Nuovo studio ha permesso di correlare il tempo di eliminazione urinaria intra ed inter individuale del trimetilsolfonio come biomarcatore dell’ idrogeno solforato
Un recente studio del Cnr-Iriss e Cnr-Ismar ed INGV, condotto da Renato Somma in collaborazione con l’Università di Gratz (Austria), è stato pubblicato sulla rivista “Environmenrtal Toxicology and Pharmacology” ha permesso di correlare il tempo di eliminazione urinaria intra ed inter individuale del trimetilsolfonio come biomarcatore dell’ idrogeno solforato.
L’idrogeno solforato è un gas tossico, ma è anche riconosciuto come un metabolita prodotto endogenamente nell’uomo, afferma Renato Somma ricercatore presso Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia ed associato alla ricerca presso l’Istituto di ricerca su innovazione e servizi per lo sviluppo (Cnr-Iriss) e l’Istituto di scienze marine (Cnr-Ismar).
In precedenza abbiamo identificato il trimetilsolfonio, che può essere un prodotto dalla metilazione dell’idrogeno solforato, ma la stabilità nella produzione di trimetilsolfonio non è stata studiata. Nel presente lavoro è stata analizzata la variabilità intra- e inter-individuale dell’escrezione di trimetilsolfonio nell’arco di 2 mesi in un gruppo di volontari sani. I livelli urinari di trimetilsolfonio (media: 56 nM, 95% CI: 48-68 nM) erano > 100 volte inferiori al biomarcatore convenzionale dell’idrogeno solforato tiosolfato (13 µM, 12-15 µM) e al precursore della cistina per la produzione endogena di idrogeno solforato (47 µM, 44-50 µM). Non è stata riscontrata alcuna correlazione tra il trimetilsolfonio urinario e il tiosolfato. È stata riscontrata una maggiore variabilità intra-individuale nell’escrezione di trimetilsulfonio (generalmente 2-8 volte) rispetto a quella della cistina (generalmente 2-3 volte). Il trimetilsulfonio ha mostrato una significativa variabilità interindividuale con due cluster di concentrazione a 117 nM (97-141) e 27 nM (22-34).
In conclusione, sebbene il trimetilsulfonio sembri essere un nuovo promettente biomarcatore per l’idrogeno solforato, i dati del presente lavoro indicano che, nell’interpretare i livelli di trimetilsulfonio, la chiara variabilità inter-individuale nella sua escrezione urinaria deve essere spiegata considerando il fenotipo di produzione di TMSe o il genotipo associato. Inoltre, è stata osservata una significativa variabilità intra-individuale nell’escrezione di trimetilsulfonio giorno per giorno e da una settimana all’altra, la cui base fisiologica e biochimica deve essere chiarita. La variabilità intra-individuale nell’escrezione di trimetilsulfonio osservata nel presente studio può essere almeno in parte compensata con la raccolta di più campioni di urina per individuo nell’arco di diversi giorni quando si cerca di indagare l’utilità del trimetilsulfonio come biomarcatore di idrogeno solforato in studi futuri, conclude Renato Somma.
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