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Il Comune ci ripensa: niente patrocinio al Pride di Latina

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La sindaca di Latina Matilde Celentano fa retromarcia e decide di non concedere più il patrocinio al Pride di Latina. Aveva detto sì pubblicamente dopo l’appello di Tiziano Ferro

Aveva deciso di accogliere l’appello di Tiziano Ferro e dare il patrocinio del Comune di Latina al Pride di Latina (‘Lazio Pride’) in programma sabato 8 luglio, ma ieri si è rimangiata la parola. probabilmente dopo l’arrivo di ‘ordini di scuderia‘. La sindaca di Latina, Matilde Celentano, eletta in quota Fratelli d’Italia, ha deciso che no, il patrocinio il Comune di Latina non lo darà alla manifestazione per i diritti Lgbtq. Lo fa con una lettera pubblica (come quella con cui aveva detto ‘sì’), pubblicata sul sito del Comune (il testo più sotto nell’articolo), in cui in sostanza dice che un Comune non può dare il patrocinio ad una manifestazione nel cui manifesto ci sono contenuti in palese contrasto con alcune leggi italiane (come i matrimoni tra coppie dello stesso sesso).

Celentano si rimangia così, di fatto, la lunga e accorata lettera pubblica che lei stessa nei giorni scorsi aveva scritto a Tiziano Ferro (sotto il testo) e diffuso pure sui social. Ci ha guadagnato il plauso da parte dei pro Vita e l’elogio di suoi colleghi di partito in FdI (c’è chi ha definito “ineccepibile” il suo comportamento), ma invece biasimo dall’opposizione, che l’ha accusato di fare “come Rocca”, che a Roma ha fatto scalpore per aver negato il patrocinio della Regione Lazio al Roma Pride. E anche di “occasione persa“.

MAROTTA (AVS): CELENTANO COME ROCCA, DESTRA NEGA I DIRITTI

“Il sindaco di Latina, Matilde Celentano, come Rocca ci ripensa: niente patrocinio al Gay Pride. Le scuse sono le stesse avanzate dal Presidente della Regione solo qualche giorno fa. La verità è che la destra ha un volto solo. Quello di chi nega i diritti e il dialogo. Per la nostra regione, e per il nostro Paese, non è una bella pubblicità. Piuttosto lo specchio di una politica retrograda e oscurantista”. Così in una nota il capogruppo AVS in consiglio regionale, Claudio Marotta.

MOVIMENTO POP: “CON RITIRO PATROCINIO PRIDE OCCASIONE PERSA”

“La sindaca Celentano ha ritirato il patrocinio che aveva concesso al Lazio Pride in programma a Latina l’8 luglio. Le motivazioni sono spiegate in una lettera al comitato promotore dello stesso Lazio Pride, pubblicata sul sito del Comune stesso. Forse presa dallo slancio di poter interloquire con Tiziano Ferro, dopo l’effetto orgoglio della maglietta con la scritta Latina in un concerto nell’ultimo concerto all’Olimpico, la sindaca si era fatta prendere un po’ la mano e si era dimenticata che il Pride fa le stesse dichiarazioni da anni, affinché vengano riconosciute con opportune leggi le rivendicazioni del movimento LGBTQ+. Facendo marcia in dietro, la Celentano ha vanificato gli sforzi di Arcigay Latina – Seicomesei che si era molto spesa per trovare un punto di contatto tra Tiziano Ferro, gli organizzatori del Lazio Pride e il Comune di Latina, guidato dal centrodestra”. Così, in una nota, Graziano Lanzidei, coordinatore di POP – Provincia di Latina.

“Eppure- aggiunge- tutto sembrava essere finito nel migliore dei modi: una Sindaca che sa di dover rappresentare tutte e tutti, anche chi non condivide gli stessi suoi valori. E invece… il ritorno all’antico, dopo i tanti richiami all’ordine della Sindaca arrivati da tutto il mondo di destra che, come le hanno ricordato anche associazioni come Pro Vita, lei è chiamata a rappresentare più degli altri. Non c’era bisogno di dimostrarlo, ma questa vicenda ci ricorda che quando si parla di filiera, si pensa sempre ai soldi che possono arrivare attraverso i finanziamenti ma non si pensa mai alle libertà che una città non si può prendere. In modo particolare se, chi governa, non può permettersi di avere coraggio. Il capogruppo del PD, Valeria Campagna, dice bene sui social: ‘Ci avevamo creduto’, che ha il senso del ‘ci eravamo illusi che si potesse vivere un momento di libertà per la città’. Parliamo tanto di eccezionalità e del caso Latina e invece ci troviamo sempre a sbattere con una realtà meno affascinante: a Latina le cose succedono come succedono da ogni parte d’Italia. Avevamo avuto qualche anticipazione con il 30 giugno, quando è sparita la parola Fondazione perché quel giorno il Duce non c’era. Chissà che si inventeranno il 18 dicembre. Torneremo a parlare di Natale della città e di tutte quelle baggianate nostalgiche che ci vengono somministrate dagli anni 90? Perché il problema è sempre il gioco delle parti, in questa città come in tante altre. Guai a chi invece pensa che si possa anche procedere con qualche sorpresa o colpo di scena”.

