Nelle paludi alimentari degli Stati Uniti sono state rilevate maggiori probabilità di alti tassi di mortalità per tumori legati all’obesità
Nelle contee degli Stati Uniti con un accesso limitato ai supermercati o altri alimentari con cibo fresco e una maggiore presenza di fast food, le cosiddette paludi alimentari, sono state rilevate maggiori probabilità di alti tassi di mortalità per tumori legati all’obesità, oltre che percentuali più elevate di povertà e diabete negli adulti, secondo uno studio ecologico trasversale pubblicato sulla rivista JAMA Oncology.
Il termine “food swamp”, o palude alimentare, è stato coniato dagli epidemiologi per definire le aree urbane con un’elevata concentrazione di catene alimentari a basso costo, dove è molto difficile procurarsi del cibo sano. Sono i regni del junk food, o cibo spazzatura, dove si sussegue l’offerta di hamburger, hot dog, ciambelle, pollo fritto o gelati. Con “food desert”, o deserto alimentare, si intendono quelle aree geografiche in cui l’accesso al cibo sano e a prezzi ragionevoli, come frutta fresca, verdura e alimenti ricchi in proteine come carne e pesce, è limitato o inesistente, perché i negozi di generi alimentari sono troppo lontani, o la popolazione è particolarmente povera per potersi permettere del cibo salutare.
Paludi vs deserti alimentari
I ricercatori hanno utilizzato i dati dell’U.S. Department of Agriculture Food Environment Atlas, abbinandoli ai dati sulla mortalità dei Centers for Disease Control and Prevention (CDC) per analizzare l’associazione tra deserti e paludi alimentari con la mortalità per cancro correlata all’obesità.
I punteggi relativi alla palude alimentare sono stati calcolati come il rapporto tra opzioni alimentari malsane (fast-food più minimarket) e opzioni alimentari salutari (negozi di alimentari più mercati agricoli) utilizzando un punteggio modificato del Retail Food Environment Index (indice dell’ambiente alimentare al dettaglio).
I punteggi relativi al deserto alimentare sono stati calcolati tramite il Food Environment Atlas e rappresentavano la percentuale di residenti di ciascuna contea che avevano un basso reddito e vivevano lontano da un supermercato: più di un miglio di distanza per gli abitanti nelle aree urbane e più di 10 miglia per i residenti in zone rurali. Entrambi i punteggi sono stati suddivisi in basso, moderato e alto in base al punteggio totale a livello di contea.
Per l’analisi iniziale, il limite per gli alti tassi di mortalità per tumori correlati all’obesità era di almeno 71,8 decessi per 100mila abitanti (758 contee), basato sulla mediana dei tassi di mortalità a livello di contea.
Nell’analisi che ha esaminato i tassi di mortalità in terzili, i valori limite per i tassi di mortalità per cancro correlati all’obesità erano 31-74 per 100mila (basso), 75-82 per 100mila (moderato) e 83-185,7 per 100mila (alto).
Mortalità per tumori correlati all’obesità più elevata nelle paludi alimentari
Nelle contee con punteggi elevati di palude alimentare in effetti le probabilità di un alto tasso di mortalità per tali tumori sono risultate maggiori del 77% (rapporto di probabilità aggiustato, aOR, 1,77), hanno riferito i ricercatori guidati da Malcolm Seth Bevel del Georgia Cancer Center di Augusta. «Le paludi alimentari possono essere un indicatore più completo e nuovo del tipico ambiente alimentare statunitense rispetto ai deserti alimentari».
In confronto, la probabilità di un alto tasso di mortalità per tumori correlati all’obesità era del 59% superiore nelle contee con punteggi elevati per i deserti alimentari (aOR 1,59).
Un numero maggiore di persone che vivevano nelle contee con alta mortalità per questi tumori viveva in aree considerate paludi o deserti alimentari rispetto alle contee con bassa mortalità per cancro correlata all’obesità:
- Paludi alimentari: 19,86% contro 18,20%
- Deserti alimentari: 7,39% vs 5,99%
Le contee con alti tassi di mortalità includevano una percentuale maggiore di residenti neri (3,26% vs 1,77%), persone di età superiore ai 65 anni (15,71% vs 15,40%), adulti obesi (33,0% vs 32,1%) o diabete (12,5% vs 10,7%), oltre a tassi di povertà più elevati (19,0% vs 14,4%).
