Le ultime ore del Titan tra musica, creature marine e oscurità prima dell’implosione. La moglie di uno dei passeggeri morti a bordo del sommergibile racconta alcuni dettagli della spedizione
Oscurità, musica e creature marine. Così hanno trascorso gli ultimi attimi di vita i 5 passeggeri del Titan, il sommergibile imploso domenica 18 giugno. A rivelarlo Christine Dawood, moglie di Shahzada Dawood e madre di Suleman Dawood, entrambi morti nella tragedia. La donna doveva accompagnare il marito nella visita turistica al relitto del Titanic, ma ha deciso di cedere il posto a suo figlio. In un’intervista al New York Times, Christine ha raccontato alcuni dettagli della spedizione.
A BORDO DEL TITAN
Nei giorni prima della tragedia, i passeggeri hanno partecipato a diverse riunioni sulla sicurezza. Inoltre, sono stati istruiti su alcune misure da adottare a bordo.
Innanzitutto, è stato richiesto ai partecipanti di adottare alcuni comportamenti alimentari specifici, quali seguire una “dieta a basso residuo” (povera di fibre) il giorno prima dell’immersione e di non bere caffè la mattina della partenza. Anche l’abbigliamento doveva seguire alcune linee guida. A causa delle basse temperature a cui sarebbero andati incontro nelle profondità oceaniche, i passeggeri avrebbero dovuto indossare calzini spessi e un cappello.
OceanGate, secondo quanto raccontato da Christine, avrebbe inviato ai partecipanti pantaloni impermeabili, una giacca impermeabile arancione, stivali con punta d’acciaio, giubbotti di salvataggio e caschetti. Stockton Rush, pilota e cofondatore di Ocean Gate, generalmente sedeva nella parte posteriore del sommergibile, lontano dall’oblò. Gli altri passeggeri erano collocati con le spalle alle pareti curve.
Suleman aveva portato a bordo, inoltre, un cubo di Rubik mentre Shahzada una macchina fotografica.
Come spiega la Dire (www.dire.it), a ognuno dei passeggeri è stato anche chiesto di comporre una playlist musicale sul proprio telefono, in modo da potere riprodurre le canzoni su un altoparlante Bluetooth nel corso della spedizione.
Durante l’immersione i fari del Titan sarebbero stati spenti per risparmiare batteria, fino a quando il sommergibile non fosse arrivato nei pressi del relitto del Titanic. Dall’oblò, dunque, i passeggeri avrebbero visto solo oscurità alternata a creature marine bioluminescenti.
Come riporta il New York Times, il Titan in genere scendeva a circa 25 metri al minuto, quindi chi era a bordo non avvertiva alcun senso di movimento.