Interventi meno invasivi, tempi di recupero più brevi, niente tamponi: come è cambiata (in meglio) la rinoplastica negli ultimi 10 anni
48 ore per riprendere la vita sociale, poche settimane per avere risultati estetici definitivi, ematomi nulli o pochi, niente tamponi. Negli ultimi dieci anni, l’intervento di chirurgia plastica al naso ha subito una significativa evoluzione, grazie a nuove tecniche e un approccio personalizzato.
“L’intervento di rinoplastica ha fatto importanti progressi, con benefici per i pazienti che vogliono ridefinire il proprio profilo e magari migliorare contestualmente la funzionalità respiratoria – spiega il professor Raffaele Rauso, vicepresidente FIME e già professore all’Università Vanvitelli di Napoli -. Resta invariato un aspetto, ossia l’importanza di rivolgersi a professionisti preparati, per avere una corretta diagnosi, evitare complicazioni, risultati non adatti per il proprio viso e interventi secondari”.
Una tecnica che sta avendo molto successo negli ultimi anni è la Preservation Rhinoplasty, la rinoplastica preservativa, che consente di ottenere risultati estetici naturali e migliorare la funzionalità respiratoria, come spiega il prof. Rauso: “La Preservation Rhinoplasty si differenzia dall’approccio tradizionale in quanto preserva le strutture nasali esistenti del dorso, anziché rimuoverle e ricostruirle completamente, come avviene per la rinoplastica strutturale. E’ una tecnica che risale agli anni ‘60, ma solo negli ultimi anni è diventata popolare: il chirurgo interviene dal basso per ridurre il dorso del naso, rimuovendo osso e cartilagine, anziché dalla parte superiore come avviene con l’intervento tradizionale. In questo modo si mantiene l’integrità anatomica della struttura nasale, minimizzando così il rischio di complicazioni e ottimizzando i risultati estetici”.
Ecco quello che c’è da sapere sulla rinoplastica:
- Non è il paziente che sceglie il naso o la tecnica con cui sarà operato: sono aspetti che si valutano insieme con il chirurgo, dopo una visita accurata. “Il naso non è un vestito, che si sceglie in base alla moda del momento e si cambia la stagione successiva – afferma il vicepresidente FIME -. Questo concetto purtroppo non è sempre chiaro ai pazienti, che arrivano chiedendo un preciso tipo di naso: pur piacendo sugli altri, non è detto che sia il più adatto al nostro viso. Deve essere il chirurgo specialista a indicare il tipo di intervento da eseguire per ottenere il risultato migliore. Per questo è bene rivolgersi a un medico capace di eseguire diversi tipi di interventi e in grado di consigliare alla paziente quello più adatto per il proprio volto. In questo periodo, la maggior parte delle richieste dei pazienti, che rispecchia poi quanto si vede sui social, è il cosiddetto “barbie nose”, il nasino ispirato alla celebre bambola, con la punta piccola, rivolta all’insù: una scelta che non è per tutti, per cui un bravo chirurgo deve sapere dire di no”.
- Risultati estetici naturali: Grazie alla preservazione delle strutture nasali, l’aspetto finale dopo l’intervento risulta estremamente naturale fin da subito. Si considera la struttura del volto e si cerca l’aspetto che rende più armonioso l’aspetto, senza stravolgere e senza emulare risultati non adatti.
- Minore periodo di recupero: Con le tecniche odierne di rinoplastica, non si usano più tamponi e i tempi di recupero sono ridotti. In particolare, con la Preservation Rhinoplasty, che comporta minor trauma alle strutture nasali, il periodo di recupero post-operatorio tende a essere più breve rispetto agli approcci tradizionali in quanto il gonfiore della piramide nasale, già nel post operatorio, è praticamente assente. “I pazienti possono tornare alle loro attività quotidiane più rapidamente: dopo l’operazione bastano 48 per riprendere la vita sociale e in poche settimane il risultato è esteticamente definitivo, anche se può restare duro al tatto o può perdere sensibilità, tali condizioni richiedono poi mesi per la risoluzione” afferma il dottor Rauso.
- Miglioramento della funzionalità respiratoria: Con l’intervento di rinoplastica è possibile intervenire contestualmente anche sulla funzionalità respiratoria, risolvendo problemi. In questo modo si migliora sia l’estetica che la funzionalità del naso. Nella Preservation Rhinoplasty è possibile agire sia sulla parte alta che su quella bassa del setto, senza intaccare il dorso, in questo modo le strutture nasali “buone” vengono preservate e contestualmente è possibile lavorare sul setto per migliorare la respirazione post-operatoria.
- Complessità: La rinoplastica è un intervento che, se non eseguito correttamente, può causare problemi di respirazione. “Nel caso della rinoplastica tradizionale, è necessario ricostruire le strutture nasali, mentre la Preservation Rhinoplasty richiede una maggiore precisione e abilità chirurgica rispetto agli approcci tradizionali. In particolare, se non c’è stabilità della piramide nasale, si rischia di avere una recidiva del gibbo nasale” conclude il professore. E’ insomma fondamentale scegliere un chirurgo esperto e qualificato per ottenere i migliori risultati possibili.