Non solo sigarette, la nicotina si assume anche sciogliendola in bocca. Rosastella Principe: “Chi ne fa uso da anni ha dovuto fare i conti con malattie cardiovascolari”
Bustine a base di nicotina da far sciogliere in bocca, sotto il labbro superiore e la gengiva, con un assorbimento lento: è il nuovo modo di assumere nicotina. Lo stanno sperimentando da molto tempo i cittadini della Svezia e ora sta per arrivare anche in Italia. Eppure, da quanto emerge dal Paese scandinavo i pericoli per la salute sono dietro l’angolo.
Da uno studio realizzato proprio in Svezia, infatti, emerge che chi fa uso da anni di questa nuova modalità di assumere nicotina ha dovuto fare i conti con malattie cardiovascolari. “Quando si fuma- spiega all’agenzia Dire (www.dire.it) la dottoressa Rosastella Principe, pneumologo, già dirigente presso l’ospedale San Camillo-Forlanini di Roma, responsabile del Centro Anti Fumo presso la Salvator Mundi– la nicotina è l’unica sostanza che arriva al cervello, libera la dopamina e provoca una sensazione di piacere e benessere. Questa nicotina viene proposta in tale metodologia, invece, poiché si pensa forse che possa essere meno dannosa”.
“È un modo di iniziazione preoccupante– prosegue- perché chiaramente è più facile da prendere e, allo stesso tempo, non ci si rende conto della quantità di nicotina che si assume. Cosa che, invece, avviene con le sigarette, perché si sa quante se ne fumano in un giorno. E ora le case produttrici, le multinazionali del tabacco, stanno proponendo questo modo nuovo di assumere nicotina anche in Italia, con il rischio che abbia un’ampia diffusione tra i giovani, i loro ‘clienti’ per i prossimi 40 anni“.
“Come Ordine dei medici di Roma– aggiunge la dottoressa Principe- ci occupiamo dei danni provocati da cannabis e delle dipendenze. Per affrontare il problema bisogna fare informazione tra i giovani, facendo ‘peer education’, ovvero educazione tra pari, nelle scuole elementari e medie, per far conoscere loro questi prodotti, tabacco compreso, i danni che possono provocare e i meccanismi della dipendenza“.
Le tentazioni sul fronte fumo, per le future generazioni, sono però numerose. Tra queste le Puff Bar. “Sono simili a pennarelli, hanno la forma di un evidenziatore colorato, di un rossetto, che però hanno un ‘Puff’ usa e getta, ovvero si possono fare 600 ‘tiri’ quando si aspira, e 600 ‘Puff’ corrispondono a 35 sigarette. È, dunque, un modo per indurre la dipendenza tra i ragazzi“.
“Tra l’altro- tiene a sottolineare l’esperta- invece della nicotina contengono sali di nicotina, che danno quattro volte maggiore l’assorbimento della nicotina, proprio per avere più dipendenza”.
Rosastella Principe lancia, infine, un messaggio alle Istituzioni. “Dobbiamo assolutamente evitare che in Italia vi sia la diffusione di questi prodotti. A tal proposito, insieme alla Società Italiana di Tabaccologia (Sitab) e all’Istituto Mario Negri, con il presidente, il dottor Silvio Garattini, come Omceo Roma stiamo preparando una mozione che invieremo al ministero della Salute per informare che non si tratta di prodotti innocui, proprio perchè danno dipendenza. La mozione per evitare la diffusione anche in Italia dei sacchetti con sali di nicotina- conclude- verrà inviata anche alla commissione del Senato e della Camera“.