UNICEF sulla crisi climatica: 1 bambino su 2 in Europa e Asia Centrale è esposto a una frequenza elevata di ondate di calore, il doppio della media globale
Secondo un’analisi degli ultimi dati disponibili relativi a 50 Paesi, pubblicata dall’UNICEF in un nuovo studio, circa la metà dei bambini dell’Europa e dell’Asia centrale – ovvero 92 milioni – è esposta a un’elevata frequenza di ondate di calore. Questo dato corrisponde al doppio della media globale di 1 bambino su 4 esposto a un’elevata frequenza di ondate di calore.
L’anno scorso l’Europa ha vissuto il secondo anno più caldo mai registrato nella regione. Per alcuni Paesi dell’Europa sud-occidentale è stato il più caldo mai registrato. In Asia centrale la frequenza delle ondate di calore è aumentata del 30% in 60 anni.
“Beat the heat: protecting children from heatwaves in Europe and Central Asia” (Battere il caldo: proteggere i bambini dalle ondate di calore in Europa e Asia Centrale) rileva che i bambini sono particolarmente vulnerabili all’impatto delle ondate di calore, che li espongono al rischio di gravi malattie, tra cui il colpo di calore.
Negli ultimi anni, le ondate di calore in Europa e Asia centrale sono diventate più frequenti e non accennano a diminuire. In tutta la regione, la frequenza delle ondate di calore è destinata ad aumentare ulteriormente nei prossimi anni. Secondo gli scenari più ottimistici di aumento della temperatura globale di 1,7 gradi Celsius, entro il 2050 tutti i bambini dell’Europa e dell’Asia centrale saranno esposti a un’elevata frequenza di ondate di calore, l’81% sarà esposto a un’elevata durata delle ondate di calore e il 28% sarà esposto a un’elevata gravità delle ondate di calore.
“I Paesi dell’Europa e dell’Asia centrale stanno sentendo il calore della crisi climatica e la salute e il benessere dei bambini ne risentono maggiormente”, ha dichiarato Regina De Dominicis, Direttore regionale dell’UNICEF per l’Europa e l’Asia centrale. “La metà dei bambini della regione è attualmente esposta a una frequenza elevata di ondate di calore. Si prevede che questa percentuale crescerà fino a raggiungere la totalità dei bambini nel 2050. La moltitudine di implicazioni negative sulla salute attuale e futura di una percentuale così significativa di bambini della regione deve essere un catalizzatore per i governi che devono investire con urgenza in misure di mitigazione e adattamento”, ha dichiarato De Dominicis.
In Italia nel 2020 erano 6,1 milioni i minorenni esposti a un’alta frequenza di ondate di calore, mentre nel 2050 saranno 8,7 in uno scenario a basse emissioni. Per quanto riguarda la durata delle ondate di calore, nel 2020 avevamo 7,2 milioni di minorenni esposti a una durata elevata, nel 2050 ne avremo 8,7 in uno scenario a basse emissioni.
I neonati e i bambini piccoli sono i più a rischio durante le ondate di calore, poiché la loro temperatura interna aumenta in modo sensibilmente più elevato e più rapido rispetto agli adulti. Le ondate di calore influiscono anche sulla capacità di concentrazione e di apprendimento dei bambini, mettendo a rischio la loro istruzione, si legge nello studio.
Sebbene i bambini siano particolarmente vulnerabili all’impatto delle ondate di calore, la maggior parte degli adulti percepisce il caldo in modo diverso, rendendo difficile per i genitori e le persone che se ne prendono cura identificare le situazioni di pericolo o i sintomi di malattie legate al caldo nei bambini, mettendo ulteriormente a rischio la loro salute.
Per contribuire alla protezione dei bambini, l’UNICEF esorta i governi dell’Europa e dell’Asia centrale a:
- Incorporare la mitigazione e l’adattamento alle ondate di calore nei Contributi Determinati a livello Nazionale (NDC), nei Piani Nazionali di Adattamento (NAP) e nelle politiche di riduzione del rischio di disastri e di gestione del rischio di disastri, mantenendo i bambini al centro di tutti i piani.
Investire nell’assistenza sanitaria di base per sostenere la prevenzione, l’intervento precoce, la diagnosi e il trattamento delle malattie legate al caldo tra i bambini, anche attraverso la formazione di operatori sanitari e insegnanti.
- Investire in sistemi nazionali di allerta climatica, effettuare valutazioni ambientali locali e sostenere iniziative di preparazione alle emergenze e di costruzione della resilienza.
Adattare i servizi idrici, igienici, sanitari, scolastici, nutrizionali, di protezione sociale e di tutela dell’infanzia per far fronte agli impatti delle ondate di calore.
Garantire fondi adeguati per finanziare interventi che proteggano i bambini e le loro famiglie dalle ondate di calore.
Fornire ai bambini e ai giovani una formazione sui cambiamenti climatici e sulle competenze ecologiche.
La scienza dimostra che l’aumento delle temperature è il risultato del cambiamento climatico. L’UNICEF esorta i governi dell’Europa e dell’Asia centrale a ridurre le emissioni di CO2 per limitare il riscaldamento globale a 1,5 gradi Celsius e a raddoppiare i finanziamenti per l’adattamento entro il 2025.