Gli adulti con diabete di tipo 2 e livelli elevati di ormone stimolante la tiroide hanno maggiori probabilità di sviluppare la retinopatia diabetica
Gli adulti con diabete di tipo 2 e livelli elevati di ormone stimolante la tiroide hanno maggiori probabilità di sviluppare la retinopatia diabetica, e un time-in-range ridotto aumenta ulteriormente questo rischio, secondo quanto emerso in uno studio pubblicato sulla rivista Diabetes/Metabolism Research and Reviews.
La retinopatia diabetica è una complicanza vascolare altamente specifica del diabete ed è la causa più frequente di nuovi casi di cecità negli adulti in età lavorativa. L’iperglicemia cronica è stata il fattore di rischio più costantemente associato alla malattia oculare nel diabete di tipo 2, tuttavia la retinopatia può comunque verificarsi e progredire anche nei diabetici ben controllati, pertanto identificare i potenziali fattori di rischio che possono essere terapeuticamente rimane essenziale per la gestione ottimale della retinopatia diabetica, hanno premesso i ricercatori.
«La disfunzione tiroidea e il diabete spesso coesistono e sono strettamente collegati» hanno scritto l’autore senior Jian Zhou e colleghi del dipartimento di endocrinologia e metabolismo presso il Sixth People’s Hospital di Shanghai in Cina. «Le evidenze indicano che le due malattie possono condividere alcune vie comuni di segnalazione del metabolismo del glucosio e dei lipidi, e interagire tra loro attraverso la resistenza all’insulina e fattori infiammatori. Per quanto ne sappiamo, non sono stati condotti studi che esplorino l’effetto combinato della funzione tiroidea e del controllo glicemico sullo sviluppo delle complicanze del diabete. In questo studio abbiamo scoperto che il rischio di retinopatia diabetica era aumentato quando erano presenti sia un TSH più elevato che time-in-range più basso».
Valutazione del rischio di retinopatia nel diabete di tipo 2
I ricercatori hanno condotto uno studio trasversale su 2.740 adulti di età compresa tra 18 e 80 anni con diabete di tipo 2 ricoverati al Sixth People’s Hospital di Shanghai da giugno 2019 a dicembre 2021 (65% uomini, età media 61 anni). Durante il ricovero i partecipanti hanno utilizzato un sistema di monitoraggio continuo del glucosio (CGM).
La retinopatia diabetica è stata valutata attraverso la fotografia del fondo oculare, classificando i pazienti come non affetti da retinopatia diabetica, con malattia lieve/moderata/grave non proliferativa o retinopatia diabetica proliferativa. Al 29% dei soggetti è stata diagnosticata una qualche forma di retinopatia diabetica, con una prevalenza del 23,8% negli gli adulti con un time-in-range superiore al 70%. I pazienti con retinopatia diabetica avevano livelli di triiodotironina libera più bassi e livelli di TSH più alti rispetto a quelli senza retinopatia.
Livelli elevati di TSH associati a retinopatia diabetica
Dopo aver diviso la coorte in terzili in base ai livelli di TSH, gli adulti con livelli di ormone più elevati avevano maggiori probabilità di sviluppare retinopatia diabetica rispetto a quelli nel terzile di TSH più basso (OR aggiustato = 1,48). L’associazione era simile indipendentemente da un time-in-range maggiore o minore del 70%.
I partecipanti nel terzile più alto di TSH avevano maggiori probabilità di sviluppare retinopatia diabetica non proliferativa lieve (aOR= 1,39), non proliferativa moderata (aOR= 1,84) e retinopatia diabetica pericolosa per la vista (aOR= 1,64) rispetto a quelli nel terzile più basso. Tra gli adulti con un time-in-range superiore al 70%, livelli di TSH più elevati erano associati a maggiori probabilità di retinopatia diabetica moderata e pericolosa per la vista, mentre tra quelli con un time-in-range inferiore al 70% livelli più alti di TSH più alti erano associati solo a maggiori probabilità di retinopatia diabetica lieve.
I partecipanti sono stati anche divisi in gruppi congiunti sia in base al time-in-range che al terzile del TSH. Dopo aggiustamenti multivariabili, il rischio di retinopatia diabetica era più alto tra coloro che avevano un time-in-range inferiore al 70% e si trovavano nel terzile TSH più alto (aOR = 1,96).
In conclusione, lo studio ha dimostrato che anche nei pazienti con diabete di tipo 2 ben controllato un TSH più elevato all’interno del range normale era indipendentemente associato alla retinopatia diabetica, un risultato che suggerisce come il rischio residuo di retinopatia diabetica possa essere parzialmente spiegato da una funzione tiroidea subottimale.
«Nella pratica clinica si dovrebbe prestare maggiore attenzione ai potenziali effetti sia del TSH che del un time-in-range per una migliore gestione della retinopatia diabetica» hanno scritto i ricercatori. «Studi futuri longitudinali ben progettati con misurazioni del TSH in diversi punti temporali sono giustificati per confermare ulteriormente il ruolo dell’ormone nella gestione del rischio di complicanze del diabete e valutare l’intervallo di riferimento normale per il TSH».
Referenze
Wang Y et al. Association of thyroid stimulating hormone and time in range with risk of diabetic retinopathy in euthyroid type 2 diabetes. Diabetes Metab Res Rev. 2023 Mar 25;e3639.