Il business dell’aspartame vale oltre 12 miliardi di euro


La presenza dell’aspartame in numerosi prodotti alimentari di tipo industriale, come snack, merendine, bevande gassate sviluppa un business da 12 miliardi di euro

aspartame

La presenza dell’aspartame in numerosi prodotti alimentari di tipo industriale, come snack, merendine, bevande gassate, gelati, yogurt, chewing-gum e articoli dietetici sviluppa oggi un business da 12 miliardi di euro nel mondo. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti diffusa in occasione della dichiarazione da parte dell’Oms del dolcificante come “potenzialmente cancerogeno per l’uomo” sulla base della valutazione condotta dall’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (Iarc).

Riconoscibile nelle etichette dei prodotti dalla sigla E951 – ricorda Coldiretti – l’aspartame è usato come dolcificante artificiale nei prodotti dietetici anche se nel corso degli anni è stato al centro di numerosi dubbi sulla capacità di tali alimenti di far perdere peso nonché di polemiche sui potenziali rischi legati al suo consumo esponendo consumatori meno attenti, spesso i più piccoli, a effetti cumulativi. Ma l’aspartame è anche uno degli elementi

Ma La dichiarazione di questa sostanza come potenzialmente cancerogena dimostra anche l’inattendibilità della proposta di etichetta a colori Nutriscore – continua Coldiretti – che attualmente nei supermercati boccia con il colore rosso cibi con zuccheri naturali e promuove con quello verde le più note bibite gassate ricche proprio di aspartame e dolcificanti artificiali, di cui non si conosce neanche la ricetta completa.

Il consiglio – sottolinea Coldiretti – è quello di preferire al suo posto zuccheri naturali, dal miele allo zucchero fino alla stevia, mentre per i prodotti industriali è possibile utilizzare il fruttosio, che è lo zucchero naturale della frutta.

I dubbi e le preoccupazioni su un dolcificante artificiale come l’aspartame in commercio da quaranta anni dovrebbero peraltro indurre alla prudenza e al rispetto del principio di precauzione di fronte all’arrivo dei cibi artificiali e sintetici contro i quali è nata una inedita, larga e composita alleanza di cui fanno parte Acli, AcliTerra, Adusbef, Anpit, Asi, AssoBio, Centro Consumatori Italia, Cia, Cna, Città del Vino, Città dell’Olio, Codacons, Codici, Consulta Distretto del Cibo, Ctg, Coldiretti, Demeter, Ecofuturo, Ewa, Federbio, Federparchi, Fipe, Fondazione Qualivita, Fondazione Una, Fondazione UniVerde, Globe, Greenaccord, Gre, Italia Nostra, Kyoto Club, Lega Consumatori, Masci, Movimento Consumatori, Naturasi, Salesiani per il sociale, Slow food Italia, Unpli, Wilderness.

L’iniziativa è stata varata dai rappresentanti delle diverse Organizzazioni ha come primo obiettivo la sottoscrizione di un Manifesto per esporre le ragioni dell’alleanza ed aprire un confronto con istituzioni, associazioni, mondo scientifico, imprese e cittadini per l’avvio di una battaglia – quella contro il cibo sintetico e artificiale – che è possibile vincere – conclude la Coldiretti – anche in una proiezione europea, nella certezza di agire per il bene comune. Una assunzione di responsabilità nella ricerca delle ragioni tecniche e valoriali per contrastare rischi reali di desertificazione delle campagne, di speculazione finanziaria e monopolio brevettuale insieme a preoccupazioni di allarme per la salute dei consumatori.