Troppo spesso il Soccorso alpino deve intervenire in aiuto di turisti in difficoltà che non erano equipaggiati nel modo giusto: c’è chi si perde, chi cade e chi ha un malore. Zaia sbotta
Dall’1 maggio il Soccorso Alpino del Veneto ha soccorso 283 persone e “purtroppo”, dice il presidente del Veneto Luca Zaia, ci sono state anche 16 vittime e 50 feriti gravi. “Ma colpisce anche il dato dei 130 illesi che hanno richiesto l’intervento del Soccorso Alpino, spesso con l’elicottero del Suem”.
TURISTI PERSI, CADUTI O BLOCCATI NELLE FERRATE
Inoltre, secondo i dati del Soccorso Alpino del Veneto, relativi alla prima parte d’estate (poco meno di tre mesi), il 20% degli interventi è dovuto a incapacità. L’8% dei soccorsi risponde alla perdita d’orientamento. Le cadute provocano il 25% degli interventi del Soccorso Alpino e i malori l’11%, complice anche il caldo dell’ultimo periodo. Il 53% delle persone soccorse sono escursionisti, con minor esperienza di montagna. Il 14% dei recuperati dal Soccorso Alpino è invece impegnato nelle ferrate. E avanti così non si può e non si deve andare.
“LE ESCURSIONI IN MONTAGNA VANNO PIANIFICATE CON PRUDENZA”
Dice infatti Zaia: i dati indicano che “non sempre le attività in montagna vengono pianificate con la dovuta attenzione e prudenza. Serve rispetto e preparazione per approcciarsi alle cime, anche per non dover impegnare i soccorritori in missioni che hanno sempre una componente di rischio”. L’ennesimo caso ha visto due escursionisti mal equipaggiati rimasti bloccati su una ferrata dolomitica a Cortina, costringendo i soccorritori a cinque ore di intervento per salvarli.
“LA MONTAGNA VA CONOSCIUTA E RISPETTATA”
La montagna, “d’estate, costituisce uno degli ambienti naturali più affascinanti del mondo ma, per frequentarla in sicurezza occorre imparare a conoscerla, rispettarla, trattarla per quel che è: un paradiso naturale, ma anche un rischio per chi le si avvicina senza prudenza. In questi casi il rischio di incidenti è alto e spesso viene messa in pericolo la vita degli escursionisti e quella dei soccorritori. È accaduto di nuovo sulla ferrata Tomaselli, nel cortinese. Accade di frequente, e per questo motivo rivolgo a tutti i frequentatori della montagna in questo scorcio di luglio e in agosto un accorato appello alla prudenza perché la vacanza possa trascorrere in totale serenità”, si appella Zaia rivolgendosi ai frequentatori della montagna.
“I SOCCORRITORI SONO ANGELI MA NON POSSONO FARE MIRACOLI”
Le squadre del Soccorso Alpino, ma anche il Sagf della Guardia di Finanza, “sono un riferimento per professionalità e dedicazione. Li ringrazio per questo, ma chiedo ai turisti e agli appassionati di outdoor di avere rispetto anche per questi uomini e donne che mettono sempre in campo preparazione tecnica, coraggio e altruismo. Sono angeli della montagna pronti a spingersi oltre l’immaginabile, ma non si possono chiede loro i miracoli”, dice ancora Zaia concludendo con un altro appello.
“CONTROLLATE LE PREVISIONI E VESTITEVI NEL MODO GIUSTO”
“Sta a ognuno di noi approcciarsi nel modo giusto alla montagna: informandoci bene sui percorsi e le difficoltà che ne sono insite, chiedendo alle guide alpine e alla gente del luogo informazioni, ponendo grande attenzione alle previsioni del tempo, dotandosi di abbigliamento consono, con le calzature adatte e tutto l’occorrente per affrontare momenti di difficoltà del percorso, come corde e moschettoni, e i frequenti e repentini cambi del tempo che possono far crollare le temperature in pochi minuti. Ne va- conclude- della gioia di una vacanza, e dell’incolumità propria e dei soccorritori”.