Su Rai 5 il documentario “Il ragazzo con la Leica”: le anticipazioni


Gianni Berengo Gardin e la fotografia raccontati dal documentario “Il ragazzo con la Leica” in onda in prima serata su Rai 5

il ragazzo con la leica

Sette decenni di storia italiana attraverso le immagini di Gianni Berengo Gardin: li ripercorre “Il ragazzo con la Leica” per la regia di Daniele Cini, prodotto da Claudia Pampinella per Talpa Produzioni in collaborazione con Rai Cultura e con il sostegno del Ministero della Cultura Direzione Generale Cinema e Audiovisivo, in onda mercoledì 26 luglio alle 21.15 su Rai 5. Una selezione di oltre cento fotografie e di immagini tratte dai più prestigiosi archivi italiani e francesi è il fil rouge di un viaggio fisico e temporale attraverso l’Italia dagli anni ‘50 fino a oggi.

Il documentario segue il percorso della stesura dell’autobiografia del grande fotografo che la figlia Susanna Berengo Gardin ha scritto con lui durante il 2020, in occasione dei suoi 90 anni. Amici e testimoni del suo tempo – dall’architetto Renzo Piano al fotografo Ferdinando Scianna, all’editore Roberto Koch – tracciano il ritratto del fotografo e dell’uomo, contribuendo ad arricchirne il profilo e la storia di vita.

Il documentario, oltre a essere il racconto di un viaggio in Italia (più volte interrotto dall’emergenza sanitaria) – intrapreso da Gianni Berengo Gardin insieme alla figlia Susanna, custode del suo immenso archivio -, ricostruisce la genesi dei suoi scatti migliori nei luoghi e nel punto esatto in cui sono stati catturati.

Dai primi scatti veneziani e parigini negli anni ’50 passiamo all’esperienza de “Il Mondo” di Pannunzio e subito dopo al Touring Club Italiano. Dalla collaborazione con l’Olivetti ai suoi primi reportage sociali alla fine dei ’60: i migranti nella Stazione Centrale a Milano e i manicomi in collaborazione con Franco Basaglia. Dall’esperienza di Luzzara con Zavattini nei ’70, fino al sodalizio con Renzo Piano negli anni ’80 nei suoi cantieri, a Genova e nel mondo. Dall’Italia fotografata dal treno con Ferdinando Scianna e Roberto Koch alla “Disperata allegria degli zingari” negli anni ’90, fino alle risaie del Vercellese nel 2000. Infine l’ultima sua grande battaglia civile contro le Grandi Navi ritornando a Venezia, negli anni ’10 di questo millennio.

Durante questo percorso nel tempo sono protagoniste del documentario le fotografie che lo hanno reso famoso: dagli indimenticabili baci sotto i portici di San Marco a Venezia, ai volti riflessi nei finestrini di un vaporetto, agli straordinari gruppi di famiglia contadine.