In Umbria due mostre per conoscere la civiltà Longobarda e i 7 gruppi monumentali appartenenti al sito seriale UNESCO “I Longobardi in Italia”
A Spoleto (Pg), sede nel periodo longobardo dell’omonimo Ducato, è stata inaugurata, in occasione del 12esimo anniversario dell’iscrizione nella lista del Patrimonio Mondiale UNESCO del sito seriale “I Longobardi in Italia” la mostra fotografica, ad ingresso libero, “Luce Longobarda” che propone al pubblico gli scatti del fotografo Pasquale Palmieri stampati su tela.
L’esposizione allestita fino al 16 settembre, nelle sale di Palazzo Mauri, si presenta come un viaggio fotografico alla scoperta dei sette gruppi monumentali, localizzati in cinque diverse Regioni italiane, che costituiscono il sito seriale UNESCO “I Longobardi in Italia. I luoghi del potere (568-774 d.C.)” e che comprendono, oltre alla Basilica di San Salvatore a Spoleto (Pg), i seguenti luoghi: l’area della Gastaldaga con il tempietto Longobardo e il complesso Episcopale a Cividale del Friuli (UD); l’area monumentale con il complesso monastico di San Salvatore – Santa Giulia a Brescia; il castrum con la Torre di Torba e la Chiesa di Santa Maria foris portas a Castelseprio Torba (VA); il Tempietto del Clitunno a Campello sul Clitunno (PG); il complesso di Santa Sofia a Benevento; il Santuario di San Michele a Monte Sant’Angelo (FG).
La seconda località che si fa vetrina della civiltà dei Longobardi è la città di Nocera Umbra (Pg), dove è aperta la mostra “Trame longobarde. Tra architettura e tessuti”, che rimarrà allestita negli spazi della Pinacoteca Comunale di Nocera Umbra fino al 20 agosto 2023.
L’esposizione itinerante, curata da Glenda Giampaoli e Giorgio Flamini, con il confronto scientifico di Donatella Scortecci e promossa dall’Associazione Italia Langobardorum, Ente di gestione del sito seriale longobardo presieduto da Danilo Chiodetti, si presenta al pubblico come uno straordinario lavoro di ricostruzione, sulla base dei dati archeologici, della vita quotidiana dei Longobardi, e come un’occasione di compiere un viaggio attraverso tessuti, abiti e monili prodotti da questa straordinaria civiltà che generò una felice sintesi tra l’eredità romano-classica e l’apporto culturale germanico nel periodo di transizione tra l’età tardoantica e l’Alto Medioevo.
Gli abiti esposti sono stati realizzati per metà con tessuti fatti a mano su telai orizzontali a licci, riproducendo esattamente il numero dei fili di ordito e trama presenti al cm, nonché lo spessore degli stessi fili e le torsioni, mentre l’altra metà è stata prodotta impiegando una tela di cotone industriale per sottolineare che il modello dell’abito riproposto è il frutto di contaminazioni scientifiche e di elaborazioni dei curatori.
I tessuti e le bordure, eseguiti nella Casa di Reclusione di Spoleto (Pg) dai detenuti del corso di tessitura, sono il risultato di un meticoloso lavoro di studio e ricostruzione di trame e orditi desunti dalle scoperte archeologiche, mentre la composizione dell’abito maschile e femminile è stata studiata con attenti confronti iconografici uniti alle poche fonti letterarie disponibili. L’esito finale è un’accurata riproposizione delle antiche tecniche di tessitura e di taglio e cucito dell’abito altomedievale, con la rappresentazione dei diversi ceti sociali completati da accessori realizzati dai detenuti del Liceo Artistico ristretto. Il visitatore, condotto da icone equine e lance tra reperti dei secoli dal IV all’VIII, incontrerà i protagonisti di trame longobarde davanti a grandi fondali fotografici dei sette monumenti architettonici che compongono il sito seriale “I Longobardi in Italia. I luoghi del potere (568-774 d.C.)”.
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