Artrite psoriasica: qualità della vita migliore con secukinumab


Artrite psoriasica: secukinumab si associa a miglioramenti della funzione fisica, della qualità della vita e all’inibizione della progressione del danno strutturale

Diagnosi di artrite psoriasica, salute, apremilast

La riduzione di attività di malattia/remissione (LDA/REM) sostenuta nel tempo grazie all’impiego di secukinumab si associa a miglioramenti della funzione fisica, della qualità della vita (QoL), nonché all’inibizione della progressione del danno strutturale. Queste le conclusioni di un’analisi dello studio di fase III FUTURE-5 sull’impiego di secukinumab in pazienti con artrite psoriasica (PsA), pubblicata recentemente su RMD Open.

Razionale e obiettivi dello studio
“Le ultime raccomandazioni del Gruppo per la Ricerca e la Valutazione della Psoriasi e dell’Artrite Psoriasica (GRAPPA) – esordiscono i ricercatori nell’introduzione allo studio – sottolineano che gli obiettivi della terapia da perseguire per tutti i pazienti con PsA sono il raggiungimento e il mantenimento del più basso livello possibile di attività di malattia in tutti i domini di malattia, corrispondente almeno ad una bassa attività di malattia (LDA) e, idealmente, alla remissione (REM), al fine di ottimizzare lo stato funzionale, migliorare la qualità di vita (QoL) e il benessere, e prevenire i danni strutturale”.

“Per quanto le raccomandazioni EULAR e quelle GRAPPA sostengano l’adozione di un approccio “treat-to-target” (T2T) nel trattamento dei pazienti con PsA – continuano i ricercatori – questi documenti non forniscono una chiara raccomandazione a favore di un punteggio specifico di attività di malattia che guidi le decisioni terapeutiche nei pazienti con PsA. Tuttavia, l’indice di attività di malattia per l’artrite psoriasica (Disease Activity index for Psoriatic Arthritis, DAPSA) o i criteri di attività minima di malattia (Minimal Disease Activity, MDA) sembrano essere le opzioni preferite negli studi clinici o nella pratica clinica. Il DAPSA, in particolare, è una misura che si concentra principalmente sul coinvolgimento articolare, mentre l’MDA è un indice che include più domini di malattia e la funzione fisica”.

Secukinumab, un anticorpo monoclonale umano che inibisce direttamente l’interleuchina (IL)-17A, si è dimostrato in grado di indurre un miglioramento rapido e duraturo dei segni, dei sintomi, della funzione fisica e della qualità della vita dei pazienti affetti da PsA nell’arco di 5 anni nell’ambito del programma di trial clinici di Fase 3 FUTURE.

In questa analisi retrospettiva post-hoc dei dati dello studio FUTURE 5, durato 2 anni, si è voluto andare oltre, analizzando la percentuale di pazienti trattati con secukinumab in grado di raggiungere e mantenere la LDA o la REM, i loro benefici sui pazienti e i fattori predittivi del raggiungimento della LDA o della REM.

Lo studio FUTURE-5 e il disegno dell’analisi post-hoc retrospettiva
FUTURE-5 era un trial di fase 3, randomizzato, in doppio cieco, controllato con placebo, a gruppi paralleli, della durata di 2 anni, che aveva incluso pazienti adulti con PsA e quelli che soddisfacevano i criteri di classificazione per l’artrite psoriasica (CASPAR) con PsA attiva allo screening e al basale e con sintomi di PsA attiva da almeno 6 mesi.

Costituivano motivo di esclusione dal trial il riscontro di un’infezione pregressa o in corso, l’impiego precedente di un farmaco biologico diverso da un anti-TNF, l’impiego pregresso di 3 o più anti-TNF diversi e la presenza di una malattia infiammatoria attiva diversa dalla PsA.

I pazienti inclusi nel trial erano stati randomizzati, secondo uno schema 2:2:2:3 al trattamento al basale, alle settimane 1-3 e poi ogni 4 settimane, con:
– secukinumab sottocute (s.c.) 300 mg con dose di carico (300 mg)
– secukinumab s.c. 150 mg con dose di carico (150 mg LD)
– secukinumab s.c. 150 mg senza dose di carico (150 mg NL)
– placebo

Il protocollo del trial prevedeva che i pazienti non responder (pazienti con un miglioramento <20% nella conta delle articolazioni dolenti (TJC) o tumefatte (SJC) rispetto al basale) del gruppo placebo passassero a trattamento con secukinumab s.c. 300 mg o 150 mg alla settimana 16 e che i pazienti responder passassero a trattamento con secukinumab s.c. 300 mg o 150 mg alla settimana 24.

