Site icon Corriere Nazionale

Bpco: ecco chi sono i pazienti più a rischio di riacutizzazioni

niacina pertosse prednisolone ensifentrina lemborexant prednisone orale bpco astegolimab ensifentrina

Bpco: i pazienti appartenenti alle categorie A e B GOLD, quelli con storia pregressa di un’esacerbazione di malattia hanno un rischio maggiore di riacutizzazioni di malattia

Se si analizzano pazienti appartenenti alle categorie A e B GOLD, quelli con storia pregressa di un’esacerbazione di malattia presentano un rischio significativamente maggiore di riacutizzazioni di malattia e di ricoveri ospedalieri futuri rispetto a quelli senza storia pregressa di esacerbazione. Lo dimostrano i risultati di uno studio svedese recentemente pubblicato su American Journal of Respiratory and Critical Care Medicine.

Razionale e disegno dello studio
La stratificazione del rischio dei pazienti in base alla gravità della Bpco è clinicamente importante e costituisce la base delle raccomandazioni terapeutiche.  Fino ad ora nessuno studio aveva esaminato l’associazione tra pazienti del gruppo GOLD A e B con (A1, B1) e senza (A0, B0) un’esacerbazione nell’ultimo anno con future esacerbazioni, ospedalizzazioni e mortalità nella prospettiva della nuova classificazione GOLD ABE. (NdR: stadio E: fusione degli stadi C e D delle precedenti classificazioni GOLD).

Di qui il nuovo studio che ha cercato di colmare il gap, nel corso del quale ricercatori svedesi hanno valutato il rischio di future esacerbazioni, ospedalizzazioni e mortalità nei pazienti con Bpco in base alla loro categoria GOLD e alla storia di esacerbazioni nell’anno precedente.

I partecipanti allo studio avevano un’età minima di 30 anni ed erano stati registrati nel Registro Nazionale Svedese delle Vie Aeree (SNAR) da gennaio 2017 ad agosto 2020, con una diagnosi medica primaria di Bpco.
I pazienti sono stati stratificati in base ai criteri GOLD per i gruppi A, B ed E in base al carico di sintomi e all’anamnesi di esacerbazioni. I pazienti dei gruppi GOLD A e B sono stati ulteriormente classificati come GOLD A0 e B0 se non avevano avuto un’esacerbazione entro 1 anno prima della data indice e come GOLD A1 e B1 se avevano avuto solo 1 esacerbazione moderata entro 1 anno prima della data indice.

Gli outcome primari considerati sono stati i seguenti: esacerbazione moderata; ospedalizzazione per tutte le cause, respiratoria e cardiovascolare; mortalità per tutte le cause, respiratoria e cardiovascolare. I partecipanti sono stati seguiti fino al gennaio 2021.

Sono stati inclusi nell’analisi 45.350 pazienti (età media, 71,5 [SD 9,1] anni; 57% donne) provenienti dal database scandinavo SNAR. Il gruppo GOLD A0 contava 11.232 pazienti, il gruppo GOLD A1 1.730, il gruppo GOLD B0 20.017, il gruppo GOLD B1 4.442 e il gruppo GOLD E 7.929.

I partecipanti allo studio sono stati seguiti per un tempo mediano pari a 1,8 anni (intervallo inter quartile [IQR], 1,2-2,5) per la mortalità per tutte le cause (85.910 anni-persona), 1,3 anni (IQR, 0,8-2,0) per l’ospedalizzazione per tutte le cause e 1,3 anni (IQR, 0,7-2,0) per le esacerbazioni moderate.

Risultati principali
Dall’analisi dei dati è emerso che le esacerbazioni moderate, le ospedalizzazioni respiratorie e cardiovascolari per tutte le cause e la mortalità sono aumentate con un numero maggiore di sintomi e di esacerbazioni (dal gruppo GOLD A0 al gruppo GOLD E).

L’incidenza di esacerbazioni, espressa in eventi/anno-paziente, è stata di 0,16, 0,51, 0,24, 0,65 e 1,55 nei gruppi GOLD A0, GOLD A1, GOLD B0, GOLD B1 e GOLD E, rispettivamente.

L’incidenza di ospedalizzazione per tutte le cause (eventi/anno-paziente) è stata di 0,22, 0,27, 0,34, 0,41 e 0,70 nei gruppi GOLD A0, GOLD A1, GOLD B0, GOLD B1 e GOLD E, rispettivamente

I tassi di mortalità per tutte le cause sono stati del 5,6%, 5,5%, 10,3%, 12% e 21% nei gruppi GOLD A0, GOLD A1, GOLD B0, GOLD B1 e GOLD E, rispettivamente.
Considerando i rapporti di incidenza aggiustati (RR) per i gruppi A1, B0, B1 ed E rispetto ad A0, sono stati documentati tassi più elevati di esacerbazioni moderate, di ospedalizzazione per tutte le cause e di ospedalizzazione respiratoria in tutti e 4 i gruppi rispetto ad A0.

I valori RR aggiustati per le esacerbazioni sono stati pari a 3,08 (IC95%: 2,75-3,46) per A1, 1,40 (IC95%: 1,32-1,50) per B0, 3,60 (IC95%: 3,32-3,91) per B1 e 8,60 (IC95%: 8,02-9,22) per E rispetto ad A0.

Considerando gli HR aggiustati per il gruppo B1 vs B0, il gruppo B1 presentava un HR maggiore di esacerbazione futura (2,56; IC95%: 2,40-2,74), di ospedalizzazione per tutte le cause (1,28; IC95% :1,21-1,35) e di ospedalizzazione respiratoria (1,44; IC95%: 1,27-1,62), ma non di mortalità per tutte le cause (1,04; IC95%: 0,91-1,18) o di mortalità respiratoria (1,13; IC95%: 0,79-1,64) rispetto al gruppo B0.

Limiti e implicazioni dello studio
Nel commentare i risultati, i ricercatori hanno ammesso, tra le varie limitazioni del lavoro, l’esclusione di un numero considerevole di pazienti nello SNAR a causa di dati mancanti.

Inoltre, gli autori dello studio non hanno escluso che alcuni episodi di esacerbazione potrebbero essere stati trattati con i soli antibiotici senza corticosteroidi, oppure che ci siano stati casi di prescrizione di un ciclo di corticosteroidi per un motivo diverso dall’esacerbazione.

Ciò detto, nel complesso “…la stratificazione dei pazienti GOLD A e B in base al fatto di aver avuto una o nessuna esacerbazione nell’ultimo anno fornisce informazioni preziose sul rischio futuro di ulteriori riacutizzazioni. Ciò dovrebbe influenzare le raccomandazioni future di trattamento per l’adozione di strategie preventive efficaci – hanno concluso gli autori dello studio”.

Bibliografia
Vanfleteren LEGW et al. Exacerbation risk and mortality in COPD GOLD group A and B patients with and without exacerbation history. Am J Respir Crit Care Med. Published online April 11, 2023. doi:10.1164/rccm.202209-1774OC
Leggi

Exit mobile version