Miastenia gravis: esiti migliorati da rozanolixizumab


Rozanolixizumab ha migliorato gli esiti dei pazienti con miastenia gravis generalizzata positiva agli anticorpi anti-tirosinchinasi muscolo-specifica (MuSK Ab+)

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Secondo un poster presentato alla conferenza clinica e scientifica MDA (Muscular Distrophy Association) 2023 a Dallas, rozanolixizumab – inibitore del recettore umano neonatale Fc (FcRn) – ha migliorato gli esiti dei pazienti con miastenia gravis generalizzata positiva agli anticorpi anti-tirosinchinasi muscolo-specifica (MuSK Ab+).

L’eziologia della malattia e il meccanismo d’azione del farmaco
La miastenia gravis è il risultato della presenza di autoanticorpi che attaccano i muscoli, impedendone così la normale funzione; in particolare, gli autoanticorpi colpiscono i recettori deputati alla rilevazione dell’acetilcolina nella placca neuromuscolare (anticorpi anti-recettore nicotinico dell’acetilcolina [AChR]), con il risultato di rendere più difficile e faticoso il movimento.

Una percentuale che arriva fino al 70% dei pazienti affetti da miastenia gravis generalizzata, ma negativi agli anticorpi anti-AChR, è positiva agli anticorpi anti-MuSK.

Rozanolixizumab è un anticorpo monoclonale umanizzato somministrato per via sottocutanea che si lega specificamente, con alta affinità, all’FcRn. È stato progettato per bloccare l’interazione tra FcRn e l’immunoglobulina G (IgG), accelerando il catabolismo degli anticorpi e riducendo la concentrazione di autoanticorpi IgG patogeni.

Utilizzate due diverse dosi dell’anticorpo monoclonale, entrambe efficaci
«La miastenia gravis MuSK Ab+ è spesso più gravis e difficile da trattare rispetto alla miastenia gravis dei pazienti AChR Ab+» ha detto Ali Habib, professore clinico associato di Neurologia alla University of California, Irvine. «Questo studio è stato condotto per analizzare l’efficacia di rozanolixizumab in un sottogruppo di pazienti con miastenia gravis generalizzata MuSK Ab+».

Habib e colleghi hanno arruolato 200 adulti con miastenia gravis di classe II-IVa, MuSK Ab+ o AChR Ab+, in uno studio di fase 3 condotto con rozanolixizumab. I partecipanti sono stati assegnati in modo casuale a ricevere sei dosi settimanali di rozanolixizumab 7 mg/kg, rozanolixizumab 10 mg/kg o placebo.

Sintomi valutati mediante i punteggi di tre differenti scale
I cambiamenti nei sintomi della malattia sono stati valutati utilizzando punteggi delle scale Myasthenia Gravis Activities of Daily Living (MG-ADL), Myasthenia Gravis Composite (MGC) e Quantitative Myasthenia Gravis (QMG).

In base ai risultati, i punteggi MG-ADL sono diminuiti significativamente nei partecipanti che assumevano entrambi i dosaggi di rozanolixizumab rispetto al placebo entro il termine di sei settimane (P < 0,001 in entrambi i casi). La variazione media dei minimi quadrati rispetto al basale è stata di -3,37 per rozanolixizumab 7 mg/kg, 3,4 per rozanolixizumab 10 mg/kg e 0,78 per il placebo.

Anche i punteggi MGC e QMG sono migliorati significativamente rispetto al basale in entrambi i gruppi rozanolixizumab rispetto al gruppo placebo (P < 0,001 in entrambi i casi).

In totale, 21 partecipanti avevano miastenia gravis MuSK Ab+, cinque dei quali hanno ricevuto rozanolixizumab 7 mg/kg. I restanti 16 erano suddivisi equamente tra rozanolixizumab 10 mg/kg e placebo.

Analogamente ai risultati complessivi, le persone con miastenia gravis MuSK Ab+ hanno avuto un miglioramento maggiore rispetto al basale all’MG-ADL durante l’assunzione di rozanolixizumab 7 mg/kg (7,28) o 10 mg kg (4,16) rispetto al placebo (2,28).

Inoltre, i partecipanti con malattia MuSK Ab+ nei gruppi rozanolixizumab 7 mg/kg (14,14) e 10 mg/kg (8,56) hanno avuto un miglioramento maggiore rispetto al basale all’MGC rispetto al gruppo placebo (1,4).

I punteggi dell’QMG hanno seguito la stessa tendenza, con i partecipanti con malattia MuSK Ab+ che hanno avuto un maggiore miglioramento dei punteggi rispetto al basale quando assumevano rozanolixizumab 7 mg/kg (10,79) o 10 mg/kg (7,01) rispetto al placebo (3,87).

«L’efficacia è stata coerente con la coorte complessiva di pazienti» ha sottolineato infine Habib.

Fonte:
Habib A, et al. Poster 146. Presented at: Muscular Dystrophy Association Clinical & Scientific Conference; March 2023. Dallas.