In entrambi gli scenari, i ricercatori hanno osservato una relazione dose-risposta quando i tassi di mortalità per cancro correlati all’obesità sono stati suddivisi in terzili:
- Punteggio moderato di palude alimentare: aOR 1,29
- Punteggio elevato di palude alimentare: aOR 2,10
- Punteggio moderato di deserto alimentare: aOR 1,43
- Punteggio elevato di deserto alimentare: aOR 1,59
«L’esistenza consolidata di deserti alimentari e l’emergere di paludi alimentari può essere spiegata da alcune teorie» hanno spiegato gli autori. «Una possibilità è che le catene di negozi di alimentari non hanno interesse a rimanere a lungo nei quartieri urbani con uno status socioeconomico inferiore, dove la maggior parte della popolazione è spesso composta da gruppi di minoranze razziali ed etniche».
Questo, insieme al proliferare dei fast-food che spesso prendono di mira i quartieri urbani a basso reddito, ha trasformato nel tempo i deserti in paludi, secondo i ricercatori. Un’altra teoria è che le disparità nell’ambiente alimentare possono essere ricondotte alle pratiche discriminatorie storiche e risorgenti di gentrificazione (trasformazione di un quartiere popolare in zona abitativa di pregio, con conseguente cambiamento della composizione sociale e dei prezzi delle abitazioni) e redlining (consolidamento della segregazione razziale nella geografia delle città statunitensi, che perpetua le disuguaglianze nella ricchezza immobiliare e nell’accesso a un’istruzione di qualità).
Le limitazioni dell’analisi, come hanno fatto presente i ricercatori, includevano il fatto che le associazioni tra decessi per cancro e ambiente alimentare erano state fatte a livello di contea piuttosto che individuale, la possibile classificazione errata di alcuni negozi e che la razza e altri dati socioeconomici fossero stati nuovamente valutati a livello di contea.
Esplorare le implicazioni etiche, legali e sociali delle disuguaglianze alimentari
«Insieme al consumo di alcol e tabacco, l’esercizio fisico, il peso e la dieta sono considerati i principali fattori di rischio modificabili per il cancro. Ma lo studio attuale ha scoperto il termine improprio della generalizzabilità del concetto di dieta come fattore di rischio modificabile» hanno scritto in un editoriale di accompagnamento Karriem Watson del National Institutes of Health di Bethesda, nel Maryland, e Angela Odoms-Young del College of Human Ecology presso la Cornell University di Ithaca, New York.
«Le complessità che impediscono l’accesso al cibo sano sono radicate in fattori storici e strutturali, come il disinvestimento della comunità e il razzismo sistematico» hanno affermato. «Inoltre le cause sia dell’obesità che del cancro sono complesse. Di conseguenza i meccanismi che collegano gli ambienti alimentari a basso contenuto di risorse ai tumori correlati all’obesità possono operare attraverso molteplici percorsi piuttosto che il solo consumo dietetico».
Come definito dall’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro, i 13 tumori legati all’obesità includono quelli del seno, del colon-retto, dell’endometrio, dell’esofago, della cistifellea, dello stomaco, del fegato, del rene, del pancreas, delle ovaie e della tiroide, insieme a mieloma multiplo e meningioma.
«Che si tratti del mancato accesso a cibi sani o di una sovrabbondanza di cibo non salutare, c’è un forte bisogno di condure ulteriori ricerche che esplorino le associazioni tra la mortalità per cancro correlata all’obesità e le disuguaglianze alimentari» hanno concluso, aggiungendo che lo studio attuale rappresenta un importante passo avanti nel fornire una forte evidenza per la ricerca che esplori le implicazioni etiche, legali e sociali delle disuguaglianze alimentari».
Referenze
Bevel MS et al. Association of Food Deserts and Food Swamps With Obesity-Related Cancer Mortality in the US. JAMA Oncol. 2023 May 4;e230634.