Per prevenire gli effetti negativi degli zuccheri aggiunti, una revisione sistematica raccomanda di limitare l’assunzione a circa 6 cucchiaini al giorno
Per prevenire gli effetti negativi degli zuccheri aggiunti, una revisione sistematica pubblicata sul British Medical Journal (BMJ) raccomanda di limitare l’assunzione a circa 6 cucchiaini al giorno e di consumare meno di una bevanda zuccherata alla settimana.
Ricerche recenti hanno dimostrato che una maggiore assunzione di zuccheri aggiunti, noti anche come “zuccheri liberi”, era collegata a un rischio più elevato di malattia cardiovascolare, e che la loro sostituzione con zuccheri non liberi era inversamente associata sia alla malattia cardiovascolare in generale che all’incidenza di ictus. Gli zuccheri sono stati anche collegati a fattori di rischio per diabete, obesità e altre condizioni patologiche.
Eccessiva assunzione di zuccheri, specialmente tramite bevande
Negli ultimi anni molti studi si sono concentrati sugli effetti negativi delle bevande zuccherate sulla salute, dato il contributo sostanziale all’assunzione totale di zucchero aggiunto e il loro consumo in rapido aumento. In generale, le bevande zuccherate sono la più grande fonte di zuccheri aggiunti, comprese le bibite gassate e non gassate, le bevande alla frutta e quelle sportive ed energetiche.
Il report della Coca-Cola relativo all’anno 2007 ha rivelato che il consumo di bevande zuccherate in India e Cina è aumentato rispettivamente del 14% e del 18% in un anno. Nel 2018 un’indagine trasversale condotta tra le scuole elementari e medie ha mostrato che le bevande zuccherate forniscono il 10-15% del consumo calorico totale degli studenti. I dati della National Health and Nutrition Examination Survey (NHANES) hanno mostrato che, nel 2009-10, il consumo di bevande zuccherate ha contribuito per l’8% e il 6,9% dell’apporto energetico giornaliero rispettivamente tra bambini/adolescenti e adulti negli Stati Uniti. Inoltre un sondaggio globale condotto nel 2010 ha riportato che un totale di 180mila decessi associati all’adiposità potrebbero essere attribuiti al consumo di bevande zuccherate in tutto il mondo.
Tutti questi risultati promuovono lo sviluppo di politiche globali per limitare il consumo di zucchero, comprese le tasse sugli zuccheri, le leggi sull’etichettatura degli alimenti e le restrizioni alla pubblicità e al marketing, hanno osservato gli autori. Nel frattempo, organizzazioni nazionali e internazionali come l’OMS, il Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti e il Dipartimento della salute e dei servizi umani degli Stati Uniti hanno raccomandato di ridurre il consumo di zuccheri liberi o zuccheri aggiunti a meno del 10% dell’apporto energetico giornaliero totale.
«In qualità di componente importante della dieta umana, gli zuccheri si sono dimostrati dannosi in quanto associati a una varietà di fattori di rischio per decenni, in particolar modo obesità, diabete, malattie cardiovascolari, iperuricemia, gotta, accumulo di grasso ectopico, carie dentale e alcuni tipi di cancro» hanno scritto il primo autore Yin Huang e colleghi del dipartimento di urologia dell’Università di Sichuan a Chengdu, in Cina. «Prima di sviluppare politiche dettagliate per la restrizione dello zucchero, la qualità delle evidenze esistenti sull’associazioni tra il consumo di zucchero nella dieta e gli esiti di salute deve essere valutata in modo completo».
Un’ampia revisione della letteratura
A tal fine i ricercatori hanno condotto una revisione delle metanalisi esistenti per valutare i potenziali pregiudizi, la validità e la qualità delle evidenze negli studi disponibili sull’assunzione di zucchero e sulle relative conseguenze sulla salute, includendo 73 metanalisi di 8.601 lavori pubblicati che coprivano oltre 80 esiti di salute.
Hanno scoperto che alti livelli di assunzione di zucchero sono generalmente più dannosi che benefici, in particolare quando si tratta di malattie cardiometaboliche. Hanno raccomandato di ridurre l’assunzione di zucchero aggiunto a meno di 25 g al giorno, circa 6 cucchiaini da tè, e di consumare meno di una bevanda zuccherata al giorno per limitare gli effetti negativi dello zucchero.
Consumo di zucchero associato a svariati problemi di salute
Gli autori hanno specificamente rilevato delle associazioni dannose significative tra l’assunzione di zucchero e:
- 18 esiti endocrini/metabolici come indice di massa corporea più elevato e diabete
- 10 esiti cardiovascolari come ictus, pressione alta e infarto del miocardio
- 7 esiti di cancro, tra cui tumore alla mammella, pancreas e prostata
- 10 ulteriori esiti, tra cui allergici, dentali, epatici, ossei e neuropsichiatrici
Hanno inoltre aggiunto che evidenze di qualità moderata indicavano che livelli più alti di assunzione di zucchero, rispetto a livelli più bassi, erano collegati all’aumento del peso corporeo e all’accumulo di grasso ectopico.
Evidenze di bassa qualità hanno suggerito che ogni porzione di bevande zuccherate alla settimana era collegata a un rischio maggiore del 4% di sviluppare gotta. Inoltre, ogni incremento di 250 ml al giorno di assunzione di bevande zuccherate è stato collegato a un rischio maggiore del 4% di decesso per tutte le cause e a un rischio maggiore del 17% di malattia coronarica. Altre evidenze di bassa qualità hanno indicato che ogni incremento di 25 g di consumo di fruttosio al giorno era collegato a un rischio maggiore del 22% di cancro al pancreas.
«In base alle raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e del World Cancer Research Fund/American Institute for Cancer Research e ai nostri risultati, consigliamo di ridurre il consumo di zuccheri liberi o zuccheri aggiunti a meno di 25 g/giorno e di limitare il consumo di bevande zuccherate a meno di una porzione a settimana (da circa 200 ml a 355 ml/settimana)» hanno concluso. «Per cambiare i modelli di consumo di zucchero, specialmente nei bambini e negli adolescenti, è urgentemente necessaria una combinazione di una diffusa educazione sanitaria pubblica e di politiche adeguate a livello globale».
Referenze
Huang Y et al. Dietary sugar consumption and health: umbrella review. BMJ. 2023 Apr 5;381:e071609.