In pazienti con diabete di tipo 2, una nuova procedura endoscopica combinata con la terapia con semaglutide può eliminare la necessità di insulina
In pazienti con diabete di tipo 2 che necessitano di trattamento insulinico, una nuova procedura endoscopica combinata con la terapia con semaglutide può eliminare la necessità di insulina, migliorando al contempo il controllo glicemico e i parametri metabolici. I risultati di uno studio pilota sono stati presentati al congresso 2023 Digestive Disease Week (DDW).
«Il diabete di tipo 2 viene generalmente trattato con una varietà di farmaci, facendo ricorso alla terapia insulinica come ultima risorsa» ha dichiarato Jacques Bergman, professore di endoscopia gastrointestinale e responsabile dell’endoscopia presso l’Amsterdam University Medical Center. «Tuttavia questo approccio comporta diversi ostacoli, incluso il fatto che i farmaci possono essere costosi, le iniezioni di insulina possono avere effetti collaterali come un basso livello di zucchero nel sangue e un aumento del peso, oltre alla necessità di assumere il farmaco tutti i giorni. Per affrontare questo problema abbiamo valutato l’uso del trattamento endoscopico in pazienti con diabete di tipo 2 con la nuova procedura ReCET».
La procedura Re-Cellularization via Electroporation Therapy (ReCET) utilizza l’elettroporazione per ablare lo strato superficiale della mucosa nell’intestino tenue, ipotizzando che il ringiovanimento del rivestimento duodenale combinato con l’uso di un GLP-1 agonista riduca l’insulino-resistenza nei pazienti con diabete di tipo 2, affrontando così la causa principale della malattia.
«A differenza di altri metodi di ablazione, ReCET non utilizza calore o freddo estremo per danneggiare il tessuto intestinale, ma un campo elettrico pulsato che può essere controllato con precisione e ha una profondità di penetrazione limitata» ha spiegato Celine Busch, ricercatrice principale dello studio. «Non ha un effetto dannoso fisico diretto sulla mucosa, ma interrompe la membrana cellulare della mucosa e della sottomucosa superficiale, così che queste cellule muoiano di morte cellulare naturale entro 24 ore dalla procedura. L’assenza di aumento della temperatura durante la procedura riduce significativamente la possibilità di complicanze».
Prima valutazione nell’uomo della nuova procedura endoscopica
Nello studio pilota EMINENT, a singolo braccio, i ricercatori hanno valutato la sicurezza, la fattibilità e l’efficacia della procedura ReCET in combinazione con il GLP-1 agonista semaglutide nell’eliminare la necessità di un trattamento insulinico in pazienti selezionati con diabete di tipo 2 che facevano uso di insulina basale a lunga durata d’azione per mantenere il controllo glicemico.
Quattordici soggetti di età compresa tra 28 e 75 anni (BMI 24-20 kg/m2, HbA1c 8%, dose di insulina basale <1 U/kg/die, peptide-C 0,2 nmol/l) sono stati sottoposti alla procedura ReCET endoscopica, seguita da una dieta liquida ad apporto calorico controllato per 2 settimane, al termine delle quali hanno iniziato la terapia con semaglutide, titolato fino a 1 mg a settimana.
Lo studio ha valutato la durata della procedura, il tasso di successo tecnico, la percentuale di pazienti che tollerano semaglutide, gli eventi avversi e gli eventi ipoglicemici. L’endpoint primario di efficacia era il numero di pazienti senza insulina a 6 mesi con livelli di emoglobina glicata (HbA1c) non superiore al 7,5%.
Successo del 100% con benefici prolungati nel tempo
Al follow-up a 6 mesi la procedura ReCET ha avuto un tasso di successo tecnico del 100% con una lunghezza mediana del trattamento assiale di 12 cm. La durata media dell’intervento è stata di 58 minuti e il 93% dei pazienti ha tollerato il dosaggio massimo di semaglutide.
Inoltre, l’86% dei pazienti non assumeva più insulina e ha dimostrato un miglioramento significativo nel controllo glicemico per un anno (HbA1c da 7,2% a 6,6%, p=0,010), salute metabolica (miglioramento, non significativo, dei livelli di colesterolo, LDL e trigliceridi) inclusa una riduzione di oltre il 50% del grasso epatico, e la soddisfazione per il trattamento. Non sono stati riportati eventi avversi gravi correlati al dispositivo.
A causa della natura a braccio singolo dello studio, è difficile definire l’impatto di ReCET e quello di semaglutide sul controllo glicemico, ma secondo Busch c’è ragione di credere che i due approcci possano lavorare insieme. «Nella maggior parte degli studi in cui i pazienti con insulina a lunga durata d’azione ricevono un GLP-1 agonista, non più del 20% riesce a interrompere del tutto l’insulina» ha affermato. «È difficile spiegare i nostri risultati basandosi solo sull’attività di semaglutide. Sappiamo che questi farmaci aumentano il rilascio di insulina endogena e questo agisce in sinergia con l’effetto insulino-sensibilizzante di ReCET, come si evince da un tasso di successo dell’86% a 6, 9 e 12 mesi di follow-up».
«Questo potrebbe essere un punto di svolta nella gestione del diabete di tipo 2, dal momento che un singolo intervento endoscopico ambulatoriale ha mostrato di comportare un effetto terapeutico piuttosto lungo che non necessita della compliance del paziente, a differenza della terapia farmacologica che richiede l’aderenza all’assunzione quotidiana dei farmaci» ha detto Bergman. «Ancora più importante, questa tecnica modifica la malattia agendo sulla causa principale del diabete di tipo 2 e affronta l’insulino-resistenza, a differenza della terapia farmacologica che, nella migliore delle ipotesi, può solo controllare la malattia e perde immediatamente il suo effetto se viene interrotta».
Referenze
Busch C et al. Abstract 1272. Re-cellularization via electroporation therapy (ReCET) combined with GLP-1RA to replace insulin therapy in patients with type 2 diabetes: 6 months results of the EMINENT Study. Presented at: Digestive Disease Week; May 6-9, 2023; Chicago (hybrid meeting).