In Italia, negli ultimi 25 anni, la Malattia Renale Cronica è costantemente aumentata e l’incidenza della Malattia Renale Acuta (MRA) in ambiente ospedaliero è al 10%
Formare i nefrologi di domani per rispondere al costante aumento delle malattie renali, dovuto a fattori diversi e concomitanti, è una priorità pubblica, necessaria a porre un freno ai costi umani, socio-sanitari e assistenziali che assorbono oltre il 3% dei finanziamenti del Sistema Sanitario Nazionale (SSN). In Italia, negli ultimi 25 anni, la Malattia Renale Cronica è costantemente aumentata e l’incidenza della Malattia Renale Acuta (MRA) in ambiente ospedaliero si attesta oggi al 10% dei ricoverati, con un picco al 50% in Unità di Terapia intensiva.
Numeri che avvalorano la necessità di una classe di specialisti nefrologi consapevole, preparata e sensibile al contesto socio-sanitario che cambia.
“Questi dati sono stati la spinta a raddoppiare, quest’anno, il consueto appuntamento di formazione e dialogo con i giovani specializzandi, perché possano essere ambasciatori di una nuova era della nefrologia, caratterizzata da rivoluzioni terapeutiche e nuovi modelli gestionali-organizzativi potenzialmente in grado di immaginare un futuro con sempre meno dialisi e sempre più salute renale”. Così commenta Stefano Bianchi, Presidente della Società Italiana di Nefrologia, a margine della sesta edizione della Spring Young Renal Week, a San Benedetto del Tronto. Il primo di due appuntamenti previsti nel 2023 e dedicati ai giovani nefrologi.
L’incidenza in continua crescita della malattia renale, cronica e acuta, è inversamente proporzionale al numero di specialisti nefrologi in grado di gestire questa classe di pazienti fragili, sempre più anziani e con tante comorbidità. Purtroppo, secondo i dati dell’ultimo rapporto ANAAO – Assomed, oltre il 21% dei contratti statali banditi dalle scuole di specializzazione in nefrologia risulta “non assegnato o abbandonato”.
“Dall’analisi delle curve di pensionamento – spiega Bianchi – e dei nuovi specialisti formati nel periodo 2018-2025 è previsto un ammanco di circa 340 specialisti in nefrologia nei prossimi due anni. Un imbuto formativo, ovvero l’errata programmazione del numero di medici da formare, che rischia domani di trasformarsi in una drammatica carenza di specialisti nefrologi, tale da potenzialmente mettere in crisi un modello organizzativo nefrologico da sempre vanto del nostro SSN.
In occasione della Spring Young Renal Week, la Società Italiana di Nefrologia ricorda l’importanza di controlli regolari e di uno stile di vita sano per mantenere in buona salute i reni, organi legati a doppio filo con il cuore. Chi soffre di malattie renali, infatti, ha 10-20 volte più probabilità di avere una complicanza cardiovascolare, come l’infarto e lo scompenso cardiaco.
Le raccomandazioni della Società Italiana di Nefrologia per aiutare i reni a mantenersi in buona salute:
- Privilegiare l’alimentazione “mediterranea”
- Mantenere un’adeguata e costante introduzione di acqua
- Evitare un consumo eccessivo di proteine e grassi animali
- Evitare un eccessivo introito di sale (il consumo di sale in Italia è mediamente il doppio di quanto consigliato dalle Linee Guida)
- Evitare condizioni di sovrappeso e obesità
Evitare l’assunzione di farmaci potenzialmente nefrotossici (antinfiammatori non steroidei in primis) senza stringente necessità
Evitare l’assunzione di prodotti non facilmente identificabili per la loro potenziale tossicità (es. integratori o preparati di erboristeria non controllati dal punto di vista della qualità e sicurezza)
Astenersi in maniera assoluta dal fumo
Mantenere per tutta la vita una adeguata attività fisica, commisurata all’età ed alle condizioni cliniche