Daniele Caligiore in libreria con “IA istruzioni per l’uso”


Daniele Caligiore dell’Istituto di scienze e tecnologie della cognizione del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Istc) è l’autore del libro “IA istruzioni per l’uso”

daniele caligiore

Il ricercatore Daniele Caligiore dell’Istituto di scienze e tecnologie della cognizione del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Istc) è l’autore del libro “IA istruzioni per l’uso” edito da Il Mulino.

Questo libro ci introduce in modo semplice e coinvolgente nel complesso mondo delle tecnologie ibride nate dalla contaminazione tra Intelligenza artificiale (IA), tecnologie digitali e neurotecnologie. Al tempo stesso il libro discute anche degli effetti negativi della forte e crescente pervasività dell’IA nelle nostre vite, fornendoci gli strumenti per fronteggiare e governare quanto il futuro qui alle porte ci offre.

La contaminazione tra Intelligenza artificiale, tecnologie digitali e neurotecnologie è alla base della cosiddetta “quarta rivoluzione industriale”, caratterizzata dallo sviluppo di nuove “tecnologie ibride” in grado di combinare sfera biologica, fisica e digitale. Lo scrive Daniele Caligiore nel volume “IA istruzioni per l’uso” (Il Mulino), in cui aggiunge: “L’effetto di questa contaminazione sarà una forte e crescente pervasività dell’Intelligenza artificiale nelle nostre vite che produrrà grandi opportunità ma porterà inevitabilmente anche ad enormi rischi, arrivando persino a mettere in discussione il significato di essere umano”.

Il volume presenta alcune delle più significative applicazioni futuristiche di queste tecnologie ibride come ad esempio le neurotecnologie, sviluppate per potenziare le attività cognitive dell’uomo; l’uso dell’Intelligenza artificiale per realizzare nostri gemelli digitali con cui supportare diagnosi precoce e testare nuovi farmaci attraverso simulazioni al computer; la trasformazione del mondo del lavoro e dell’educazione dovuta all’Intelligenza artificiale. L’opera analizza inoltre il lato oscuro dell’IA e delle nuove tecnologie ibride legato ad esempio al peggioramento delle capacità cognitive e di problem solving, al pericolo di essere manipolati nelle nostre scelte, all’impoverimento della conoscenza e al diffondersi di nuove forme di dipendenza, discriminazione, solitudine e analfabetismo emotivo.

Infine, facendo leva su recenti scoperte scientifiche, il libro propone alcuni possibili “strumenti” attraverso i quali possiamo arginare gli effetti negativi derivanti da un abuso di tecnologie ibride, supportare un loro uso consapevole e sfruttare al contempo le enormi potenzialità che esse offrono. Uno di questi strumenti è ad esempio il silenzio. Riuscire a creare momenti di vero silenzio (di disconnessione e irreperibilità ad esempio) durante la giornata può essere importante per gestire il continuo flusso di informazioni al quale siamo sottoposti quotidianamente. In questo modo, il nostro cervello può lavorare al giusto ritmo e riesce a ritrovare la concentrazione e l’attenzione per elaborare le idee, evitando che il pensiero diventi etero-trainato. Il silenzio crea i presupposti per poter interagire con gli altri in modo autentico, attraverso un vero ascolto e allontanando lo spettro di una condivisione fasulla, perché troppo veloce e caotica per poter essere gestita in modo opportuno dal nostro cervello.

Altro strumento fondamentale è il limite umano, visto come punto di partenza per ridurre l’appiattimento della conoscenza che può scaturire da un abuso di tecnologie ibride. Per tenere il passo con la velocità con cui i saperi si diffondono tramite queste tecnologie siamo costretti spesso a recepire velocemente l’informazione anche in modo superficiale. Il risultato va ottenuto il più velocemente possibile, ad esempio sfruttando immagini e canali emotivi immediati, e ciò spesso a scapito dell’argomentazione, del ragionamento e di ogni valutazione circa il fatto che magari il risultato che abbiamo raggiunto è fuori dalla nostra portata perché possiamo avere dei limiti nel capirlo. “La conoscenza acquisita a partire dai nostri limiti è forse meno immediata ma tende a dare un peso maggiore anche al processo e non solo al risultato”, scrive Caligiore, e continua: “Il limite non deve essere visto come una barriera da abbattere ma al contrario come una linea di confine che consente di definire uno spazio di conoscenza […] In questo modo, quando interagiamo e ci scambiamo conoscenza le nostre differenze (evidenziate dai nostri limiti diversi) sono un valore aggiunto in quanto stimolano lo sviluppo stesso della conoscenza, il pensiero critico e la dialettica. L’acquisizione di nuova conoscenza sarà forse più faticoso ma sicuramente sarà più autentico e profondo”.

La rieducazione all’utilizzo del corpo per acquisire ed elaborare informazioni e lo sviluppo di competenze trasversali (soft skill) e trans-disciplinari sono esempi proposti nel libro di altri strumenti per far fronte agli effetti indesiderati della rivoluzione digitale dovuta alle nuove tecnologie ibride e all’Intelligenza artificiale.