Caso La Russa jr, il padre della ragazza che lo ha denunciato per violenza sessuale: “Terribile che mia figlia non ricordi perché è stata drogata”
“Io posso dire che voglio tanto bene alla mia bambina, che sono dispiaciuto per quanto le è accaduto, non sono un bacchettone, mia figlia non è una verginella e se fa sesso con qualcuno, fa parte della sua vita. Il problema non è quello. Il problema è se una ragazza lo fa e non sa di averlo fatto perché ha preso una sostanza di quelle che vengono definite generalmente ‘droghe del sesso‘”. Sono le parole del padre della ragazza che ha denunciato il figlio di Ignazio La Russa, intervistato dal quotidiano La Verità.
Come spiega l’agenzia di stampa Dire (www.dire.it), per l’uomo, la cosa più grave è che la figlia potrebbe essere stata violentata e drogata ma non ricorda nulla: “Questa vicenda è terribile, ma non per la notte di sesso. Per il fatto di non sapere cosa abbia fatto in quelle ore di buco. Oggi i ragazzini non fanno delle gran vite, diciamocelo, e nel locale in cui si trovavano erano tutti drogati. È inutile che quello là (il presidente del Senato La Russa, ndr) dica ‘mio figlio, invece, no’. E questa non è una colpa, è un fatto”.
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Il fatto riaccende i riflettori sul problema della ‘droga della stupro’, sostanza a cui bisogna fare molta attenzione. Per la criminologa Roberta Bruzzone, intervistata dalla Dire, “la situazione è abbastanza tragica soprattutto per l’abitudine a sfruttare qualsiasi tipo di evenienza per consumare stupefacenti“. Eppure, per la criminologa, è proprio lo stato di alterazione psicofisica quello che mette maggiormente a rischio, in particolare le ragazze: “La droga dello stupro è molto usata– ha detto- . Purtroppo, non abbiamo dati certi perché è uno scenario sottodenunciato. Sappiamo, però, che la somministrazione di sostanze per mettere il soggetto in condizione di incapacità di difendersi è qualcosa di molto diffuso anche in categorie sociali insospettabili”.