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Luigi Arcari pubblica “Romeo e Giulietta: Il gioco dell’amore”

festa del libro

Un succedersi di narrazioni, di simulazioni letterarie per descrivere possibili evoluzioni dell’amore: Luigi Arcari in libreria con “Romeo e Giulietta: Il gioco dell’amore”

Il libro non è un romanzo e non è una raccolta di racconti.

“Romeo e Giulietta” è un pamphlet, un divertimento fra testo e concetti, un gioco che è incentrato sull’amore, esplicitamente richiamato nel sottotitolo. “Il gioco dell’amore” è un artificio letterario. Etimologicamente, il termine “artificio” assume sostanzialmente un duplice significato. Da una parte richiama direttamente l’arte, quindi il mestiere, il talento, l’abilità nell’operare e nell’utilizzo dell’intelletto. Dall’altra evoca il ricorso all’espediente, all’astuzia e all’inganno, per creare un’illusione, raggiungere un determinato obiettivo. Un fine buono e onesto, quindi, associato ad uno ambiguo e truffaldino. Il libro combina appunto la narrazione letteraria, drammaturgica nei rimandi, surreale e sarcastica nel suo sviluppo, con un sottofondo di ipotesi e correlazioni, alchimie di rapporti e legami, per simulare l’evoluzione delle passioni, comprendere e incidere sul decorso degli affetti. Il gioco è un’esperienza sui sentimenti. È il gioco dell’amore. Ma il fine truffaldino non si esaurisce in una disordinata e confusa congerie di ipotesi. Le correlazioni sottendono, senza esplicitamente richiamarli, modelli matematici di evoluzione che hanno alla loro base strumenti rigorosi e sofisticati, utili per analizzare non solo le relazioni sentimentali, come in questo caso, ma nel campo della fisica, della biologia, della dinamica delle popolazioni, della meteorologia e dell’economia, solo per citare qualche esempio. Il gioco, quindi, anche come facilitatore dell’apprendimento, subdolamente.

Ma in che consiste esattamente il gioco? Il demiurgo, il divino artigiano che plasma la materia sul modello delle idee, per sfuggire all’accidia si dedica al gioco dell’amore. Individua nel genere umano un Romeo e una Giulietta, con i quali trastullarsi. Li fa incontrare e fa scoccare il reciproco colpo di fulmine. Congettura quindi alcune ipotesi sull’articolarsi del sentimento di amore in Romeo e in Giulietta, tra Romeo e Giulietta, per quindi avviare il tempo umano che traccia l’evoluzione del loro amore. Ma ogni volta trova insoddisfacente il dispiegarsi del divenire, la conclusione alla quale portano le correlazioni ipotizzate. Ritiene quindi necessario intervenire, esplorare altre assunzioni, far percorrere a Romeo e a Giulietta altre traiettorie, altre vite. Riavvolge allora il nastro del tempo umano, lo resetta. E si ricomincia. Finché non trova la giusta alchimia, la corretta dinamica dei sentimenti e dell’amore. Solo allora il demiurgo si rasserena, è soddisfatto, può tornare ad occuparsi del suo creato.

“Romeo e Giulietta” è un succedersi di simulazioni letterarie, per descrivere possibili evoluzioni dell’amore, ognuna condensata infine in una forma grafica. L’appendice fornisce i rudimenti matematici necessari per parlare di amore con la matematica.

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