Su Rai 3 in seconda serata “Il fattore umano” con il reportage di Raffaele Manco e Raffaele Marco Della Monica dal titolo “Trattamento speciale”
Da anni l’Italia è il primo approdo in Europa per decine di migliaia di migranti in fuga da guerre e persecuzioni oppure in cerca di un futuro migliore per sé e per i propri figli. La maggior parte di loro ha affrontato viaggi infernali, in mezzo al deserto, ha subito le torture di aguzzini libici per poi scoprire, una volta giunti dall’altra parte del Mediterraneo, che quello che li aspettava non è il paradiso che avevano immaginato.
All’indomani della giornata internazionale contro la tratta di esseri umani (30 luglio), il reportage di Raffaele Manco e Raffaele Marco Della Monica dal titolo “Trattamento speciale”, in onda lunedì 31 luglio alle 23.15 su Rai 3 per il ciclo “Il Fattore Umano”, racconta la vita che si trovano ad affrontare i migranti una volta raggiunta l’Europa. Molti si sono ritrovati letteralmente prigionieri in Italia o in altri Paesi europei. Com’è accaduto alle oltre 12 mila donne vittime di tratta negli ultimi 7 anni (dati del Dipartimento per le pari opportunità), arrivate con l’inganno di un lavoro e di una vita dignitosa e costrette poi a prostituirsi prima di trovare il coraggio di ribellarsi, fuggire e chiedere aiuto.
O com’è accaduto a migliaia di migranti finiti in carcere con l’accusa di traffico di esseri umani perché costretti a mettersi al timone di una barca di disperati, minacciati dai trafficanti che muovono le fila della tratta incassando i soldi e restando in Libia.
La voce narrante è quella di Abdulrazak Gurnah, Premio Nobel per la Letteratura nel 2021, conferitogli, si legge nelle motivazioni, “per la sua intransigente e compassionevole penetrazione degli effetti del colonialismo e del destino del rifugiato nel divario tra culture e continenti”.
Gurnah è fuggito da Zanzibar negli anni ’60 prima di arrivare in Inghilterra dove ha insegnato letteratura inglese e postcoloniale e ha scritto numerosi romanzi che affrontano i temi della migrazione. Al centro della sua poetica il potere fortemente evocativo del riadattarsi a nuove vite e identità da parte dei migranti, che dall’Africa all’Europa e non solo, sono i veri protagonisti del multiculturalismo.