Raid delle Forze armate di Israele nell’area di Jenin, in Cisgiordania: almeno 8 morti e oltre 50 feriti. Il premier palestinese: “Aggrediti davanti agli occhi del mondo”
“Il nostro popolo eroico farà fronte a questa aggressione sferrata davanti agli occhi della comunità internazionale”: così Muhammad Shtayyeh, primo ministro dell’Autorità nazionale palestinese (Anp), in riferimento a un raid delle Forze armate di Israele in corso nell’area di Jenin, in Cisgiordania.
Dall’inizio dell’operazione, questa notte, nel campo profughi della città, sono stati segnalati morti e feriti. Secondo l’agenzia di stampa Wafa, che cita il ministero della Sanità e responsabili di ospedale, a perdere la vita sono state almeno otto persone. Oltre 50 i feriti.
Il campo profughi di Jenin fu costruito negli anni Cinquanta, dopo la guerra arabo-israeliana del 1948. Secondo l’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (Unrwa), in quest’area della città circa 14mila persone vivono in uno spazio di appena 420 metri quadrati. Il raid è cominciato con bombardamenti aerei, nei quali sarebbero state uccise almeno tre persone. Wafa riferisce che nell’operazione sono coinvolti decine di mezzi blindati.
Il ministro degli Esteri di Israele, Eli Cohen, ha sostenuto che il raid è mirato contro “organizzazioni terroristiche” sostenute dall’Iran. Nel suo appello Shtayyeh ha concluso: “I crimini commessi a Jenin, Nablus e a Gaza non garantiranno sicurezza a Israele fintanto che continuerà ad aggredire il nostro popolo e ad andare contro il corso della storia”.