L’orzaiolo si presenta come un nodulo localizzato, arrossato e dolente in corrispondenza del margine della palpebra: ecco come si cura
Vi è mai capitato di sentire un fastidio quasi pungente a livello delle palpebre e svegliarvi poi la mattina dopo con l’occhio gonfio e arrossato? Se vi è capitato è molto probabile che fosse un orzaiolo.
Ma che cos’è l’orzaiolo? Come si manifesta e, soprattutto, come si cura?
Ne parla Francesco Viola, Direttore dell’Oculistica del Policlinico di Milano che oltre a operazioni complesse e trattamenti chirurgici delle varie patologie oculari, si occupa anche dei più piccoli fastidi che riguardano i nostri occhi.
Che cos’è l’orzaiolo?
L’orzaiolo è un’infiammazione acuta delle ghiandole che si trovano a livello delle ciglia.
Spesso riguarda la parte esterna della palpebra anche se, in alcuni casi, può riguardare le ghiandole che stanno all’interno.
Si tratta di un’infiammazione di origine batterica i cui responsabili principali sono lo S. Aureus, batterio commensale del microbiota umano, e il parassita Demodex.
In quali condizioni si manifesta?
L’orzaiolo colpisce soprattutto chi soffre di occhio secco e di infiammazione del margine palpebrale (blefarite anteriore cronica). Queste condizioni sono particolarmente frequenti in soggetti affetti da patologie cutanee, come ad esempio la Dermatite Atopica o la Rosacea.
Come si manifesta?
L’orzaiolo si presenta come un nodulo localizzato, arrossato e dolente in corrispondenza del margine della palpebra. Spesso è possibile che dall’orzaiolo esca materiale purulento, nei casi più estremi, l’infiammazione può arrivare a coinvolgere i tessuti orbitari adiacenti (cellulite pre-settale).
È contagioso?
Non ci sono evidenze scientifiche che l’orzaiolo sia contagioso. Tuttavia, dal momento che la causa è spesso infettiva, si consiglia di adottare delle opportune misure di prevenzione, come una corretta igiene delle mani ed evitare il contatto diretto con la zona infiammata.
Come si cura?
La maggior parte degli orzaioli si risolve spontaneamente nel giro di 1-2 settimane e non richiede un intervento specifico. Per facilitare la guarigione si consiglia una corretta igiene della palpebra e l’applicazione di impacchi caldo-umidi sulla zona interessata. In alcuni casi, può essere consigliato l’utilizzo di una terapia topica a base di antibiotici. In rari casi è possibile associare una terapia topica con farmaci steroidei per ridurre più velocemente l’infiammazione, ma solo su consiglio e stretto monitoraggio da parte dell’Oftalmologo. Nei casi più persistenti può essere necessario un approccio chirurgico per rimuovere l’orzaiolo.
Cosa evitare di fare con l’orzaiolo?
Toccare in continuazione la zona interessata senza una corretta igiene delle mani può peggiorare la situazione, facilitando la diffusione dell’infiammazione. Si consiglia di evitare di usare cosmetici o rimedi fai-da-te. È inoltre necessario un follow up regolare con l’oftalmologo per monitorare l’andamento della patologia ed evitare spiacevoli complicanze.
Può venire anche ai bambini? Come si tratta?
Si, l’orzaiolo può presentarsi anche nei bambini. È necessario insegnare ai bambini a non strofinarsi gli occhi e a lavarsi frequentemente il viso e le mani. Il Policlinico di Milano ha un servizio di Oftalmologia pediatrica altamente specializzato nell’identificazione e nel trattamento delle patologie oculistiche dell’infanzia.
Orzaiolo e calazio sono la stessa cosa?
Nonostante spesso siano usati erroneamente come sinonimi, non si tratta della stessa entità clinica.
Con il termine “Calazio” si intende un nodulo palpebrale che deriva dall’ostruzione delle ghiandole sebacee della palpebra. Si differenzia dall’Orzaiolo che deriva invece dall’infiammazione purulenta acuta della palpebra.
FONTE: POLICLINICO MILANO