CALANDRINI (FDI): “COMPORTAMENTO CELENTANO INECCEPIBILE”

“La scelta del Sindaco di Latina Matilde Celentano di non concedere il patrocinio al Lazio Pride è di buon senso e non è giusto sia oggetto di strumentalizzazioni. Il primo cittadino rappresenta tutti ma non è possibile concedere un patrocinio a una manifestazione che sostiene istanze contrarie al dettato della legge: mi riferisco all’aperto sostegno alla pratica della maternità surrogata, al riconoscimento alla nascita delle figlie e dei figli delle famiglie omogenitoriali e alla richiesta di estendere alle scuole secondarie e alle università la carriera ‘Alias’ per le persone transgender e non binarie. La polemica politica dovrebbe lasciare spazio al ragionamento e al buon senso. Pieno sostegno al Sindaco da parte di Fratelli d’Italia Latina”. Lo dichiara in una nota il Senatore Nicola Calandrini, coordinatore provinciale di Fratelli d’Italia Latina.

PRO VITA FAMIGLIA: “BENE RITIRO DEL PATROCINIO”

“Speriamo che quello di Latina sia davvero l’ultimo patrocinio concesso a un Gay Pride e poi ritirato da una amministrazione di centrodestra, eletta per difendere la famiglia e la libertà educativa e non per spalleggiare il movimento LGBTQ. Bene ha fatto il sindaco di Latina, Matilde Celentano, di Fratelli d’Italia a ritirare il patrocinio a seguito della denuncia di Pro Vita & Famiglia onlus. Supportare i Pride significa infatti sostenere chi vuole legalizzare l’utero in affitto, il matrimonio egualitario, le adozioni per coppie dello stesso sesso, le trascrizioni anagrafiche per i “figli” delle coppie gay, l’identità di genere e nel caso di Latina sarebbe stata una gravissima manifestazione di sudditanza psicologica alle istanze della sinistra e del cantante Tiziano Ferro e una palese contraddizione con le politiche del governo e di tutto il centrodestra su questi temi come ad esempio sull’utero in affitto”. Così Jacopo Coghe, portavoce di Pro Vita & Famiglia onlus.

LA LETTERA DELLA SINDACA A TIZIANO FERRO

Ecco il testo della lettera, che la sindaca Matilde Celentano aveva fieramente pubblicato anche sul suo profilo Facebook.

“Caro Tiziano,
raccolgo volentieri la sua richiesta e le anticipo che il Comune di Latina concederà il patrocinio al Lazio Pride, secondo la modalità e il programma della locandina protocollata, in data 29 maggio 2023, la manifestazione che si terrà l’8 luglio a Latina.
Mi ha chiesto di non voltarmi dall’altra parte, e come può constatare non l’ho fatto.
Sono una donna, una madre, so cos’è l’amore e nutro un profondo rispetto per i sentimenti, le inclinazioni e le aspettative di chiunque cerchi di affermare la propria personalità e le proprie scelte usando gli strumenti del dialogo, del rispetto reciproco e dell’attenzione verso il prossimo.
Sono anche il sindaco di tutti i cittadini della nostra città, nessuno escluso, e intendo prestare fede all’impegno assunto di rappresentare Latina in ogni sua dimensione e sfaccettatura, senza preconcetti e, torno a ribadire, nel segno del massimo rispetto, perché ritengo che la libertà sia un bene che tutti ci accomuna e che tutti, senza eccezioni, abbiamo il dovere di tutelare. E dobbiamo farlo senza ipocrisie, non soltanto pensando alla nostra libertà personale, ma a quella di tutti, anche quella di coloro le cui idee non condividiamo.
Come lei afferma, Tiziano, è nato, cresciuto e ha sviluppato la sua personalità e il suo talento a Latina, e questo significa che la nostra è una città aperta e libera, capace di consentire a ciascuno di noi di esprimersi liberamente e altrettanto liberamente manifestarsi per la persona che è. Sono felice di questo, per me, per i miei figli e per tutti i miei concittadini, e intendo fornire il mio contributo, anche e soprattutto nella mia attuale veste di sindaco, affinché Latina continui ad essere accogliente, aperta, democratica, moderna ed europea, oggi più di ieri.
Mi chiede di tutelare le famiglie, le unioni, l’amore e di “accogliere la richiesta delle coppie omogenitoriali di registrare i loro bambini per concedere loro il presidio e la tutela di cui hanno bisogno”, ebbene sappia che sono pronta a fare in questo senso tutto quello che la legge mi consentirà di fare, senza pregiudizi né riserve da parte mia.
La ringrazio ancora per la manifestazione di affetto sincero che ha dimostrato all’intero Paese nei confronti della nostra città.
Latina, 29 giugno 2023″

