Il giovane studioso Marco Scansani attribuisce allo scultore rinascimentale Sperandio Savelli un bassorilievo in terracotta oggi al Palazzo Ducale di Mantova
“Sperandio Savelli, nato a Mantova nel terzo decennio del XV secolo, figlio dell’orefice romano Bartolomeo, nel corso della sua vita erratica lavorò a Ferrara, Milano, Faenza, Bologna, Mantova e Venezia. È soprattutto noto per essere stato il più prolifico medaglista del XV secolo, ma nel corso della vita fu apprezzato anche per un’attività plastica, rispetto alla quale fino a oggi gli studi hanno fissato solo pochissimi punti fermi”.
Con queste parole inizia un recente studio di Marco Scansani dedicato a questo poco conosciuto ma importante scultore mantovano del Rinascimento. Sperandio Savelli è stato un artista molto prolifico, autore di opere significative tanto in marmo quanto in terracotta, come il Ritratto di Ercole I d’Este presso il Museo del Louvre e la Tomba di Alessandro V in San Francesco a Bologna. Oggi un nuovo pezzo viene ad aggiungersi al catalogo delle opere di Savelli: si tratta di un bel rilievo in terracotta con i santi Francesco e Bernardino da Siena, di proprietà del Comune di Mantova recentemente giunto a Palazzo Ducale. Sarà esposto entro alcuni mesi al piano terreno del Castello di San Giorgio, quando sarà ultimato il nuovo allestimento delle collezioni di pittura e scultura rinascimentali.
Poco considerato dalla critica, il finissimo rilievo fu attribuito dallo studioso Carlo Ludovico Ragghianti all’artista ferrarese Domenico di Paris: un riferimento tutt’altro che fuori luogo, se consideriamo che l’attività di Savelli si svolse per molti anni proprio a Ferrara. “Il rilievo, che potrebbe risalire al sesto o al settimo decennio del Quattrocento – precisa Scansani – presenta forti assonanze con le figure di francescani che campeggiano sulla sommità del monumento funebre di Alessandro V. Si ritrovano infatti le stesse semplificazioni nella partitura delle pieghe dei sai e la medesima rigidità nella composizione delle figure. Inoltre i profili grifagni della terracotta mantovana ricordano i ritratti crudamente espressivi realizzati da Sperandio nelle sue numerose medaglie. La restituzione a Savelli del rilievo consente di aggiungere un piccolo tassello alla sua attività nella terra d’origine: nonostante egli fosse un artista girovago, i documenti testimoniano un costante e indissolubile legame con la sua città, che ancora fatica a trovare riscontro nelle testimonianze materiali”.
La valorizzazione del patrimonio scultoreo di Palazzo Ducale – alla quale si collega anche il progetto “Adotta una scultura” promosso dalla Società per il Palazzo Ducale – può dunque vantare anche questa recente scoperta che troverà seguito in un nuovo progetto espositivo permanente, nel Castello di San Giorgio. “Pianificare un allestimento – conclude il direttore di Palazzo Ducale Stefano L’Occaso – significa anzitutto guadagnare piena conoscenza delle collezioni coinvolte, per riuscire a gestire con rigore e in maniera espressiva gli intimi legami delle opere e il loro significato. Lo studio di Marco costituisce per noi un prezioso aiuto”