena. Il castone centrale, di dimensioni maggiori, accoglie un grande granato a tavola, il cui colore è richiamato da altre due pietre a tavola più piccole. Quattro castoni accolgono cristalli di rocca, sempre di taglio a tavola, simbolo d’innocenza, fede e verità. Il colore bianco ritorna anche nella perla del grande castone ovoidale che sormonta il bussolotto e in quella più piccola del terminale.

Gli smeraldi hanno invece tagli differenti. I tre colori (rosso, verde e bianco) simboleggiano per tradizione le virtù teologali (fede, speranza e carità), ma anche amore, nobiltà d’animo e fertilità. Inoltre, il retro di tutti i castoni è inciso in stile fiorentino; mentre quello della perla più grande si apre per mostrarne anche l’altro lato, gli altri sono chiusi e impreziositi da iscrizioni e simboli. Il grande castone centrale mostra gli stemmi riuniti della famiglia Medici e di Toledo; quello a fianco rappresenta l’iscrizione celebrativa dei 500 anni (1522-2022) dalla nascita della duchessa. Uno di questi riporta il suo nome, “Leonora”. Infine, il motto “Cum pudore laeta foecunditas” con l’emblema della pavoncella che ripara i pulcini sotto le proprie ali, entrambi scelti appositamente per lei dal marito Cosimo I de Medici. Il disegno dell’emblema è ispirato al retro della medaglia di Eleonora realizzata da Domenico Poggini nel 1551.

Il pezzo d’eccezione della cintura è il bussolotto. Questo particolare gioiello è noto anche con il nome di “pomander”, ovvero “pomo d’ambra”, la cui diffusione oltralpe si deve a Caterina de Medici che ne lanciò la moda presso la corte francese. La superficie traforata serviva a rilasciare il profumo di una sfera di ambra grigia custodita al suo interno. I bussolotti, che spesso contenevano anche erbe aromatiche e spezie, avevano la funzione di allontanare i cattivi odori e si pensava proteggessero dalle malattie.  Si usava indossarli appesi al collo o, come in questo caso, su cinture decorative.

L’elaborato traforo del bussolotto di Eleonora è un tipico ornato fiorentino a girali, volute e foglie. La parte superiore, composta da due semisfere, è incernierata alla base cilindrica leggermente svasata. Sei granati, tagliati a ciottolo, sono disposti in modo da creare un’alternanza tra la parte superiore ed inferiore.

Dalla base del bussolotto nasce una vistosa nappa, con oltre 1500 perle di diverse sfumature di colore, disposte su 60 fili, ciascuno chiuso da un piccolo elemento la cui forma si rifà al residuo del calice del melograno. Questa sovrabbondanza di perle richiama i grani del frutto ricamato proprio sull’abito con cui Eleonora è stata ritratta e ne enfatizza la simbologia di abbondanza e prosperità.

Una curiosità. Il bussolotto di Eleonora di Toledo conteneva resine odorose, avvolgenti e balsamiche, frammiste all’aroma profondo e misterioso dell’ambra grigia, insieme alle note pungenti e aromatiche delle spezie più preziose, come la cannella e i chiodi di garofano, la noce moscata, il cardamomo ed altre ancora. A queste materie venivano attribuite virtù magiche e curative. Il creatore di fragranze, Lorenzo Villoresi, lo ha realizzato con le stesse caratteristiche dell’epoca.