“Il nostro obiettivo non è mai stato quello di rovesciare il regime” ha assicurato Prigozhin, il leader del gruppo Wagner, ricomparso dopo ore di silenzio con un audio di 11 minuti pubblicato su Telegram
Nessun tentativo di rovesciare il presidente Putin, bensì una prova di forza per “dimostrare i seri problemi di sicurezza su tutto il territorio nazionale“. Così il capo dei paramilitari Evghenij Prigozhin ha motivato, in un audio di 11 minuti sul suo canale Telegram, l’operazione armata che a partire da sabato scorso ha coinvolto la città di Rostov sul Don, e che ha portato diversi carri armati a pochi chilometri dalla capitale Mosca.
LEGGI ANCHE: Stop alle misure antiterrorismo, ma Prigozhin che resta indagato risulta sparito
“NON ABBIAMO MAI PENSATO DI ROVESCIARE IL REGIME”
“Il nostro obiettivo non è mai stato quello di rovesciare il regime” ha assicurato il leader del gruppo Wagner, chiarendo che “abbiamo fermato tutto quando era ormai chiaro quanto sangue sarebbe stato versato”.
LEGGI ANCHE: Russia, Vera Politkovskaja: “Putin non si lascerà sfuggire il potere”
“NO ALLA MARCIA, NON VOLEVAMO FOSSE VERSATO SANGUE RUSSO”
L’annunciata marca su Mosca è stata sospesa per due ragioni: “Primo- ha detto Prigozhin- non volevamo che del sangue russo venisse versato. Secondo, stavamo marciando come segno di protesta”. È quindi tornato ad accusare i vertici dell’esercito e in particolare il ministro della Difesa per aver “attaccato direttamente” i paramilitari di Wagner impegnati in Ucraina: “Abbiamo marciato per scongiurare la distruzione di questa compagnia di contractor privati” ha detto, aggiungendo che “certi funzionari con poca professionalità hanno commesso un numero enorme di errori“. Quindi, si è detto dispiaciuto per i piloti russi abbattuti nel corso della ribellione: “Non avremmo voluto colpire dei velivoli militari russi ma ci stavano bombardando coi missili“.
“UNA GRANDE LEZIONE ALL’ESERCITO RUSSO”
Infine, Prigozhin ha rivendicato l’efficacia dell’azione, definendola “una grande lezione” utile per l’esercito russo: se le truppe si fossero mosse in quel modo in Ucraina a partire dal 24 febbraio del 2022, sarebbero “riuscite ad arrivare a prendere Kiev”.
L’audio di Prigozhin giunge dopo ore di silenzio, che dopo l’accordo raggiunto ieri con il Cremlino ha spinto gli osservatori a ipotizzare fughe all’estero e persino l’uccisione dell’uomo che secondo Putin, avrebbe “pugnalato la Russia alle spalle”. Dopo l’accordo per il ritiro dei paramilitari siglato ieri con la mediazione della Bielorussia, Prigozhin è svanito e le autorità russe hanno continuato ad indagarlo per ammutinamento. Il Kyiv Post, citando fonti bielorusse, questo pomeriggio riferiva di avvistamenti presso l’hotel Green di Minsk, ma non è possibile verificare tale informazione.
LEGGI ANCHE: Russia, Prigozhin come il barone pazzo: le follie e le glorie
LEGGI ANCHE: Media americani: la Casa Bianca sapeva dell’azione di Prigozhin