La Corte d’assise d’appello di Torino ha ridotto la pena per Cospito a 23 anni, escludendo l’ergastolo chiesto dall’accusa: quello di Fossano fu un attentato “di lieve entità”
Ventitre anni di carcere per l’anarchico Alfredo Cospito. No all’ergastolo. la Corte d’assise d’appello di Torino ha ribaltato la precedente sentenza sulla vicenda della Fai (Federazione anarchica informale) e su alcuni attentati degli ultimi anni, di cui doveva essere ricalcolata l’entità come chiesto dalla Corte costituzionale. La decisione dei giudici è arrivata dopo quattro ore di camera di consiglio. In particolare, a dover essere rivalutato era l’entità della condanna per l’episodio dell’attentato alla scuola Carabinieri di Fossano, in provincia di Cuneo (avvenuto il 2 giugno 2006) che era valsa a Cospito la condanna all’ergastolo per via dell’accusa di strage contro la sicurezza dello Stato ( o strage politica). Ma la Corte d’assise d’appello di Torino ha escluso questa lettura e accolto per l’attentato di Fossano l’attenuante del fatto di “lieve entità”. Di qui il ridimensionamento del reato contestato e della condanna.
LA TESI DELL’ACCUSA SU FOSSANO
Procura (e la Cassazione) aveva invece ritenuto di contestare la strage di Stato sostenendo che i due ordigni esplosi, benchè alla fine esplosero senza ferire nessuno, fossero programmati per uccidere dei militari. Le cose andarono così: le bombe carta vennero piazzate dentro i cassonetti, ma erano programmate con un’esplosione distanziata l’uno dall’altro. La prima bomba carta doveva richiamare qualcuno dalla caserma, la seconda ferire o uccidere qualcuno: questa era la linea dell’accusa. In realtà non si fece male nessuno. A chiedere di ricalcolare la pena per questa vicenda era stata invece la Consulta, interpellata dalla Corte d’appello di Torino sul fatto che non fossero state considerate le attenuanti per l’anarchico. È per questo, dopo la decisione della Consulta, che è partito un nuovo processo di secondo grado.
La compagna di Cospito, Anna Beniamino, è stata condannata a una pena da 17 anni e 9 mesi di reclusione. Si tratta di una vicenda che la Cassazione aveva riqualificato come strage politica, punibile dunque con l’ergastolo.
LE PAROLE DI COSPITO AL PROCESSO
Cospito ha seguito l’udienza in video collegamento dal carcere di Sassari ed è intervenuto con una dichiarazione spontanea prima che i giudici si ritirassero in camera di consiglio: “Non c’è nessuna prova che noi abbiamo piazzato gli ordigni a Fossano. Questo è un processo alle idee. Gli anarchici non fanno stragi indiscriminate, perché gli anarchici non sono lo Stato”, ha detto. La procura, spiega la Dire (www.dire.it), aveva ribadito la richiesta di ergastolo, ritenendo “micidiale” l’azione compiuta a Fossano. L’avvocato Flavio Rossi Albertini, legale di Cospito, aveva chiesto di applicare l’attenuante del fatto lieve che è stata accolta.
IL REGIME DEL 41 BIS
La vicenda di Alfredo Cospito ha suscitato molto scalpore negli ultimi mesi dopo che l’anarchico ha cominciato uno sciopero della fame contro il regime del 41 bis, il carcere, che gli è stato applicato da maggio 2022 (per 4 anni), alla luce delle lettere che l’anarchico si scambiava con altri attivisti (viste dai magistrati come un fermento e una rinascita della Federazione anarchica informale). Il suo è stato il primo caso di un anarchico sottoposto al regime del carcere duro. Cospito è rimasto in sciopero della fame sei mesi (181 giorni), perdendo più di 50 chili e ritrovandosi ora in sedia a rotelle, ma alla fine il 20 aprile ha annunciato di averlo interrotto. Non perchè fosse venuto meno il 41 bis (la Cassazione lo aveva confermato), ma proprio alla luce dell’apertura della Corte costituzionale sulle attenuanti: la Consulta aveva infatti definito illegittimo escludere le attenuanti in caso di ergastolo. Nello specifico, i giudici della Consulta hanno dichiarato “illegittimo” il mancato riconoscimento delle attenuanti generiche nel processo a carico dell’anarchico. Questo significava che c’era margine per uno sconto di pena. E oggi è arrivato.