La terapia con guselkumab ha mostrato benefici significativi nei pazienti con artrite psoriasica in base a diversi indici compositi utilizzati per valutare l’attività di malattia
Il trattamento con guselkumab, inibitore della subunità p19 di IL-23, ha mostrato benefici significativi nei pazienti con artrite psoriasica (PsA) in base a diversi indici compositi utilizzati per valutare l’attività di malattia. Nello specifico, il farmaco ha consentito il raggiungimento di bassi livelli di attività di malattia in tutti i domini considerati di PsA attiva. Tali benefici, inoltre, si sono prolungati per tutta la durata di osservazione dello studio. Queste le conclusioni di un’analisi post-hoc degli studi DISCOVER 1 e 2, pubblicata su Rheumatology.
Razionale e obiettivi dello studio
“A causa della natura multiforme e sistemica dello sviluppo e della progressione della PsA – ricordano i ricercatori nell’introduzione allo studio – le linee guida per il trattamento di questa condizione hanno subito un’evoluzione, raccomandando il ricorso all’approccio “treat-to-target” per raggiungere la remissione o una bassa attività di malattia (LDA) in tutti i domini della malattia”.
La necessità di definire soglie per il raggiungimento della remissione e della LDA ha portato allo sviluppo di diversi indici multidimensionali. Tra questi abbiamo:
– l’indice DAPSA (Disease Activity in Psoriatic Arthritis), un indice in grado intercettare meglio la definizione data dai pazienti del raggiungimento della condizione di “remissione” e di “ridotta attività di malattia” (LDA) rispetto alle misure di “attività di malattia molto ridotta” e di “minima attività di malattia”
– l’indice PASDAS (Psoriatic Arthritis Disease Score), un indice che fornisce differenti soglie validate per identificare la remissione, la LDA, la MoDA e la HDA. Valuta le diverse manifestazioni di malattia, funziona meglio degli indici basati solo sulle articolazioni e può essere utilizzato come target di trattamento nei trial clinici randomizzati]
– i criteri di minima attività di malattia (MDA)/attività di malattia molto ridotta (VLDA)
“Questi indici compositi – spiegano i ricercatori – combinano varie misure di outcome valutate dal medico e riferite dal paziente, applicabili sia agli studi clinici sulla PsA, sia alla pratica clinica reale, per valutare in modo completo gli esiti in tutti i domini della PsA”.
Guselkumab è un anticorpo monoclonale completamente umano che lega e inibisce in maniera selettiva e specifica la subunità p19 dell’IL-23. Guselkumab è approvato per il trattamento di adulti con psoriasi a placche da moderata a grave e PsA attiva. La sicurezza e l’efficacia di guselkumab 100 mg somministrato ogni 4 settimane (Q4W) o ogni 8 settimane (Q8W) sono state valutate negli studi di fase 3 randomizzati, controllati con placebo, DISCOVER-1 e DISCOVER-2 in pazienti con PsA attiva. In questi studi, guselkumab Q4W e Q8W ha migliorato significativamente i segni e i sintomi della PsA, compresi i sintomi cutanei correlati alla psoriasi, l’entesite, la dattilite, la funzione fisica e la qualità di vita correlata alla salute, rispetto al placebo alla settimana 24, con miglioramenti sostenuti fino a 1 anno.
In questa nuova analisi post-hoc, sono stati raggruppati i dati provenienti dai pazienti reclutati nei trial DISCOVER-1 e DISCOVER-2 allo scopo di valutare l’efficacia di guselkumab ad 1 anno utilizzando vari indici compositi di attività della malattia della PsA.
Popolazione e disegno degli studi DISCOVER
Gli studi di fase 3 DISCOVER 1 e 2 sono due trial che hanno documentato l’efficacia di guselkumab in pazienti con PsA attiva che avevano una risposta inadeguata alle terapie standard, includendo soggetti (~30%) precedentemente trattati con farmaci biologici anti-TNF-alfa (DISCOVER 1), e in pazienti che erano naïve ai trattamenti biologici e avevano una risposta inadeguata alle terapie standard (DISCOVER 2).
