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Ermanno Detti nelle librerie con “Le altre facce della guerra”

nicoletta manni

Ermanno Detti pubblica “Le altre facce della guerra”. Un libro importante che racconta come l’animo umano reagisce di fronte alle catastrofi e alle guerre

Cinque racconti per descrivere cinque facce della guerra. Cinque punti di vista raramente raccontati. I principali protagonisti sono i bambini che con i loro occhi sono spettatori di grandi eventi, a volte cruenti, a volte delicati e di grande umanità, come il rapporto con gli animali, con la natura o con la protezione di un disertore nemico. L’Autore spiega in una bella e scorrevole narrazione che la guerra non riesce ad annullare i sentimenti umani, quelli forti: i ragazzi giocano ancora, si innamorano ancora, si creano amicizie ed esempi di solidarietà. Come la Ginestra di Leopardi, che sommersa poi risorge, la vita va avanti anche sotto le bombe. Gli ultimi due racconti sono dedicati al periodo post bellico e mettono in luce che anche quando la guerra è finita le ferite che hanno profondamente sconvolto gli animi non sempre si rimarginano. L’ultimo racconto, il più duro, è la storia di una ragazza che non riesce a dimenticare un terribile torto subito e, anche a guerra finita, agisce per realizzare un suo misterioso e oscuro intento. Le altre facce della guerra (Chiaredizioni, pg 150, prezzo 13,90) vuole raccontare come l’animo umano reagisce di fronte alle catastrofi. Tutti i racconti sono ambientati durante o appena dopo il secondo conflitto mondiale, e il messaggio forte che dà Ermanno Detti è che anche durante le guerre più orribili, nelle situazioni più disperate, gli esseri umani reagiscono e riescono a mantenere intatti alcuni sentimenti fondamentali, con la speranza di un futuro migliore.

«In queste cinque storie di guerra sono narrate situazioni molto diverse. Da una parte come gli uomini nei conflitti armati diventino più crudeli, egoisti e cattivi, dall’altra come i grandi sentimenti umani continuino a essere forti e presenti anche durante e dopo le guerre più terribili. Nelle guerre l’essere umano esprime il peggio di se stesso. Anche la storia recente ci racconta reati orribili, come lo sterminio violento e programmato di intere comunità con l’uccisione di donne, bambini e anziani innocenti. La guerra porta disastri e distruzioni nelle cose e lacerazioni dentro di noi. Dopo una guerra le ricostruzioni sono difficili sia per le ferite inferte alle cose, sia all’animo umano, al punto che perfino a guerra finita restano rancori e desideri di vendette. Sono le grandi catastrofi della guerra. Ma proprio quando la ferocia umana tocca i livelli più bassi, ci si accorge che alcuni sentimenti più profondi e naturali non possono essere distrutti. Anzi possono nascere affetti, amicizie, legami e amori inaspettati che stupiscono per la forza e per il rischio a cui alcune persone si espongono per aiutare gli altri. È come se la cattiveria non riuscisse a vincere fino in fondo ciò che di buono c’è negli umani. Sono le altre facce della guerra. Sotto le bombe degli aerei o dell’artiglieria, c’è chi può, come in questi racconti, offrire asilo a un disertore rischiando la vita, c’è chi si preoccupa di proteggere cuccioli di animali. Possono sorgere tenerezze, amori e speranze per un futuro migliore. Dopo la guerra resta il dolore che in parte si supera guardando al futuro».

ERMANNO DETTI ha avuto una vita molto avventurosa. Nato da famiglia povera nel 1939 a Manciano (GR), al centro della Maremma toscana, è costretto a interrompere gli studi e dedicarsi al lavoro di operaio nell’agricoltura. A 19 anni si arruola in Aeronautica come volontario specialista dove resta per 10 anni, di stanza tra Roma Ciampino e il Ministero dell’Aeronautica. Nel frattempo ha ripreso gli studi, consegue prima il diploma e poi la laurea in lettere. Abbandonata la vita militare, si dedica prima all’insegnamento e poi al giornalismo. Inizia la sua collaborazione alla rivista “Riforma della Scuola”, diretta da Lucio Lombardo Radice, Carlo Bernardini e Alberto Oliviero, poi da Tullio De Mauro e da Franco Frabboni. Nel 1990 ne diviene Capo Redattore. Negli anni Settanta inizia anche una collaborazione con La Nuova Italia Editrice come autore, come redattore di riviste e come consulente. Produce in quegli anni libri scolastici di Educazione Civica, di Storia per la scuola media, di antologie, di libri di lettura per le elementari. Scrive saggi e romanzi per ragazzi più volte premiati e ristampati. Collabora con quotidiani e riviste. È consulente e partecipa alla stesura della Enciclopedia Treccani per ragazzi. Diviene direttore editoriale della Edizioni conoscenza e, nel 1999, fonda e dirige fino ad oggi la rivista “Pepeverde”, trimestrale che si occupa di letteratura e critica per ragazzi. Viene chiamato come professore a contratto a insegnare Storia dell’Illustrazione all’Istituto Europeo del Design, all’università di Roma3, alla Libera Università di Bolzano. Fra le sue pubblicazioni si ricordano i suoi numerosi romanzi e il saggio Il piacere di leggere, più volte ristampato. Vincitore e finalista di numerosi premi letterari.

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