La carenza di sonno aggrava i sintomi dell’asma


I pazienti affetti da asma che dormono meno di 6 ore a notte sono a maggior rischio di asma non controllato e di esacerbazioni da moderate a gravi

insonnia cronica

Stando ai risultati di uno studio pubblicato su The Journal of Allergy and Clinical Immunology: In Practice, i pazienti affetti da asma che dormono meno di 6 ore a notte sono a maggior rischio di asma non controllato e di esacerbazioni da moderate a gravi. Di conseguenza, la durata del sonno potrebbe avere un ruolo non di poco conto nella gestione dell’asma, stando agli autori del lavoro.

Disegno e risultati dello studio
Lo studio – prospettico, di coorte della durata di un anno – ha arruolato 522 pazienti (età mediana, 45 anni; 64,8% donne) di età pari o superiore a 18 anni. con asma stabilizzato, in cura presso un policlinico universitario della capitale cinese tra il 2015 e il 2019. Di questi, 58 dormivano meno di 6 ore a notte, 380 presentavano una durata del sonno compreso tra le 6 e le 8 ore mentre 84 dormivano più di 8 ore a notte.

I pazienti appartenenti al gruppo con sonno di breve durata erano più anziani, con un’età mediana di 53 anni rispetto all’età mediana di 44 anni del gruppo con durata del sonno nella norma e di 47,5 anni del gruppo con sonno di lunga durata (P < 0,001). Inoltre, i pazienti del gruppo con sonno di lunga durata si caratterizzavano per una percentuale maggiore di atopia rispetto al gruppo con durata del sonno nella norma (51,9% contro 36,2%; P < 0,05) e una percentuale inferiore di ricorso agli steroidi inalatori (ICS) o LABA di (44% contro 60,3%; P <0,05).

Tuttavia, i ricercatori hanno affermato di non aver riscontrato differenze statisticamente significative tra i tre gruppi per quanto riguarda le percentuali predette di FEV1, il BMI o lo stato di salute in base ai punteggi del questionario sulla qualità di vita dell’asma.

I gruppi, inoltre, non mostravano differenze significative nella conta o nelle percentuali dei granulociti del sangue periferico, comprese le cellule totali, gli eosinofili, i neutrofili, i linfociti, i monociti o i basofili.

I livelli sierici mediani di IgE totali erano più bassi nel gruppo con durata del sonno di breve durata (76,63 UI/mL) rispetto ai pazienti con durata del sonno nella norma (146 UI/mL) e di lunga durata (103,34 UI/mL).

I livelli mediani della frazione esalata di ossido nitrico (FeNO) sono risultati più elevati nel gruppo con durata del sonno nella norma (41 ppb) rispetto al gruppo di pazienti con durata del sonno breve (25 ppb; P =0,006) e lunga (32 ppb; P = 0,048).

Tuttavia, come per i granulociti del sangue periferico, non ci sono state differenze significative nella conta o nelle percentuali dei granulociti dell’espettorato, come le cellule totali, gli eosinofili, i neutrofili, i linfociti o i macrofagi tra i tre gruppi in studio.

I ricercatori hanno inoltre documentato la presenza di una infiammazione significativa delle vie aeree nel gruppo di pazienti con durata breve del sonno rispetto al gruppo di pazienti con durata del sonno nella norma, sulla base dei livelli di IL-6 (53,52 pg/mL contro 16,41 pg/mL; P = 0,006) e TNF-alfa (24,75 pg/mL contro 8,9 pg/mL; P =0,02).

Le proporzioni di pazienti con asma di tipo 2 comprendevano il 44,8% di pazienti con durata del sonno di breve durata, il 69,7% di quelli con durata del sonno normale e il 64,3% di quelli con durata del sonno di lunga durata (P = 0,001), ma non vi erano differenze nelle proporzioni di asma eosinofilo o a insorgenza tardiva o nella gravità dell’asma tra i gruppi.

Inoltre, non sono state riscontrate differenze nei punteggi dell’Asthma Control Questionnaire tra i gruppi, anche se i ricercatori hanno notato una percentuale maggiore di asma scarsamente controllato nel gruppo di pazienti con durata del sonno breve rispetto al gruppo di pazienti con durata del sonno nella norma (41,4% contro 23,7%; P < 0,017).

I risultati di un’analisi di regressione logistica, infine, hanno documentato l’esistenza di  un’associazione significativa tra la breve durata del sonno e l’asma scarsamente controllatp, con un odds ratio di 2,275 (IC95%:1,282-4,036) e un odds ratio aggiustato di 2,741 (IC95%: 1,379-5,447).

Successivamente, i ricercatori hanno seguito un anno dopo 491 di questi pazienti, di cui 363 con durata del sonno nella norma, 53 con durata del sonno breve e 75 con durata del sonno lunga. E’ emerso da questo follow-up che il 26,9% di questi pazienti (n=132) era andato incontro ad esacerbazioni asmatiche di grado moderato-grave. Non sono emerse, però, differenze significative di incidenza di questi eventi e di frequenza delle esacerbazioni moderate o gravi tra i 3 gruppi in studio.

Tuttavia, dopo aver aggiustato i dati in base al sesso, all’età, al BMI, allo stato di fumatore e a quello atopico, all’impiego di farmaci, al riscontro di esacerbazioni asmatiche gravi pregresse, alla percentuale predetta di FEV1 e al riscontro di asma grave, i ricercatori hanno dichiarato che il gruppo di pazienti con durata breve del sonno presentava un tasso di incidenza aggiustato di esacerbazioni asmatiche da moderate a gravi nei 12 mesi successivi pari a 1,798 (IC95%: 1,098-2,942) rispetto al gruppo con durata del sonno nella norma.

Riassumendo
In conclusione, considerando il rischio di asma scarsamente controllato e di esacerbazioni da moderate a gravi significativamente aumentato tra questi pazienti, i ricercatori hanno affermato che la durata del sonno può essere una caratteristica potenzialmente trattabile con interventi terapeutici nella gestione dell’asma.

Bibliografia
Wang CY et al. Self-Reported Insufficient Sleep Is Associated With Clinical and Inflammatory Features of Asthma: A Prospective Cohort Study. J Allergy Clin Immunol Pract. 2023 Apr;11(4):1200-1210.e4. doi: 10.1016/j.jaip.2022.12.011. Epub 2022 Dec 26. PMID: 36581067.
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