LA LETTERA CON LA RINUNCIA AL PATROCINIO

“Gentili promotori del “Lazio Pride”,
le interlocuzioni succedutesi fra codesta organizzazione e la nuova Amministrazione, che ho l’onore di presiedere, a proposito della manifestazione omologa, sono state all’evidenza improntate al massimo rispetto della libertà di opinione di ciascun cittadino e di ogni realtà associativa, seppur senza alcun significato di condivisione nel merito della stessa.
Mi corre, tuttavia, l’obbligo di rappresentare che, avendo potuto conoscere solo da poche ore l’esatto contenuto del “manifesto politico” per sostenere il quale la stessa manifestazione è stata organizzata, devo constatare che alcuni contenuti di tale atto precludono la prevista concessione del patrocinio comunale.
Al riguardo, ai sensi del regolamento comunale approvato con delibera del Consiglio comunale n. 34/2017, art. 3, lett. a), il patrocinio rappresenta una “adesione simbolica del Comune a un’iniziativa, attività o progetto di interesse dell’Amministrazione per le finalità perseguite e di riconosciuta rilevanza socio-culturale per il territorio”, fermo restando che dette iniziative, ai sensi del successivo art. 6, devono risultare “coerenti con le finalità istituzionali dell’Amministrazione e abbiano rilevanza per la comunità locale”.
Appare di tutta evidenza che, allorquando alcuni dei contenuti sostenuti con una iniziativa pubblica siano nettamente contrastanti con divieti normativi vigenti aventi addirittura natura penale ovvero rilevanti per i canoni di ordine pubblico, è impedito a un ente della Repubblica di esprimere formule, anche indirette, di adesione a contenuti incoerenti con siffatti divieti, quale, come si è visto, è anche il “patrocinio”.
In tal senso, si evidenzia, esemplificativamente, che nel citato “manifesto politico” si sostiene sia “il riconoscimento alla nascita delle figlie e dei figli delle famiglie omogenitoriali”, sia l’”accesso alle tecniche di PMA” anche a coppie interamente femminili, il che, secondo quanto evidenziato anche da recenti  decisioni giudiziarie, è in palese contrasto tanto con l’art. 5 della legge 40/2004, che riserva dette tecniche di procreazione medicalmente assistita a “coppie di maggiorenni di sesso diverso”, quanto con l’art. 30 DPR 396/2000, ove si stabilisce che il ruolo di madre può essere riconosciuto solo alla “puerpera”.
Nel medesimo “documento politico” a giustificazione della manifestazione, si chiede, poi, che “venga estesa alle scuole secondarie e alle università la carriera ‘Alias’ per le persone transgender e non binarie”, ipotesi che, allo stato, contrasta con le procedure fissate dalla legge 14 aprile 1982, n. 164, recante la disciplina per la rettificazione dell’attribuzione di sesso e, conseguentemente, del nome, la quale normativa assume particolare significato di cogenza per il Sindaco specie quale ufficiale di anagrafe.
Altresì, il manifesto intende contestare la norma di cui all’art. 12, comma 6, della legge n. 40/2004, invocando una diversa “riflessione” per la pratica della maternità surrogata, che nel nostro ordinamento rappresenta, però, un grave reato, il che impone istituzionalmente a un Comune della Repubblica di porre piuttosto in essere ogni attività per contrastare comportamenti sussumibili in tale illecito penale.
Inoltre, la manifestazione si propone di “lottare affinché nessun finanziamento pubblico venga devoluto ai gruppi, ai movimenti e alle associazioni no-choice …”, obiettivo che non può essere nemmeno indirettamente avallato dal Comune senza incorrere in una discrasia con l’art. 21 della Costituzione, che è nettamente preclusa al Civico Ente.
Conseguentemente, salvo che i documenti previsti per la manifestazione in parola non vengano modificati nel senso di una riscrittura che non contenga passaggi che precludono ogni forma di delibazione da parte dell’Amministrazione comunale, il patrocinio deve intendersi non concesso.
Appare, peraltro evidente che, ai sensi dell’art. 21 della Costituzione, la manifestazione potrà comunque svolgersi, nel rispetto dei consueti limiti di ordine pubblico per i quali l’ente competente è la Questura di Latina.
Con l’occasione, si deve considerare l’ulteriore richiesta che, a mezzo stampa, è stata rivolta all’Amministrazione dalla segretaria del Comitato promotore, Sig.ra Anna Petrillo, la quale, anziché almeno prendere atto dell’atteggiamento costruttivo assicurato da chi scrive, ha domandato l’assunzione di atti anagrafici incoerenti con la normativa di settore, dalla quale, invece, l’Amministrazione non intende discostarsi non solo per inderogabile dovere istituzionale, ma anche per assicurare soprattutto ai soggetti più deboli di non divenire i terminali passivi e danneggiati di azioni illegittime, strumentali e dimostrative, dunque soggette al prevedibile annullamento da parte degli organi giurisdizionali preposti.
Con l’occasione, si porgono distinti saluti.
Il Sindaco di Latina”.

(La foto di Tiziano Ferro è tratta dal suo profilo Instagram credits @francescoprandoni)

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