In entrambi gli studi, i pazienti erano stati randomizzati, secondo uno schema 1:1:1, a trattamento sottocute con guselkumab 100 mg Q4W, guselkumab 100 mg alle settimane 0 e 4 e poi Q8W o placebo Q4W (Il protocollo di entrambi gli studi prevedeva il crossover dei pazienti del gruppo placebo a guselkumab 100 mg Q4W a 24 settimane dall’inizio del trattamento.
Outcome valutati nell’analisi post-hoc
Il calcolo dele percentuali di pazienti che avevano raggiunto la LDA del DAPSA, la remissione del DAPSA, la LDA del PASDAS, la VLDA del PASDAS, la MDA e la VLDA per visita era previsto come valutazione di efficacia prespecificata nei trial DISCOVER 1 e 2. Il calcolo delle percentuali di pazienti che avevano raggiunto la remissione o la LDA del DAPSA clinico (cDAPSA) è stato invece effettuato post-hoc per entrambi gli studi.
Risultati principali
In queste analisi in pool, 1.120 pazienti erano stati randomizzati e trattati negli studi DISCOVER-1 (guselkumab Q4W, n = 128; guselkumab Q8W, n = 127; placebo, n = 126) e DISCOVER-2 (guselkumab Q4W, n = 245; guselkumab Q8W, n = 248; placebo, n = 246).
Centodiciotto pazienti dello studio DISCOVER-1 (10,5% della popolazione in pool) erano stati precedentemente trattati con uno o due TNFi.
In questa popolazione raggruppata dei pazienti dei due trial, 351 (94%) pazienti randomizzati a guselkumab Q4W, 350 (93%) pazienti randomizzati a guselkumab Q8W e 335 (90%) pazienti randomizzati a placebo che sono passati a guselkumab alla settimana 24 sono stati sottoposti al trattamento assegnato dalla randomizzazione fino ad un anno.
Dall’analisi dei dati è emerso che una percentuale maggiore di pazienti trattati con guselkumab rispetto al placebo aveva raggiunto la DAPSA a bassa attività di malattia (LDA) e la remissione, la PASDAS LDA e VLDA, la MDA e la VLDA alla settimana 24 rispetto al placebo (tutti P < 0,05 non aggiustati).
Alla settimana 52, nei gruppi guselkumab Q4W e Q8W, rispettivamente, i tassi di risposta sono stati i seguenti:
– DAPSA LDA: 54,2% e 52,5%
– DAPSA remissione: 18,2% e 17,6%
– PASDAS LDA: 45,3% e 41,9%
– PASDAS VLDA: 16,9% e 19,5%
– MDA: 35,9% e 30,7%
– VLDA: 13,1% e 14,4%
Nel gruppo placebo-crossover verso guselkumab, inoltre, i tassi di risposta per tutti gli indici compositi sono aumentati dopo il passaggio dei pazienti a guselkumab, dalla 24a alla 52a settimana.
Riassumendo
Nel complesso “…i risultati di queste analisi post hoc indicano che i pazienti con PsA attiva che ricevono un trattamento con guselkumab Q4W o Q8W possono raggiungere la LDA o la remissione in maniera solida e duratura, sulla base di vari indici compositi che misurano le risposte in vari domini, tra cui dolore articolare, tumefazione, rigidità, infiammazione e area cutanea libera da placche psoriasiche – scrivono i ricercatori nelle conclusioni del lavoro”.
Pertanto, guselkumab rappresenta un’importante opzione terapeutica per le diverse manifestazioni di questa malattia.
Bibliografia
Coates LC et al. Guselkumab provides sustained domain-specific and comprehensive efficacy using composite indices in patients with active psoriatic arthritis, Rheumatology, Volume 62, Issue 2, February 2023, Pages 606–616, https://doi.org/10.1093/rheumatology/keac375
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