Il trattamento con guselkumab in pazienti con psoriasi da moderata a grave, è stato associato a una maggiore persistenza rispetto a secukinumab o ixekizumab
Il trattamento con guselkumab in pazienti con psoriasi da moderata a grave, sia naïve che con esperienza di terapia biologica, è stato associato a una maggiore persistenza rispetto a secukinumab o ixekizumab, e ha dimostrato un’efficacia clinica duratura, un sollievo dal prurito e un miglioramento della qualità di vita nei pazienti affetti da psoriasi del cuoio capelluto. Sono alcuni dei risultati presentati da Janssen al congresso 2023 dell’American Academy of Dermatology (AAD).
L’analisi dei dati di real-world provenienti dai database IBM MarketScan Research, relativi al periodo luglio 2017-maggio 2021, ha mostrato che il trattamento con guselkumab, un anticorpo monoclonale che si lega selettivamente alla subunità p19 dell’interleuchina (IL)-23, è stato associato a una maggiore persistenza (un tempo mediano più lungo fra l’inizio e l’interruzione del trattamento) rispetto a secukinumab e ixekizumab tra i pazienti bio-naïve:
- La coorte guselkumab ha mostrato una persistenza 2,20 volte (a 12 mesi) e 2,28 volte (a 18 mesi) più lunga rispetto alla coorte secukinumab, e 1,84 volte (a 12 mesi) e 1,86 volte (a 18 mesi) più lunga rispetto alla coorte ixekizumab.
- Sono stati identificati rispettivamente 2.202 e 2.772 pazienti per l’analisi a coppie delle coorti guselkumab e secukinumab e rispettivamente 2.241 e 2.007 pazienti per l’analisi a coppie delle coorti guselkumab e ixekizumab.
L’analisi dei dati di real-world ha anche dimostrato con guselkumab una maggiore persistenza rispetto al trattamento con secukinumab e ixekizumab tra i pazienti bio-experienced:
- La coorte guselkumab ha mostrato una persistenza 2,00 volte (a 12 mesi) e 2,04 volte (a 18 mesi) più lunga rispetto alla coorte secukinumab, e 1,76 volte (a 12 mesi) e 1,67 volte (a 18 mesi) più lunga rispetto alla coorte ixekizumab.
- Sono stati identificati rispettivamente 1.314 e 3.294 pazienti per l’analisi a coppie delle coorti guselkumab e secukinumab, e rispettivamente 1.564 e 2.667 pazienti per l’analisi a coppie delle coorti guselkumab e ixekizumab.
«Questi dati di real-world relativi alla persistenza al trattamento con guselkumab indicano potenzialmente che il farmaco è associato a un migliore controllo a lungo termine dei sintomi della psoriasi rispetto ai biologici di confronto, indipendentemente dalla precedente esposizione dei pazienti alla terapia biologica» ha dichiarato Steven Feldman, dermatologo della Wake Forest University School of Medicine. «Attraverso una maggiore comprensione dei dati di real-world possiamo migliorare la pratica clinica, con conseguenti benefici per i nostri pazienti. Questi dati sono fondamentali per prendere, insieme ai pazienti, decisioni migliori sul loro trattamento».
Miglioramenti della psoriasi del cuoio capelluto e nella qualità della vita
In un’analisi post-hoc dello studio clinico di fase III VOYAGE 2, che ha confrontato guselkumab con placebo e adalimumab in pazienti con psoriasi a placche da moderata a grave, guselkumab ha dimostrato un’efficacia clinica duratura, un miglioramento dei punteggi medi relativi al prurito nello Psoriasis Symptoms and Signs Diary (PSSD) e un miglioramento della qualità di vita negli adulti con psoriasi del cuoio capelluto.
- Tra i partecipanti che hanno ottenuto un miglioramento di almeno il 90% rispetto al basale nel punteggio dello Psoriasis Area and Severity Index (PASI 90) e che hanno continuato la terapia, il punteggio medio dello scalp-specific Investigator Global Assessment (ss-IGA) è migliorato passando da 2,9 alla settimana 0 a 0,2 alla settimana 24 e a 0,3 alla Settimana 48.
- I cambiamenti dei punteggi medi del PSSD relativi al prurito e del Dermatology Life Quality Index sono stati paragonabili a quelli dei punteggi medi dell’ss-IGA per tutte le coorti.
Il trial VOYAGE2
Si tratta di uno studio clinico di fase III, randomizzato, in doppio cieco, controllato con placebo e un comparatore attivo, disegnato per valutare l’efficacia e la sicurezza di guselkumab rispetto a placebo e adalimumab in adulti con psoriasi a placche da moderata a grave. I 992 partecipanti sono stati randomizzati a ricevere iniezioni sottocutanee di guselkumab 100 mg alle settimane 0, 4 e successivamente ogni 8 settimane (q8w), placebo alle settimane 0, 4 e 12 seguito da crossover a guselkumab 100 mg alla settimana 16 oppure adalimumab 80 mg alla settimana 0, 40 mg alla settimana 1 e poi 40 mg ogni 2 settimane (q2w) fino alla settimana 23.
Le settimane dalla 28 alla 72 hanno incorporato un disegno di studio di sospensione randomizzata. Durante il periodo in aperto (settimane dalla 76 alla 252), tutti i pazienti hanno ricevuto guselkumab 100 mg ogni 8 settimane e sono stati valutati gli esiti riferiti dal medico e dal paziente.
Gli endpoint co-primari dello studio erano le percentuali di pazienti che raggiungevano un punteggio di 0/1 (pelle libera o quasi libera da lesioni) nell’Investigator Global Assessment (IGA) (84% guselkumab vs 9% placebo, P<0,001) e PASI 90 (rispettivamente 70% vs 2%, P<0,001) alla settimana 16.
Ulteriori valutazioni di efficacia comprendevano le percentuali di pazienti che ottenevano risposte PASI 75 e PASI 100, nonché un punteggi IGA pari a 0, un Dermatology Life Quality Index di 0/1 e un PSSD di 0.