A Primavalle l’ultimo saluto a Michelle Causo, uccisa da un coetaneo


Una bara bianca e tantissimi giovani in lacrime: a Primavalle l’ultima saluto a Michelle Causo, la 17enne uccisa a coltellate da un coetaneo. Il vescovo: “La periferia non c’entra, è una crisi di civiltà”

funerali michelle causo

L’ultimo saluto a Michelle tra lacrime e rabbia: a Primavalle, nella chiesa di Santa Maria della Presentazione, un applauso lunghissimo ha accompagnato l’ingresso del feretro di Michelle Maria Causo, la 17enne uccisa una decina di giorni fa a coltellate da un suo coetaneo. La bara bianca è circondata da centinaia di persone. Tantissimi i giovani con il viso segnato dalle lacrime. Ancora di più sono le persone che stanno seguendo le esequie dal cortile della chiesa.
In prima fila, accanto ai genitori e i parenti, sono presenti in rappresentanza delle Istituzioni la vicepresidente della Regione Lazio, Roberta Angelilli e l’assessora comunale alle Pari Opportunità, Monica Lucarelli.

VESCOVO REINA: “MONDO È GUASTO E LA VITA È BANALIZZATA

“Vorremmo dirlo subito che Michelle non è morta, ma vive. Ma ora noi stiamo di fronte al suo corpo morto, straziato. Quello che è successo parla di un mondo guasto, che brucia la giovinezza, che insegue illusioni, che non conosce più quanto preziosa sia una vita. Può avvenire che si banalizzi la vita così da trascinare nella banalità anche il male, che noi abbiamo il dovere di distinguere ed estirpare. Il nostro dolore ora diventa una denuncia, ma deve tradursi anche in cambiamento”, ha detto il vescovo Baldo Reina, durante l’omelia come spiega la Dire (www.dire.it).

“Eccolo il frutto, che questa morte non sia sprecata e che diventi il segno di una necessità, quella di cambiare insieme questo nostro mondo, perché non si arrivi mai a combinare eventi che travolgano l’esistenza, che sacrifichino la giovinezza sprecandola, che uccidano la vita. Il nostro dolore, nel suo impasto di rabbia e disperazione, deve trasformarsi in concime di speranza per una vita diversa, costruendo tutti una società dove queste cose non avvengano più, perché diventi il frutto di una vita nuova”, ha aggiunto il vescovo.

“VESCOVO REINA: “GESÙ DIREBBE A RAGAZZI: ‘NO DROGHE E MODE OMICIDE’”

“Gesù ci aiuterebbe a rialzarci. Direbbe a tutti noi: ‘rialzatevi imparando a custodire la vita perché è preziosa’. Lo direbbe ai ragazzi: ‘custodite la vita; una volta per tutte dite di no alle droghe, ai crack, alle sostanze. Custodite la vita perché voi siete preziosi’. Non smettere Signore di sussurrare ai giovani quanto è importante che si prendano cura della loro vita; che non facciano le cose perché le fanno tutti, che non sprechino la vita dietro mode omicide, che abbiano il coraggio di dire di no agli spacciatori di morte, che voltino le spalle a chi li considera merce di scambio, a chi li svende per un mucchio di denari, a chi li confonde dicendo che sballo è felicità mentre è solo un terribile baratro che inghiotte corpi e coscienze“, ha detto ancora il vescovo Baldo Reina.
“Lo direbbe a noi adulti: ‘Custodite i ragazzi che non sono solo il futuro ma sono il presente di ogni società, custodite i loro sogni, la loro bellezza, la loro generosità’. Lo direbbe ai genitori: ‘custodite i vostri figli. Accompagnateli nella difficile sfida educativa’. Lo direbbe alla chiesa: ‘custodite i giovani, andateli a cercare dove vivono, dove si divertono, dove passano il tempo. Non li aspettate in chiesa, uscite, cercateli, state con loro, amateli’. Lo direbbe ai politici: ‘custodite i giovani creando per loro opportunità di sviluppo integrale, prospettive vere di impegno e di lavoro, progetti di società in cui loro siano davvero protagonisti’. I giovani vi chiedono centri di socializzazione tutti per loro, ambienti più sicuri, luoghi più accoglienti, L’appello di Gesù sarebbe soprattutto rivolto in questa circostanza alle agenzie educative: ‘custodite i ragazzi, non stancatevi di accompagnarli nel processo di maturazione umana, per favore parlate dei Valori! Solidarietà, giustizia, bene comune, rispetto della vita, rispetto del creato… testimoniandoli voi per primi’”, ha concluso.

“È CRISI DI CIVILTÀ, NON DEGRADO PERIFERIE”

“La morte di Michelle ci pone delle domande come Chiesa e come società civile. Dove stiamo andando? Siamo coscienti o no che la nostra è una crisi di civiltà? Cosa stiamo offrendo ai nostri giovani? Ce la sentiamo ancora di dire che stiamo costruendo un futuro per loro, oppure siamo diventati tutti complici di progetti di morte? Sono domande forti. Lo so. Ma sono domande che, penso, tutti portiamo dentro e che ci invitano ad un attento esame di coscienza! Questa società nella quale tutti siamo immersi e di cui siamo parte integrante, non ha forse perso la bussola? Il degrado non è in un quartiere o in una periferia. Il degrado è nel cuore di ognuno di noi. Il degrado è nella cultura che respiriamo, nella mentalità che tutti contribuiamo a creare, nel deserto dell’anima, immolando sull’altare dell’egoismo umano vittime sacrificali”, ha detto ancora il vescovo Baldo Reina, durante l’omelia per il funerale di Michelle Causo.