Che fine ha fatto Prigozhin? Giallo sulla sorte del leader della Wagner


Stop alle misure antiterrorismo in Russia dopo il tentato golpe. Ma Prigozhin, il capo della Wagner che resta indagato, è sparito

Yevgeny Prigozhin

Sono stato revocate le misure “antiterrorismo” a Mosca e nelle regioni di Mosca e Voronezh, con tutte le restrizioni previste. Lo ha confermato il sindaco della capitale Sergey Sobyanin sul suo canale Telegram. Il regime speciale era scattato sabato 24 giugno in seguito alla minaccia di una marcia dal Don a Mosca del gruppo paramilitare ‘Wagner’, guidato da Evghenij Prigozhin, “l’ex cuoco di Putin”.

Come riporta l’agenzia nazionale Ria Novosti citando una fonte interna alla Procura generale, le autorità non hanno invece chiuso l’inchiesta per ammutinamento contro Prigozhin, come invece era previsto tra le clausole dell’accordo raggiunto col movimento paramilitare per porre fine all’insurrezione, mediato dal presidente della Bielorussia Aleksander Lukashenko, con il consenso del presidente Putin. Ma da allora, del capo del gruppo si sarebbe persa ogni traccia. Alcuni giornalisti ed esperti – russi e non – ipotizzano che sia partito alla volta della Bielorussia. Intanto, una testata russa d’inchiesta fa sapere che nel quartier generale del movimento paramilitare – situato nell’Hotel Trezzini di San Pietroburgo – sarebbero state rinvenute banconote del valore di oltre 44 milioni di euro, insieme a partite di droga e carichi di oro e armi.

Gli analisti evidenziano anche la rilevanza della visita di stamani alle truppe russe in Ucraina del ministro della Difesa russo Sergei Shoigu. Proprio contro di lui si è scagliato negli ultimi mesi il capo del gruppo Wagner, accusandolo di essere tra gli artefici della guerra in Ucraina per “vanagloria”, puntando a diventare “il nuovo eroe” della Russia, mentre le ragioni mosse da Mosca di dover “denazificare” e “prevenire un’aggressione di Kiev” sarebbero state “solo menzogne”.