La condizione di cecità del trial è stata mantenuta fino al raggiungimento della 52esima settimana; dopo questo timepoint, era possibile aumentare il dosaggio di secukinumab da 150 mg a 300 mg in base al giudizio clinico degli sperimentatori in seguito a una modifica del protocollo.

Durante la fase in aperto del trial, a partire dalla 52a settimana, i pazienti hanno continuato il trattamento con la stessa dose attiva di secukinumab  fino alla 100esima settimana.
Ai pazienti non era consentito il passaggio ad una dose inferiore una volta effettuata l’escalation della dose.

Outcome dell’analisi
I pazienti sono stati raggruppati in tre categorie:
– mancato raggiungimento di LDA/REM
– raggiungimento di LDA/REM una sola volta
– mantenimento di LDA/REM ≥3 volte tra la settimana 24 e la 104

Sono stati valutati, dal basale alla settimana 104:
– i miglioramenti della funzione fisica (Health Assessment Questionnaire Disability Index (HAQ-DI)) per il solo DAPSA (che è anche un componente della MDA)
– I miglioramenti della QoL (Short Form-36 Physical Component Summary score (SF-36 PCS)) sia per il DAPSA che per la MDA
– La percentuale di pazienti con assenza di progressione radiografica di malattia, definita come una variazione dal basale del punteggio totale di Sharp modificato da van der Heijde (vdH-mTSS) ≤0,5 fino a 2 anni

Risultati principali
Dei 996 pazienti reclutati nello studio, 222 erano stati randomizzati a trattamento con   secukinumab 300 mg, 220/222 a trattamento con secukinumab 150 mg con carico/senza carico e 332 a trattamento con placebo.  Le caratteristiche basali sono risultate comparabili tra i pazienti con risposte DAPSA e MDA sostenute.

Alla settimana 104, il 48%-81% e il 19%-36% dei pazienti trattati con secukinumab ha ottenuto rispettivamente una risposta sostenuta (DAPSA e REM). Sono stati osservati miglioramenti numericamente maggiori nella funzione fisica e nella QoL con LDA/REM sostenute rispetto a LDA/REM ottenute una sola volta o non ottenute affatto, per quanto i pazienti avessero raggiunto la differenza minima clinicamente importante stabilita per tutti gli indici compositi.

Una percentuale elevata di pazienti trattati con secukinumab non è andata incontro a progressione radiografica di malattia a 2 anni, indipendentemente dal raggiungimento di una LDA/REM sostenuta.
Da ultimo, l’età più giovane, l’indice di massa corporea più basso al basale, la riduzione del numero di articolazioni dolenti e del dolore da PsA alla settimana 16 sono stati i principali predittori di una LDA sostenuta nei pazienti trattati con secukinumab.

Riassumendo
Nel complesso, dai risultati di questa analisi post-hoc dello studio FUTURE-5 è emerso che:
– la maggior parte dei pazienti trattati con secukinumab ha raggiunto una LDA sostenuta per 2 anni, indipendentemente dalla misura di outcome utilizzata, cioè l’attività minima della malattia (MDA) o l’indice di attività della malattia per l’artrite psoriasica (DAPSA) LDA+REM.
– La LDA sostenuta nei pazienti trattati con secukinumab è stata associata ad un  miglioramento funzionale a lungo termine di entità maggiore e ad un miglioramento a lungo termine della qualità della vita correlata allo stato di salute
–  È stato riscontrato uno scollamento tra l’inibizione della progressione del danno strutturale e l’attività di malattia.
–  I principali predittori di una risposta sostenuta alla LDA nei pazienti trattati con secukinumab sono stati l’età più giovane, l’indice di massa corporea più basso al basale, l’attività di malattia e il dolore più bassi alla 16a settimana

Questi dati rafforzano la validità di MDA e DAPSA LDA+REM come target di trattamento nella PsA, poiché il loro raggiungimento ha portato a benefici clinicamente significativi nella qualità di vita correlata alla salute e nella funzione fisica nell’artrite psoriasica (PsA).

Inoltre, indipendentemente dal raggiungimento di LDA o REM sostenuti, si è verificata un’inibizione del danno strutturale, evidenziando l’effetto protettivo del secukinumab sulla progressione radiografica nei pazienti con PsA.

Bibliografia
Coates LC  et al. Secukinumab improves physical function and quality of life and inhibits structural damage in patients with PsA with sustained remission or low disease activity: results from the 2-year phase 3 FUTURE 5 study. RMD Open 2023;9:e002939. doi: 10.1136/rmdopen-2022-00293
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